Un respiro, un inganno, un sollievo mai arrivato, io nel buio labirinto delle fragilità. E’ tardi, troppe parole e sublimi incanti hanno deciso il mio funesto destino. Ieri non è oggi, il paradiso non è la terra, ascoltatemi, non lasciatemi sola come un deserto nelle città. Il mio grido è per orecchie che sanno ascoltare, i miei sussurri per anime dolci e lievi come la parola aiuto. Sono sentieri i miei percorsi, favole i miei sogni, ma nulla mi concede l’essere principessa in questo regno del male.
Tu che dovresti essere carezza, sei pugno,
tu che dovresti essere sicurezza sei fragilità, tu che dovresti essere dolcezza sei violenza, tu, tu, tu, dovresti essere il mio paradiso e invece sei inferno. Maledico me e maledico te, maledico il mio malato amore e il mio vigliacco coraggio, mai dovrei restare qui ancora un attimo, mai dovrei sostenere il peso del tuo essere diavolo, maledetto te e maledetta me. Che perdita di tempo questo nostro tempo vuoto, un tempo di scommesse sempre perse, sempre gettate oltre la speranza di un cambiamento mai avvenuto. Un delirio malato di noi che si presenta sempre come una tempesta tra il giorno e la notte. Ho paura, io non riesco più a navigare in questo mare fatto di onde anomale che in ogni istante sono in grado di far rovesciare la barca della vita fino ad affogare per sempre. Maledetto te e maledetta me, perché mi sono lasciata prendere da quella tua maschera incantevole, ti avevo visto come un carnevale in festa invece sei una malattia di cui non voglio conoscere la cura.
Perché ho accettato questo tempo di violenza, di mancata vita?
Nulla mi meritavo di questo massacro sporcato di lividi e sangue. Maledetto questo silenzio, questa stanza vuota che racconta le lacrime di quello che doveva essere l’amore. Si, l’amore, quel desiderio che ogni donna nutre da bambina, quel dolce sentire il profumo di prati in fiore e l’arrivo del Principe a rallegrar la festa del cielo. Che sbadata che sono, io ci credevo all’amore, all’arrivo di quel Principe, credevo che ogni fiore fosse un tuo respiro per me, ero sicura di poter essere felice. Maledetto ladro di sogni, io volevo solo amore, amore e niente di più che amore. Una carezza, un delicato passar di mani tra i capelli, un sorriso, un abbraccio, un bacio al sapor di primavera, questo avrei voluto, questo mi sembrava semplice felicità. Ma tu no, tu non sai cosa significa amare, nel tuo malato egoismo sei invaso dal mantello della violenza, quella violenza che pensi ti sia forza mentre invece è solamente detestabile inutilità.
Ora il tempo scorre, in questa civiltà ingannata dalla prepotenza,
tutto è diventato triste tra lupi di branco e facili prede. Maledetto e maledetti i silenzi dell’indifferenza, tutti pronti al pianto ma nessuno mai pronto alla soluzione di un disagio sempre più grave. Basterebbe capire, sentire la verità, per dare una mano vera, un aiuto, un’ancora di salvezza, invece, silenzi, distanze, esclusioni, verità nascoste. Che il cielo salvi queste persone, loro ancora possono risorgere a nuova alba, loro possono ancora essere sostanza di bontà e sollievo per la sofferenza, io no, io no, io ho perso il tempo, le mie lacrime sono finite, la mia anima è spoglia di vestiti di terra e cielo. Allora ascoltate, sentite, ma soprattutto fate qualcosa di grande nella vostra vita, trasformate quei silenzi in rumori, donate le mani a chi ha bisogno di essere salvato, sollevate le anime in pena, fatelo oggi prima che sia troppo tardi.
La vita è un dono troppo grande per essere gettata nel vento delle apparenze,
siate sostanza dell’amore e terzo giorno per ogni errore altrui. Maledetto te e maledetta me, ora basta, tutti hanno capito, ogni virgola ha esclamato la condanna da me ricevuta e quella che tu riceverai, a me hai tolto il respiro della vita ma a te toccherà il nulla eterno. Io volevo solo amore, amore, semplicemente amore, e spero che quello che io non ho avuto possa essere di ogni donna. Che sia lieve questa mia richiesta, io non pretendo niente, io sono già volo di farfalla sopra ogni fiore. Ora, se volete, chiudete gli occhi e dedicate a me e a tutte le donne un attimo di silenzio e un plauso di coraggio futuro per chi ha ancora il tempo di essere salva. Una donna che voleva solo amore, una donna come Giulia, un sorriso spento dal male che rimarrà indelebile nei cuori di tutta Italia.
Distesa tra i sogni
mi sovvien l’incanto
che sia gioia
o che sia canto.
Mirar di stelle
il mio momento
tra il domani
e il suo tormento.
Sorrido alla luna
che mi coccola il cuore
conto i giorni
i minuti e le ore.
Tu vicino
maschera di ghiaccio
mi stringi forte
ma in realtà sei un pazzo.
La notte saluta
l’arrivo dell’alba
un vento forte
fa rubare al mare i castelli di sabbia.
Perché l’amore
diventa violenza
mi hai ucciso
nella mia essenza.
L’aula mi aspettava
a dare plauso al mio percorso
una laurea presa
era il mio posto.
Ladro di vita
mi hai spento il respiro
che la tua vita
sia un nefasto destino.
Odo i pianti
di chi ha amore
dico a loro
un abbraccio a questo terrore.
Volo via
come una farfalla
tra il paradiso
e la gente che parla.
Non dimenticatevi di me
e della mia vita
spezzata con furia.
Il mio cognome è Cecchettin
Il mio nome: Giulia