Un nuovo modo di pensare e concepire la sala cinematografica. In un periodo difficile per il settore, con spazi che chiudono o che vengono agglomerati nei centri commerciali, c’è chi si muove in direzione diversa, entrando in qualche modo anche nella storia: è il caso del Cinema Modernissimo di Bologna che da Novembre apre di nuovo le sue porte con un rinnovato Caffè ed una sala particolare aperta durante la pausa pranzo per regalare alla collettività un momento di svago a metà giornata.
Riportare la gente al cinema
L’obiettivo, già esternato dal Direttore della Cineteca di Bologna, è quello di invitare i cittadini a tornare nelle sale in un’epoca dove lo streaming ha stravolto le abitudini, generando fenomeni come il binge watching e l’esaltazione dell’home entertainment. Per farlo si è pensato di riaprire uno dei luoghi culto per i cinefili bolognesi: il Cinema Modernissimo, sito nel fascinoso gioiello di Palazzo Ronzani tra via Rizzoli e Piazza Re Enzo. La sua storia ha radici secolari: è il 1915 quando, in Piazza Maggiore, nasce il primo edificio in cemento armato della città, un palazzo in stile liberty che diventa in poco tempo una delle location più attrattive di tutta Bologna accogliendo al proprio interno circoli, negozi, un albergo, un Caffè e anche un piccolo teatro, chiamato appunto Modernissimo, posto nell’interrato della struttura.

© Photos Lorenzo Burlando
Con il passare del tempo, complice il grande exploit della settima arte, il teatro si trasforma stabilmente in un cinema, resistendo fino al 2007, anno della chiusura; allora si chiamava “Cinema arcobaleno”. Poi, il nulla: per tanto tempo infatti, – fatta eccezione per alcune occupazioni giovanili -, lo scrigno bolognese prende solo polvere, complice una crisi sempre più pressante e un sistema audiovisivo alle prese con il pericoloso avvento della pirateria.
Il Modernissimo apre (di nuovo) le porte
La riapertura del Modernissimo arriva dopo una pianificazione ben congegnata del Comune e della Fondazione Cineteca di Bologna con Emmegi Cinema, la società proprietaria della sala. A dare la giusta spinta al progetto ci ha pensato il grande successo de “Il Cinema ritrovato”, rassegna estiva gratuita allestita in una Piazza Maggiore gremita ogni giorno di programmazione.

© Photos Lorenzo Burlando
Non è stata una riapertura come le altre. Dietro al Cinema c’è infatti un grande investimento anche dal punto di vista estetico come dimostra l’intervento dello scenografo Giancarlo Basili, già noto per i suoi lavori per il grande ed il piccolo schermo (“Il caimano”, “L’amica geniale”, “Paz” e “La tenerezza”, solo per citarne alcuni), particolarmente brillante nel voler riportare il luogo ai fasti di inizio Novecento. L’artista, oltre a risaltare alcuni disegni pittorici già presenti nella struttura originale si è ispirato alla documentazione fotografica presente in archivio.
Lo spazio presenta al suo interno anche una piccola caffetteria aperta al pubblico,
il Caffé Pathé: una caffetteria aperta tutto il giorno con una importante particolarità: l’apertura prolungata, dai matinée, fino a notte inoltrata, – grazie alla proiezione delle ore 13 -, per chi vuole approfittare di una pausa pranzo per mangiare e vedere un film che duri appena meno di un’ora. Un luogo che offre un’esperienza di visione alla massima qualità consentita dagli standard tecnologici attuali in un contesto d’altri tempi tra soffitti decorati, corridoi di specchi e motivi art déco.
Ma c’è un aspetto ancora più importante, legato alla componente sociale. Con una crisi che morde sempre più ed un pubblico purtroppo sempre meno presente la sala bolognese potrebbe indicare la via per il futuro: un modo per fronteggiare il dominio dello streaming è quello di proporre una vera e propria esperienza cinefila a trecentosessanta gradi dove alta tecnologia, gusto architettonico, programmazione di qualità e servizi extra convivono insieme per poter offrire allo spettatore tutto quello che non può trovare nell’ormai canonica fruizione casalinga. Piccole, grandi, idee per salvare il Cinema.
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