Alla fine del 1800 i giovani italiani che migravano trasferendosi all’estero in cerca di fortuna erano tanti ma solo a pochi di loro capitava di ritrovarsi protagonisti di una favola in stile Cenerentola. E a vivere una favola destinata a non rimanere fra le pagine di un romanzo per ragazzi, bensì a scrivere quelle della storia della moda fu Guccio Gucci. A soli diciassette anni, lasciò, infatti, l’Italia diretto, prima a Parigi, e successivamente verso quella città da cui tutto avrebbe avuto inizio: Londra. Nella capitale del Regno Unito, il giovane e futuro fondatore della maison fiorentina trovò lavoro come facchino nel prestigioso Hotel Savoy. Un luogo in cui regnavano lusso ed eleganza a tal punto da rapire il cuore di Guccio, già affascinato a quell’età dai raffinati bagagli degli ospiti che si aggiravano per la hall dell’albergo. Ciò che non immaginava in quel lontano 1898, né qualche anno dopo quando, nel 1921, tornò a Firenze per aprire la sua prima bottega di valigie e borse in pelle, è che il Savoy, circa un secolo più tardi, gli avrebbe intitolato la più bella delle proprie suite. E certamente il giovane Gucci vestendo i panni del facchino era ignaro del fatto che oggi, a soli cinquecento metri da quell’hotel in cui stava prestando servizio, la mostra “Cosmos” avrebbe omaggiato il suo nome nella stessa Londra che lo accolse giovane e pieno di speranza.
L’ascensore dell’Hotel Savoy
L ‘esposizione itinerante, inauguratasi lo scorso aprile a Shangai e approdata in Inghilterra oggi, 11 ottobre, mira a ripercorrere centodue anni della maison e sarà visitabile presso il nuovo hub creativo londinese fino al 31 dicembre per poi proseguire il suo ‘viaggio’ a Parigi e Tokyo. E non è un caso che la prima tappa europea della mostra sia stata proprio la città che ha segnato una svolta nella vita del giovane Guccio, a partire dai suggestivi spazi del Savoy che oggi rivivono in “Cosmos”. Ad aprire, infatti, il percorso della mostra, ideata e realizzata dall’artista britannica Es Devlin e curata da Maria Luisa Frisa, nota studiosa e critica della moda italiana, non è altro che una riproduzione, su larga scala, del famoso ascensore rosso dello storico hotel di Londra tanto caro a Gucci. “The Ascending Room”, stanza ascendente, è il nome della prima esperienza immersiva mediante cui gruppi di visitatori vengono trasportati verso il piano superiore, mentre ascoltano una curiosa storia: pare che quei sette minuti di viaggio su e giù, tra un piano e l’altro, avessero ispirato un giovane facchino ponendo le basi del suo brillante futuro.
Esperienze immersive e multimediali
Ad impreziosire la mostra rendendola particolarmente coinvolgente, ci pensano suggestive colonne sonore ed effetti multimediali, che accompagnano iconici e leggendari capi provenienti dall’Archivio Gucci, molti dei quali mai esposti prima. Un ticchettio di orologi e diorami, ispirati alle muse dello stilista, – come Jacqueline Kennedy Onassis e la Principessa Grace di Monaco -, fanno da sfondo agli esemplari di valigeria della maison fiorentina in “Portals”, la seconda sezione dell’esposizione. Tre spazi circolari interconnessi, bianchi e collegati da porte girevoli, ulteriore richiamo del Savoy e del suo ingresso originale, ospitano nastri trasportatori circolari in movimento. Quasi come di ritorno da un viaggio, su di essi, metafora dal sapore aereoportuale, esemplari di valigeria firmati Gucci si susseguono sotto lo sguardo dei visitatori.
Pezzi iconici dell’Archivio Gucci
Nove in tutto le sezioni in cui “Cosmos” si articola, ripercorrendo, non solo la storia del brand, ma tutti quegli elementi che ne sono divenuti, negli anni, inconfondibili tratti distintivi. È il caso dell’ Horsebit, con doppio anello e barretta, lanciato da Aldo Gucci nel 1953, esposto nella stanza denominata “Zoetrope”. Qui, un ambiente circolare è animato da schermi che proiettano filmati video, accompagnati da una traccia sonora di zoccoli al galoppo. Una vera e propria performance artistica, poi, coinvolge il pubblico, nella sezione “Two”, trasportandolo davanti ad una coppia di maestose statue bianche, alte ben dieci metri. Come fossero tele vuote, accolgono le proiezioni di ipnotiche immagini di abiti da uomo e da donna tratti dalle iconiche collezioni Gucci.
Rosso Ancora tra passato e presente
I fan più sfegatati di borse, gioielli, scarpe e accessori potranno, invece, perdersi nella stanza “Cabinet of Wonders” ritrovandosi dinnanzi ad un vero e proprio gabinetto delle meraviglie girevole alto tre metri. Tra cassetti e scomparti, fa da padrone un laccato rosso scuro, colore che torna protagonista nell’ultima stanza della mostra. “Gucci Ancora”, questo il nome dell’ultimo tassello di “Cosmos”, metafora del presente e del passato della maison fiorentina. Uno spazio interamente rivestito dall’esclusiva tonalità Rosso Ancora, in cui viene celebrata la collezione d’esordio del Direttore Creativo Sabato De Sarno tra proiezioni video ipnotiche di ricordi personali, frasi e parole. Dunque si tinge di rosso il futuro di Gucci con la nuova brand extension, un futuro, tuttavia, che non dimentica il passato. Di che colore erano le pareti dell’iconico ascensore del Savoy Hotel nel quale il giovane Guccio Gucci passava le sue giornate da facchino? Ovviamente rosse!