Sessant’anni di storia della moda, quelli di Chanel che dal 1909 al 1971 rivoluzionò il mondo del fashion e ancora oggi i suoi stilisti fanno sognare tutte le donne Al V&A Museum di Londra fino a febbraio 2024 si tiene la mostra “Fashion Manifesto“, dove si possono osservare le sue creazioni e molti materiali inediti. Oriole Cullen curatrice della mostra pone nella prima ala del museo la storia di Gabrielle a partire dalla sua nascita in Francia nel 1883 in una famiglia di umili origini, la madre morì quando lei era ancora piccola e visse per molto tempo in un orfanotrofio. Le suore le insegnarono a cucire infatti i primi abiti erano molto coprenti su stile degli abiti monacali e di color bianco e nero che divennero i colori più utilizzati da Chanel nel suo primo periodo. Per Chanel i colori dovevano essere neutri per far risaltare meglio il volto di ogni donna. All’età di vent’anni Chanel, uscita dal convento, si innamorò di un uomo che fu il suo primo finanziatore che l’aiutò permettendole di creare cappelli, visibili nella mostra londinese, vicino a questi ultimi la curatrice ha esposto una foto di Chanel e un’impronta della sua mano.
Chanel e la sua fashion revolution
Chanel aprì poi la sua prima boutiques a Parigi e nel museo troviamo uno dei suoi primi lavori, una camicia in jersey di seta abbinata ad alcune gonne strette in vita e non troppo lunghe, molto moderne anche per l’epoca attuale. Come si può notare nelle altre sale del museo, Cocò ha rivoluzionato il mercato della moda perché negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando tanti negozi chiudevano lei è riuscita a mantenere le sue collezioni e al posto dei classici abiti femminili con corsetto e aderenze pronunciate e pesanti strutture propone pantaloni morbidi e abiti comodi. Colse così nel segno i bisogni del momento, le donne dovevano essere pratiche per far fronte a qualunque problematica dovuta al conflitto mondiale. Esposti nelle sale vediamo poi una serie di maglie marinare, collezione che Chanel creò poco dopo la guerra per le sue nuove boutiques di alcune località marittime spagnole.
La sala con l’opera più famosa, il mitico Tailleur Chanel
Negli anni trenta, durante la grande Depressione, Cocò adattò l’abito maschile alle donne creando un tailleur aderente, ma allo stesso tempo comodo e raffinato per rendere le donne ancora più pratiche. Il percorso procede con l’ingresso in una sala in cui vi sono i primi flaconi di Chanel n’5 diventato ancor più celebre con Marilyn Monroe, prende la denominazione “n’5 ” perché era la quinta volta che tentavano di creare un profumo senza eguali. Negli anni cinquanta Chanel regalò un flacone del suo profumo alla regina Elisabetta che le rese grazie con una lettera che ancora oggi possiamo trovare alla mostra. Sempre in quegli anni creò le sue famose borse trapuntate prendendo spunto dalle giacche degli stallieri e nel museo si possono osservare numerosi modelli di questo gioiello fashion.
La stilista che non aveva paura di osare
La curatrice del museo ci tiene però a mostrare anche un abito, molto diverso dai classici della stilista, è infatti multicolore e ha una forma e una stoffa molto differente rispetto agli altri, questo perché Chanel riusciva ad avere una varietà creativa incredibile. Oriole Cullen racconta di una Chanel che amava essere sobria, elegante, ma in certi momenti aveva bisogno di osare e divertirsi con forme e geometrie meno usuali. La mostra si conclude con un abito degli anni settanta, nero di lana con un colletto chiaro, perché per la curatrice questo è un abito che non solo indossò Chanel ma rappresenta anche al giorno d’oggi tutta la storia della stilista per le forme e i tessuti tipici del marchio. Chanel è stata e sarà per sempre un’icona di stile che non ha solo rivoluzionato la moda, ha modificato per sempre la vita delle donne rendendola più agevole, raffinata, perché indossare Chanel significa percepire i suoi valori e la sua identità di donna libera, ribelle ed elegante.