Non uno stivale: un’icona. Uno status che l’Original Timberland Boot si è conquistato nel corso di 50 anni di storia. Da quando, nel 1973, nacque come scarpa da lavoro per affrontare il clima rigido del New England, fino ad oggi, quando la sua epopea diventa un documentario diretto da Tom Gould. “This is Not a Boot: The Story of an Icon” racconta la storia di Timberland, seguendo il viaggio dello scarponcino giallo nella cultura globale. Ha conquistato amanti dell’avventura all’aria aperta e fashion addicted con la passione per l’escursionismo cittadino dal 1973. Fu allora che la Abington Shoe Company di Boston, attuò una piccola grande rivoluzione nell’industria delle calzature da lavoro impermeabili. Grazie alla tecnologia dello stampaggio a iniezione e all’utilizzo di pelli nabuk infuse con silicone, Nathan Swartz, immigrato russo ed esperto calzolaio, con il figlio Sideny tennero a battesimo lo “yellow boot”.
“Il famoso “yellow boot”è molto più di un semplice stivale: è uno stile di vita, una tela di espressione individuale, un simbolo di qualcosa di più grande e audace – ha dichiarato Susie Mulder, Global Brand President di Timberland – Sono entusiasta di vedere come le nostre comunità continueranno a dare il proprio contributo per plasmare la cultura dello stivale nei prossimi 50 anni”.
Le origini del yellow boot
Il carattere avveneristico è dato dai nuovi standard di impermeabilità e da quel logo dell’albero, inedito per l’epoca. La prime furono critiche anche pesanti: “Rovinerai la pelle, nessuno vorrà comprarlo”. Nel giro di soli cinque anni, le previsioni si rivelarono errate e il boot divenne talmente popolare che, nel 1978 l’azienda cambiò il nome in Timberland. Jeff Swartz, ex Ceo di Timberland, ricorda il nonno Nathan come un artigiano esperto, che sudava al lavoro e si adoperava con attenzione e cura per ottenere il miglior risultato.
La storia dagli anni Settanta ai Novanta
Considerato il clima instabile del New England, lo stivale si radicò sin da subito, nel mondo dell’outdoor: non era soltanto impermeabile, ma composto da materiali meno ingombranti, per una calzata più confortevole e leggera. Il passo più rilassato dello stivale, attirò nel corso dei secoli le subculture più diverse. A Milano, alla fine degli anni ’80, i Paninari adottarono il look casual americano in contrapposizione alla più rigida tradizione sartoriale italiana. Nel Regno Unito, la boot mania, esplose nei ’90 tra soggetti quanto più distanti: dai ravers che ne fecero una scarpa cool, agli operai e agricoltori che la traghettarono sul terreno del workwear.
A seguire, nel corso dei ’90, la fama di Timberland esplose anche in Giappone. Nel quartiere Harajuku di Tokyo, distretto fashion sinonimo di creatività e innovazione, il marchio divenne così simbolo di libertà di espressione, individualità e fusione dello stile occidentale con quello giapponese.
Timberland e l’hip-hop
Nel corso degli anni, lo street style e la cultura della strada si lega sempre più all’iconico boot, che diventa ben presto uno dei pezzi must dello stile abbigliamento hip-hop. Caso del destino, il movimento nacque proprio come lo stivale, nel 1973. Sulla scia della fortunata liason, è protagonista di video musicali e soprattutto di nuove sperimentazioni. Il primo che collabora con il marchio è nel 1998, il bassista newyorchese David Z. In seguito sarà la volta di artisti e fashion designer come Atmos, Collette, Undefeated, Opening Ceremony, Stussy, Supreme, Alife, Pangaia, Veneda Carter, Jimmy Choo e molti altri.
Una storia di artigianalità e innovazione
In realtà, già prima che Timberland aprisse alle collaborazioni più cool, la famiglia dei fondatori Swartz, già nel 1978, si era messa all’opera. Tenendo in attività gli stabilimenti produttivi anche in primavera, aveva ben pensato di unire la robusta suola del “yellow boot”a una tomaia da barca in pelle cucita a mano, creando la categoria di calzature “rugged casual”. Più recentemente, nel 2018 il progetto CONSTRUCT:10061 ha riunito un team di innovatori e creatori con la mission di ripensare ogni fase del processo produttivo guardando al futuro. Ancora, nel 2021, il brand ha debuttato con una proposta comfort innovativa caratterizzata da intersuole realizzate con il 75% di materiali biologici, dal design unico.
La collezione del 50° anniversario
Innovazione è la parola chiave, oggi come ieri, quando per lo speciale compleanno, lo stivale si tinge dei colori ispirati agli elementi naturali del New England, dove è nato. Inoltre, la proposta si amplia per comprendere anche le felpe in cotone biologico al 100%, insieme a cappellini e calzini dalla palette super vivace. Ha lo stesso carattere visionario, la campagna stampa affidata a sette creativi da ogni parte del mondo: grafici, illustratori di IA, che hanno creato un’opera originale e vivace in una delle tonalità cromatiche proposte, rievocando lo spirito di espressione individuale dell’iconico boot.
Il futuro di un’icona
Il futuro? Ancora tutto da scrivere, a più mani, con la speciale iniziativa Future73, Timberland coinvolge sei tra designer e creativi chiamati a reinterpretare la loro personale visione dell’iconico boot: da Edison Chen, a Samuel Ross, Suzanne Oude Hengel, e Nina Chanel Abney, e poi ancora Humberto Leon e Christopher Raeburn. Un progetto nato con l’obiettivo di visualizzare il futuro di una scarpa tanto iconica da aver rappresentato l’essenza stessa di Timberland.
“Ciascuno è partito dal Timberland® Premium 6-Inch Boot e lo ha trasformato secondo la propria idea di innovazione audace ed etica di design, per donarci una visione dicome potrebbe essere l’icona del futuro – ha affermato Drieke Leenknegt, Chief Marketing Officer di Timberland – È la nostra eredità con la loro visione, e insieme stiamo forgiando le nuove frontiere della cultura degli scarponcini”
L’ultima capsule rilasciata lo scorso settembre, Timberland® x Nina Chanel Abney Future73 vede scendere in campo l’artista contemporanea americana, apprezzata per le sue figure dinamiche. Lo stivale che ha realizzato è in pelle Premium Leather con suola increspata a contrasto. Due pannelli laterali reversibili e intercambiabili, insieme a bottoni automatici in rilievo e lacci extra large, permettono di personalizzare il proprio stile: un pannello è realizzato con la grafica e il logo Timberland in rilievo, mentre quello opposto è in tessuto ripstop con la speciale stampa camouflage griffata.
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