Gli Stati Uniti scoprono una nuova stella: chi è Lily Gladstone, rivelazione del cinema che ha trionfato ai Golden Globe 2024 come miglior attrice grazie all’interpretazione in “Killer of flower moon”? La sua vittoria ha una valenza storica eccezionale. L’artista, cresciuta nella riserva del Montana della Nazione Blackfeet, è diventata la prima nativa americana a vincere un premio così tanto prestigioso; una gioia immensa riversata anche nel commovente discorso pronunciato dopo la consegna della statuetta. 

Un’infanzia particolare

La biografia di Gladstone è anomala: nata nel 1968 in Montana, l’attrice trascorre la sua infanzia nella riserva Blackfeet, situata nel Nord Ovest del Paese. Un rapporto ancestrale quello tra Lily e la sua terra d’origine, interrotto soltanto per ragioni economiche. Non trovando concreti sbocchi lavorativi la giovane si trasferisce all’età di undici anni nella metropoli Seattle, con l’obiettivo di lavorare un giorno nel mondo del cinema.

Chi è Lily Gladstone Life&People MagazineUn cambiamento molto duro per la piccola Gladstone che, abituata alla famiglia allargata della riserva, si ritrova a tracorrere l’adolescenza in un contesto molto più ristretto ed in una città con abitudini diverse rispetto alla comunità. Il suo faro è la madre, educatrice di prima infanzia. Il padre invece, uomo di grande ambizioni, viveva con il peso di non aver concluso gli studi universitari a causa delle discriminazioni razziali verso i nativi americani che imperversavano all’epoca. Spinta dalla passione Lily consegue con il massimo dei voti la laurea all’Università di recitazione del Montana, lavorando per quattro anni in una compagnia teatrale, la Living Voices, specializzata in opere storiche e sociali; temi su cui si concentra anche in altri studi che le consentiranno di impartire corsi e laboratori all’interno della sua riserva.

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Il debutto al cinema e la scoperta Scorsese

Il 2013 è l’anno del vero debutto sul grande schermo, avvenuto grazie all’ingaggio nel film “Jimmy P”, firmato dal regista Arnaud Desplechin. Pur ottenendo riscontri modesti, Gladstone entra nel mondo cinematografico, venendo coinvolta in pellicole come “Winter in the blood” e “Mal Heart”.  La prima significativa svolta della carriera arriva nel 2016, complice il discreto successo di “Certain Woman”, drama di Kelly Reichardt per cui Lily ottiene due riconoscimenti importanti come il Los Angeles Film Critics Association Award e il Boston Society of Film Critics Award, entrambi per la categoria “miglior attrice di supporto”. Dopo aver convinto con diverse produzioni indipendenti (tra cui spicca “The Unknown Country” di Morissa Maltz), l’attrice viene notata da uno dei registi più grandi della storia del cinema: Martin Scorsese. Il cineasta la reputa perfetta per ricoprire il ruolo di protagonista del suo nuovo film “Killers of the flower moon”, ambientato proprio in una tribù di nativi.

Chi è Lily Gladstone Life&People MagazineNello specifico la trama affronta le vicende di alcuni membri della riserva Osage (Oklahoma), assassinati in circostanze misteriose dopo che sotto la loro terra d’appartenenza viene rivenuto del petrolio. Gli assassini spingono l’FBI ad indagare sul caso, facendo emergere giochi di potere, sfruttamento, razzismo e altre innumerevoli tematiche purtroppo ancora in parte persistenti nella società statunitense.

La recitazione a fianco di Leonardo Di Caprio

Pur trovandosi di fronte ad una sceneggiatura che le permetteva un sicuro coinvolgimento emotivo, il lavoro per Lily Gladstone fu tutt’altro che semplice: più volte l’attrice ha voluto rimarcare la grande diversità tra le riserve di nativi americani. Per questo motivo l’originaria del Montana ha dovuto studiare la comunità degli Osage, nettamente differente rispetto alla sua. Non facile anche l’approccio lavorativo con due attori monumentali come Leonardo Di Caprio e Robert De Niro, divi dello star system con cui Lily si è dovuta misurare con professionalità, azzerando ansie da prestazione e timori.

Chi è Lily Gladstone Life&People MagazineLa vera chiave di svolta per lei è stata la capacità empatica. Pur impersonando un personaggio lontano dalle sue reali origini è riuscita a tornare comunque al suo passato, ponendo l’accento sulla disperazione di una comunità ormai prossima ad essere stravolta dall’egemonia dei bianchi per meri interessi economici: una parte sontuosa che diventa fulcro cruciale di tutta l’opera.

Il discorso ai Golden Globe

L’attrice, dopo aver ricevuto il Premio, ha commosso la platea del Beverly Hilton Hotel pronunciando per la prima volta nella storia della rassegna un discorso nella sua lingua natale. Un gesto fortissimo che rimarrà per sempre negli annali della kermesse. Gladstone in prima battuta ha voluto ringraziare la propria madre:

“Sono qui con mia madre, che, pur non essendo originaria Blackfeet, ha lavorato duramente per far entrare la nostra lingua nelle nostre scuole, così ho avuto un’insegnante di lingua Blackfeet quando sono cresciuta. Sono così grata di poter parlare anche solo un po’ della mia lingua, che non conosco bene”.

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Successivamente Lily ha rivolto un pensiero ai colleghi:

“In questo settore, gli attori nativi prima erano soliti pronunciare le loro battute in inglese e poi i tecnici del suono le riproponevano al contrario per realizzare le lingue native sulla macchina da presa. Questo è un riconoscimento storico e non appartiene solo a me. Lo tengo in mano in questo momento e lo tengo insieme a tutte le mie bellissime sorelle del film”. 

E il momento d’oro di Lily Gladstone non è finito. A marzo, infatti, si svolgerà l’attesa Notte degli Oscar, evento in cui l’attrice potrebbe trionfare nuovamente, scrivendo ancora pagine di storia ed entrando definitivamente nel firmamento del cinema a stelle e strisce.

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