Qualsiasi cosa tocca, la trasforma in oro. In bacheca vanta una valanga di platini e premi prestigiosi, il suo tour è andato sold out in una manciata di secondi. Il film-concerto trasmesso nelle sale cinematografiche ha fatto impennare gli incassi nei botteghini di tutto il mondo. E adesso, la rivista statunitense Times l’ha nominata personaggio dell’anno 2023, aggiungendo così un prestigioso tassello ad una biografia ancora tutta da scrivere: Taylor Swift continua ad essere un fenomeno inarrestabile e unico.
Un talento esploso dall’infanzia
Basta ripercorrere brevemente il passato per rendersi conto di quanto la cantautrice statunitense sia in realtà una predestinata. Nata il 13 dicembre a Wyomissing, in Pennsylvania, la giovanissima Taylor scopre fin da subito l’amore per la musica, trascorrendo le sue giornate ad esercitarsi con la chitarra, stregata da quella musica country ascoltata grazie ai brani dei monumenti Patsy Cline e Dolly Parton. La famiglia, – contrariamente a quanto succede in alcuni casi -, decide di sostenerla già dai primissimi anni, spingendola a coltivare la sua passione.
Per questo motivo a soli undici anni parte per Nashville,
dove prende le prime lezioni di canto, nella speranza di trovare anche un aggancio discografico. La prima svolta della carriera arriva però poco dopo quando, una volta tornata in Pennsylvania, Taylor è invitata a cantare nel celeberrimo torneo di tennis U.S Open, circostanza in cui viene notata da Dan Dymtrow, all’epoca manager di Britney Spears, il quale decide di seguire la cantante, introducendola nel mondo dell’industria. Sarà il big bang: in breve tempo infatti l’artista, oltre ad un talento smodato nello scrivere canzoni, dimostra grande carisma, declinando offerte e rifiutandosi di rinnovare il contratto con la prima casa discografica che l’aveva scritturata perché le proibiva di poter cantare i propri pezzi. Proseguendo l’attività dal vivo a Nashville, Swift trova poi l’accordo a lei più congeniale, firmando un contratto con la Big Machine Records, etichetta fondata da Scott Borchetta.
Il successo fulmineo dagli esordi
Il singolo di lancio pubblicato nel 2006, “Tim McGraw“, ottiene un successo immediato, seguito dal primo album, intitolato semplicemente “Taylor Swift“, che entra nella top 200 di Billboard stupendo pubblico e addetti ai lavori per il suo modo straniante di approcciarsi al country. La giovane musicista fu infatti tra le prime a portare all’interno della tradizione un tocco di contemporaneità, ingrediente raramente visto nel mainstream.
Il nome di Taylor Swift comincia poi a uscire fuori dai confini degli States nel biennio successivo, complice la pubblicazione dei due EP “Sounds of the Season: The Taylor Swift Holiday Collection” (a tema natalizio) e “Beautiful eyes”, piccoli preparativi al primo, gigantesco, successo arrivato con la seconda fatica discografica “Fearless”, premiato ai Grammy Award come disco dell’anno, riconoscimento assegnato per la prima volta ad un’artista così tanto giovane. Il Premio arriva grazie alla significativa forza empatica presente nell’album, dove la cantautrice mette nero su bianco sensazioni e riflessioni a tema amoroso. Tra i pezzi più noti “Love story”, “White horse” oltre che l’omonima “Fearless”.
Un exlploit che prosegue con il terzo disco “Speak Now”, produzione che macina record su record portando ancora il genere country in cima al mondo. Ma qualcosa nello stile della musicista stava cambiando: nel quarto capitolo “Red” è anche Max Martin, produttore noto per i lavori con Britney Spears e Backstreet Boys, primo segnale dell’imminente virata verso il pop.
La svolta pop “1989”
La tempesta perfetta si scatena nel 2014, anno di uscita del quinto capitolo discografico di Swift, “1989”, un progetto che segna in via definitiva il passaggio dal country (comunque sempre presente nelle viscere musicali della cantante) al pop, testimoniato delle sonorità sintetiche tipiche degli anni Ottanta. Insieme a Martin, Taylor pubblica il singolo “Shake it off”, canzone che genera anche la prima vistosa controversia della sua carriera per il videoclip, dove la cantante parodizza l’hip hop e la cultura rap, subendo pesanti accuse di razzismo. Il disco, oltre a trionfare nuovamente ai Grammy, riceve un’accoglienza molto positiva dalla critica, particolarmente ammaliata dalla maturità raggiunta dalla cantante, abile a costruire melodie orecchiabili e mai scontate.
Swift riesce ad esaltare il passaggio dal country al pop evitando la virata brusca commessa da Miley Cyrus anni prima: se l’ex Hannah Montana, stufa di essere etichettata come la ragazza family friendly della Disney, decise di sposare la pop music usando come arma primaria la provocazione, Taylor compie il passaggio in modo molto educato e sobrio, non trascurando mai la propria personalità.
Un successo sempre più grande
Ma l’aspetto più clamoroso dell’intera biografia di Taylor Swift risiede nel suo percorso, costantemente in ascesa. Tutte le postar recenti, da Ariana Grande a Lady Gaga, nel corso degli anni hanno registrato un calo, forse anche dettato da un’uscita fuori luogo, da una polemica complessa da gestire, o da una semplice operazione discografica non riuscita. La cantante resta invece perennemente in auge… anzi, sempre più in auge.
L’artista pubblica nel 2017 “Reputation” (altro capolavoro commerciale in grado di abbattere ogni record possibile), concedendosi il lusso di rilasciare nuova musica in una cadenza di tempo brevissima: nel 2017 arriva infatti “Reputation”, due anni più tardi “Lover” (che segna il passaggio alla nuova casa discografica Repubblic). Durante il covid è invece il momento di”Folklore”(episodio che segna una sperimentazione tra il folk e le sorgenti elettroniche), disco che precede “Evermore” (2020) e l’ultimo “Midnight” (2023).
Ma cosa rende Taylor Swift un personaggio così tanto amato al di là della sua musica?
Il fatto di essere riuscita a gestire le sue debolezze senza applicare nessun filtro. Oltre ad aver instaurato un rapporto strettissimo con la propria community, la statunitense ha avuto la grande intuizione di portare il gossip (dovuto alla sua giovane età e alle relazioni con le celebrity) e le malelingue dalla sua parte, evitando di cadere nella trappola della maleducazione ma rispondendo solo a colpi di buona musica. La chiave del suo trionfo mediatico, probabilmente…
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