È celebre il passo shakespeariano in cui Romeo desidera essere il guanto di Giulietta per poter accarezzare la sua guancia. Accessorio affascinante, arma di seduzione, emblema di eleganza e nobiltà, il guanto, tanto amato da scrittori e poeti di ogni epoca, cela, sin dai tempi più antichi, curiosi aneddoti e non pochi misteri. Quando il Bardo scrive la sua ‘tragica’ e famosa storia d’amore, tra 1594 e il 1596, ha probabilmente sentito parlare di quanto accadeva alla corte di Francia qualche decennio prima. Siamo nel secolo in cui i veleni sembrano essere lo stratagemma preferito dai nobili per mascherare un omicidio. Ne sa qualcosa Caterina de’ Medici, additata nel corso della storia come assassina e avvelenatrice: pare impregnasse di letali pozioni i guanti destinati ai suoi nemici.
Accusata di inviare guanti avvelenati ai nemici
Secondo la leggenda, la ‘perfida’ sovrana, giunta a Parigi dall’Italia, avrebbe ucciso proprio in questo modo la Regina di Navarra, nota come Giovanna d’Albret. Complice degli omicidi di cui Caterina si sarebbe macchiata, un uomo al cui nome si lega l’origine dell’arte profumiera in Francia. Si tratta di Renato Bianco, ribattezzato René le Florentin, che giunge alla corte parigina nel 1533 al seguito di Caterina de’ Medici. Unica erede della nota famiglia di banchieri fiorentini, quest’ultima sposa il Duca d’Orléans, preparandosi a diventare regina di Francia.
Il Delfino di Francesco di Valois muore, infatti, improvvisamente nel 1536 e le ‘malelingue’ dell’epoca non perdono tempo nel diffondere voci che vedono Caterina colpevole della misteriosa caduta del sovrano. Ad alimentare i sospetti sono due fattori: l’avvelenamento è considerata nel XVI secolo un’ ’arte’ italiana, convinzione a cui si aggiunge l’idea secondo cui chi è in grado di creare profumi sarebbe capace anche di produrre veleni.
L’usanza di profumare i guanti
In realtà, quando Caterina de’ Medici giunge alla corte di Francia, ha solo 14 anni e porta con sé da Firenze bauli pieni di abiti ed accessori fra cui numerosi guanti, profumati con le essenze del convento di Santa Maria Novella. Quelle fragranze di cui erano impregnati quegli accessori, oltre a ricordarle la sua città natale, si narra servissero a coprire i cattivi odori che la circondavano.
A quell’epoca, infatti, la nobiltà, non era solita lavarsi a causa dell’errata concezione secondo cui l’acqua fosse veicolo di malattie. Così Caterina, pensa di risolvere il problema indossando i suoi guanti profumati, realizzati con tessuti pregiati, come seta e pizzo, ricamati e decorati con dettagli lussuosi. A rendere speciale questo prezioso accessorio erano le tasche, cucite all’interno per contenere una miscela di spezie, erbe aromatiche e oli essenziali.
Il ruolo di Renato Bianchi a Parigi
Una fragranza che serviva, inoltre, anche a mascherare l’intenso odore della pelle con cui i guanti venivano realizzati in Francia. Grasse è la città nota all’epoca per la concia delle pelli dove la moda introdotta da Caterina porta ben presto alla nascita della prima corporazione di guantai-profumieri. Ed è a questo punto della storia che entra in gioco Renato Bianchi, profumiere di fiducia di Caterina, che a Parigi, durante il regno della sua sovrana, apre una bottega.
Un laboratorio in cui creava e rivendeva le migliori essenze, ricette segrete apprese al convento di Santa Maria Novella, dove era stato apprendista dai frati. Non è difficile immaginare che attorno alla figura di Renè circolassero voci che lo definivano un alchimista ma anche un creatore di sostanze mortali. E di qui il passo è breve per identificarlo come complice degli omicidi presumibilmente commessi dalla de’ Medici.
L’Acqua delle Regina per Caterina de’ Medici
Che quei guanti fossero o meno intrisi di veleno non ci è dato saperlo, per certo emanavano profumi inebrianti. Celebre l’essenza a base di agrumi che Renato Bianco realizzò per Caterina e di cui oggi si conserva ancora traccia: l’Acqua della Regina, prodotta da l’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
Dimostrazione della professionalità e creatività del maestro fiorentino a cui si deve la lunga tradizione profumiera che vanta tutt’ora la Francia. Dunque, porta il marchio “Made in Italy” la consuetudine di profumare i guanti che, sull’esempio dell’erede dei Medici, si diffonde rapidamente tra l’aristocrazia europea. Primo fra tutti ad accogliere l’usanza è Luigi XIII che nel 1613 nomina i suoi Mastri Guantai e Profumieri di fiducia.
I guanti profumati di Guerlain
È il 1872, poi, quando Guerlain propone per la prima volta dei guanti profumati insieme a cosmetici e pettini di tartaruga. Ben più di un secolo dopo, la maison di cosmetica francese, sposa l’artigianalità del produttore di guanti in pelle Agnelle per dar vita ad una collaborazione all’insegna della moda introdotta da Caterina de’ Medici nel lontano ‘500.
Frutto del sodalizio Guerlain-Angelle sono, nel 2014, due modelli di guanti profumati il cui processo creativo ‘segreto’ è stato condotto dal ‘naso’ Thierry Wasser. Le Gant du Parfumier, vero e proprio guanto gioiello, e Le Petite Robe Noir, guanto molto corto che lascia il polso scoperto, sono i due modelli dell’accessorio ispirato alla regina di Francia. Una donna che ha reso labile il confine tra profumi e veleni. Seppur con esiti differenti, entrambe miscele in grado di ‘stregare’ un uomo.