In tempi in cui finalmente è in atto una grande sensibilizzazione sul cambiamento climatico e sulle politiche green il mercato delle auto elettriche, soprattutto quelle più economiche, è in forte aumento. Dopo tanti anni molte aziende hanno cominciato quindi a presentare modelli adatti a tutte le tasche in nome di una mobilità inclusiva, necessaria per una transizione energetica su larga scala. Ad oggi una vettura “con la spina” economica costa poco più di ventimila euro, ma nel futuro i prezzi continueranno a scendere.
L’esempio Francia
Uno dei primi Paesi a rendersi conto che non può esserci una vera transizione senza un vistoso abbassamento dei prezzi è la Francia. Lo scorso 17 ottobre infatti la casa automobilistica Citroen ha presentato il primo modello low cost di auto elettrica: la Citroen e-C3, lanciata ad un prezzo concorrenziale con una cifra che sfiora (per il suo modello base) i 24.000 euro. La vettura, un’utilitaria, è pensata espressamente per le grandi città e per affrontare il traffico, costante della realtà quotidianità cittadina.
Quello dell’azienda d’Oltralpe è solo un primo passaggio di una mossa ancor più ambiziosa programmata per il 2025, anno in cui presenterà una nuova automobile elettrica con autonomia di 200 km ed un prezzo di listino che potrebbe attestarsi sotto i 20.000 euro.
Dacia e Renault: altri due esempi virtuosi
Il Suv francese risulta al momento il terzo veicolo vantaggioso presente sul mercato. Ad offrire un’auto ancora più economica è infatti la Dacia con il modello Spring, attualmente la vettura con il prezzo più basso tra tutte (appena 21.450). Da citare poi la Renault Twingo ZE, acquistabile a 22.950 euro; presto però proprio quest’ultimo modello sarà cancellato dal listino, a causa del lancio della Renault R4 e della R5, previsto in entrambi casi per il 2024.
Leggermente più care, ma comunque valide, risultano essere due auto provenienti dalle case Mercedes e Fiat. Pensiamo in tal senso alla Smart EQ Fortwo, gioiellino tedesco che rivisita la mitica due posti proponendo 140 km di autonomia e una ricarica di quaranta minuti. La Fiat 500 elettrica è invece il modello più richiesto sia nel nostro Paese che in Europa nonostante il costo sfiori i 30.000 euro (29.950). Il motivo del successo? La sua autonomia che, a bassa velocità (dunque all’interno delle reti urbane) supera i 300 km con tempi di ricarica che si aggirano più o meno intorno ai trentacinque minuti.
L’altro lato della medaglia: le colonnine di ricarica
Tuttavia la svolta green nel mercato automobilistico non può arrivare soltanto tramite l’acquisto di nuove quattroruote elettriche. In Italia, infatti, al momento sembra esserci grande criticità riguardante le colonnine di ricarica, ancora insufficienti e poco omogenee nel territorio per poter offrire ai potenziali clienti la tranquillità necessaria per effettuare un acquisto così importante. I dati parlano chiaro: un rapporto stilato riporta la presenza di 36.772 colonnine per circa 170.400 vetture circolanti, di cui soltanto 596 presenti nella rete autostradale; una quantità davvero ridotta che, secondo diverse indagini, allontana una larga fetta di clientela, spaventata dal rischio di poter rimanere a piedi o di dover macinare comunque tanti chilometri alimentati a benzina prima di trovare la stazione più vicina.
Una problematica che sembra in molti casi essere dettata da questioni di spazio, soprattutto per quanto riguarda le stazioni di servizio cittadine, molte di queste ancora non attrezzate per ospitare al proprio interno i punti di ricarica. Non è un caso dunque se il 2022 si è rivelato un anno particolarmente deludente per la vendita delle auto elettriche, con appena 50.00 vetture immatricolate nel nostro Paese. La speranza è che, di concerto all’aumento delle infrastrutture, dunque anche delle colonnine, il trend torni di nuovo ad essere positivo: serviranno comunque interventi a trecentosessanta gradi.
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