Quando nel ’73 Peppino Di Capri canta il suo celebre ritornello <<Champagne, per brindare a un incontro…>> non sa che di lì a 50 anni si sarebbe brindato davvero ad un fortunato incontro con una bella coppa di champagne tra le mani. L’incontro per il quale oggi si festeggia è quello che vede protagonisti il mondo della moda e il rinomato vino spumante francese. Una liaison nata già qualche anno fa e rafforzatasi, di recente, grazie al contributo di Stella McCartney che propone l’utilizzo di una pelle ricavata proprio dagli scarti della produzione dello Champagne.
Cavalcando l’onda di una moda ecosostenibile e a basso impatto ambientale, la stilista britannica si fa portavoce di un importante messaggio proponendo creazioni realizzate con un materiale di origine vegetale e non animale. Quella prodotta dai residui della vinificazione delle bollicine francesi vuol essere, infatti, una valida alternativa al pellame bovino nell’ottica di una moda che vira in direzione ‘vegana’.
Primi esempi di pelle ‘vegetale’
Che il processo di produzione del cuoio sprigioni enormi quantità di acque reflue, gas serra, nonchè rifiuti solidi impregnati di sostanze chimiche, non è più una novità. E se a ciò aggiungiamo la consapevolezza che i principali sprechi alimentari riguardano frutta e legumi, appare chiaro che l’utilizzo di tessuti di origine vegetale potrebbe risolvere entrambi i problemi in un solo colpo.
A sposare la causa, avvalendosi di una materia prima alternativa, è già nel 2020 Le Coq Sportif che propone una linea di sneakers realizzate con una particolare pelle che nulla a che fare con il regno animale. Pelle d’uva, la chiamano in molti, Wineleather è, invece, il temine tecnico utilizzato per indicare questo biomateriale derivante dagli scarti della produzione del vino. Semi, bucce e raspi d’uva, dunque, sono gli ingredienti segreti alla base del successo di una ricetta che pare essere stata lanciata dall’azienda italiana Vegea. Il risultato è una pelle riciclabile al 100%, che si presenta liscia e morbida al tatto e, soprattutto, non inquina.
Collaborazioni con produttori di vino
Così, dopo aver sperimentato tessuti vegetali a base di funghi e bucce di banane, numerose maison d’alta moda, negli ultimi anni, si mostrano sempre più favorevoli ad un’haute couture vegana. Dunque, spazio a frutta e verdura nei guardaroba di donne e uomini attenti all’ambiente. Meriterebbero di entrar a far parte di outfit green, ad esempio, le borse ideate nel 2019 dalla designer cinese Meng Du a partire dai residui della frutta a grappolo e nate in seguito alla collaborazione con il produttore di vino svedese OddBird e Planet of the Grapes.
Un connubio, quello tra stilisti e imprenditori vinicoli che si rafforza quest’anno in virtù del progetto firmato da Stella McCartney in partnership con marchio Veuve Clicquot di LVMH. È quest’ultimo, infatti, a fornire alla stilista inglese gli scarti del proprio vigneto Grand Cru di Bouzy in Champagne, acquistato 200 anni fa da una donna lungimirante: Madame Clicquot.
Pelle d’uva e sughero riciclabile
Pioniera di un lusso sostenibile, McCartney ha avviato il processo di riutilizzo dei residui dell’uva dello champagne dando vita ad accessori che richiamano l’effetto pelle presentati durante la sfilata Primavera Estate 2024. Nello specifico, si tratta di tre borse Frayme, un portabottiglie in pelle d’uva, contenente Veuve Clicquot Yellow Label, e, due modelli di sandali Elyse che presentano una zeppa in sughero riciclato.
Anche in questo caso alla base vi sono residui provenienti dalle cantine Veuve Clicquot di Reims, in Francia, che hanno dato vita ad un sughero sostenibile, ecologico e riciclabile. Non va, inoltre, dimenticato che gli alberi di sughero che vengono raccolti assorbono fino a cinque volte più anidride carbonica di quelli non raccolti.
Ultima tendenza: il cactus
Aspetti a cui Stella McCartney è molto attenta dal 2019, anno in cui si fa promotrice di un progetto di cotone rigenerativo a cura del produttore turco Soktas, sostenuto, tra gli stilisti, anche da Armani. Re Giorgio lo scorso a giugno ha presentato «L’Apulia regenerative cotton project», iniziativa a favore di un cotone a minore impatto ambientale realizzato tramite la coltura agroforestale in Puglia.
E dopo aver visto sfilare borse in pelle d’uva, cosa attende i seguaci del vegan fashion? Pare che tra le ultime novità in materia di pelli alternative ve ne sia una a base di cactus. È proprio vero, allora, ci aspetta un inverno molto ‘pungente’!