Una fresca rilettura d’archivio scandita dalla voce di Catherine Deneuve. Si chiude nel segno di Yves Saint Laurent la prima giornata della Paris Fashion Week: il brand ha presentato la collezione Primavera Estate 2024 ripescando la storica giacca sahariana, portata sulla runway ormai nel lontano 1967, riletta e ricodificata seguendo la visione artistica del Direttore Creativo Anthony Vaccarello. Saint Laurent collezione Primavera Estate 2024 | Life&People Magazine

L’omaggio di un classico intramontabile

Arrivato al settimo anno come creative director della casa di moda, Vaccarello ha voluto omaggiare uno dei tanti colpi di genio del fondatore, il quale contribuì al successo planetario della giacca sahariana, dopo una sua grande intuizione avuta per la collezione datata 1967.

Saint Laurent collezione Primavera Estate 2024 | Life&People Magazine

Lo stilista ai tempi capì per primo la grande potenzialità della tipica divisa francese utilizzata in Algeria trasformandola con audacia in un capo femminile glamour, contrassegnato da un lavoro sartoriale utile per snellirne la rigida struttura abbinandola a pantaloni svasati.

Saint Laurent collezione Primavera Estate 2024 | Life&People Magazine

Un abito storico, ri-declinato da Vaccarello sfumandolo anche in chemisier e riprendendo i cromatismi della terra e dei beige, passando poi per il marrone e soprattutto l’arancione. L’elemento che cambia maggiormente è poi il tessuto, non più contraddistinto dalla gabardina di cotone ma impreziosito in questo contesto da un certosino utilizzo della seta ben abbinato agli accessori che spaziano dai guanti in pelle fino agli occhiali, proprio per riecheggiare quanto più possibile lo spirito del tempo.

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Onnipresente anche il nero, leitmotiv della grande sensualità che da sempre contraddistingue il marchio grazie ad abiti in chiffon perfetti per donare morbidezza ad una donna che vuole risultare impattante senza cadere nell’eccesso.

Saint Laurent collezione Primavera Estate 2024 | Life&People Magazine

La citazione è poi completata dalla voce di Catherine Deneuve che, sulle note de “Take mu breathe away”, annuncia nel dettaglio ogni look, riprendendo dunque il modus operandi dei défilé vintage.

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Sfuggire dalla trappola delle silhouette

Dalle brevissime dichiarazioni rilasciate dallo stilista nel pre-show emerge un collegamento con quanto proposto dal “nuovo” Gucci di Sabato De Sarno a Milano. In entrambi i casi infatti si è sentita la necessità di liberarsi da determinati orpelli, lavorando molto sulla pulizia delle linee:

«Avevo voglia di pulizia, di innamorarmi ancora della moda, di non rimanere intrappolato in una silhouette»,

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parole che potrebbero tranquillamente uscire anche dalla bocca del nuovo designer a capo della casa della doppia G toscana ma che in realtà creano indirettamente un ponte tra l’Italia e la Francia in nome di una moda che forse, dopo tanta eccentricità, cerca più calma e stasi.

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Semplicità che non è mai basicità, soprattutto quando si parla di un universo così tanto fascinoso come quello di Yves Saint Laurent: ecco allora che all’ombra della Tour Effeil si palesano classici tocchi androgini tipici del marchio, con cuffie da volo acrobatico arcobaleno che riprendono la lezione di capostipiti come Amelia Earhart o Adrienne Bolland, giacche maschili e tute trasparenti per una collezione per la maggior parte in cotone che sembra voler riprendere a tutti gli effetti la gamma militaresca, celebrandone il pathos.

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Che gioco con gli accessori

Interessante rilevare la quasi totale assenza di borse in passerella, accessorio che lascia spazio ad un trionfo di gioielli di varie forme e dimensioni, pendenti geometrici, girocolli e bangle d’argento, signature delle donne Yves Sain Laurent, in grado di apparire sensuali con qualsiasi capo indosso.

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