I sogni spesso si avverano e diventano veri e propri obiettivi di vita proprio come la storia delle sorelle Biffi. Erano gli anni sessanta quando la lungimiranza di due sorelle milanesi, Adele e Rosy Biffi, rivoluzionò a poco a poco il mondo della moda. Fin da bambine le due sorelle amavano giocare con i vestiti, creare modelli e abbinamenti fino a crescere e decidere di aprire il loro primo negozio di moda con il supporto del marito di Rosy, l’imprenditore Franco Limonta. Qualche anno dopo grazie a un viaggio a Londra iniziarono a portare nelle loro collezioni griffes internazionali di elevato prestigio e capi molto moderni, tutto questo mentre arrivava in Europa il pret à porter. Negli anni settanta inaugurarono un nuovo negozio a Bergamo e negli anni novanta un altro nel centro di Milano, così poco alla volta iniziarono a realizzare i loro sogni ampliando le loro boutiques.
Le sorelle Biffi cacciatrici di talenti
Avevano un grande fiuto per scoprire nuovi talenti della moda, tra cui Stella Mcartney, Cormio, Setchu, Yamamoto, Ribeiro e tanti altri che oggi Biffi Boutiques scopre anche grazie al web. Furono significativi i loro viaggi in giro per il mondo tra Giappone, Cina, Inghilterra, Parigi, nei quali scoprirono nuovi stilisti, nuove mode e nuove usanze che hanno fortemente modificato il loro stile rendendolo senza uguali. Furono così le prime a notare artisti come Kenzo, scoperto per caso a Parigi.
Le sorelle videro, nel suo studio, alcuni suoi capi e ne furono entusiaste decidendo di proporli nelle loro boutiques dove in poco tempo andarono a ruba. Un giovane Gianfranco Ferrè frequentava il loro negozio negli anni dell’Università di architettura del Politecnico di Milano e le sorelle, lungimiranti riguardo le sue potenzialità, iniziarono a commissionargli alcune cinture. Un trampolino di lancio che lo portò a diventare l’artista che oggi tutti conosciamo. Furono numerosi gli studenti di moda portati alla ribalta dalle Biffi, uno fra tutti l’icona del fashion system Alexander Mcqueen.
La Milano bene vestiva la Biffi del cambiamento
Biffi è una moda smart profondamente legata a mix culturali che si lascia contaminare da vari stili differenti. Una moda che porta Milano in giro per il mondo e si lascia influenzare da particolari caratteristiche estetiche. Un marchio che è stato e resterà negli anni di grande moda milanese, influente in tutto il mercato mondiale. Mercato in continuo mutamento e molto sensibile alle evoluzioni sociali, grazie anche al web, il marchio Biffi è diventato più ibrido ed indossabile con una forte attenzione anche alla moda maschile rinnovata negli anni.
Per il marchio Biffi la moda è fatta di interazioni, di vita vera,
le sorelle quando sceglievano uno stilista per le loro collezioni consideravano anche il suo vissuto, perchè per loro i meriti dovevano essere conquistati poco alla volta con grinta, passione e determinazione. La chiave del successo per le sorelle era data da grande volontà d’animo e voglia di mettersi in gioco. Ecco perché hanno sempre apprezzato le piccole boutiques di sartoria artigianali e ancora oggi la famiglia Biffi crede molto in questo tipo di negozi e nei suoi stilisti cercando ove possibile di valorizzarli sempre più.
Quella delle sorelle Biffi è una storia che può essere di grande esempio per le nuove generazioni, qualunque tipo di ambizioni essi abbiano perchè insegna che impegnandosi e lavorando duramente si può arrivare a grandi risultati.
Tradizione e avanguardia si incontrano in un universo fatto di raffinata creatività, innovazione, arte e design
Accedendo al loro sito troviamo oggi marchi quali Bottega Veneta, Loewe, Quira, Nigel Preston e molti altri, ed è impossibile non notare la differenza dei capi anche solo nei tessuti molto diversi fra loro, cotone lana, seta per poi virare alle differenti geometrie, disegni e osservandoli accuratamente si può notare quando le influenze orientali si mescolino con quelle europee dal sapore old fashion. Tutto questo a conferma di quanto Biffi sia un marchio multiculturale. Dopo la scomparsa di Adele, una delle due sorelle, l’attuale capo degli acquisti del gruppo è Carla Cereda Biffi che crede molto nell’unione tra moda di grandi griffes unita ad artisti emergenti.
Oggi Biffi, oltre ad un forte e-commerce,
conta cinque boutiques di lusso, di cui tre a Milano: Biffi B-Contemporary store si trova nel centro di Milano e prevede principalmente moda maschile giovane con griffes come Barbour International, Handle With Freedom e Too Good for Carhart. In Via Sant’Andrea, si trova Banner, anch’esso con una sua identità specifica. Poi c’è Biffi Boutiques che prevede alcune griffes per una moda senior. A Bergamo, invece, vi sono due negozi: entrambi con un design particolareggiato, progettati da famosi architetti come Toni Cordero, Gae Auelenti e Oliviero Baldini.
Gli shop sono ben arredati, con uno stile ricercato
e uno di essi ha un’area open space dove vengono creati veri e propri eventi di moda. Dal dicembre scorso hanno inaugurato anche uno spazio vicino agli altri headquarters di Milano, creato per fare da base alle attività legate all’e-commerce e lavorano all’interno circa trenta dipendenti. In questo spazio di circa 400 metri quadri tutto ricorda lo stile industriale di un ombrellificio in ricordo di un’azienda che ha occupato quel locale per molti anni, il design progettato da Nori Studio.
Biffi ha rivoluzionato il mercato della moda, divenendo uno dei marchi più influenti in Italia che collabora anche con numerose testate per la realizzazione di eventi, come quello per la Gazzetta Dello Sport dove le vetrine delle boutiques si sono tinte di rosa o l’evento Vogue Fashion’s night con Barbie come manichino.