Manca sempre meno alla relase in Italia di uno dei film più attesi dell’anno; dopo “Barbie” è pronto a fare il record d’incassi nel nostro Paese anche “Oppenheimer“, dodicesimo lungometraggio di Christopher Nolan con protagonista il grande Cillian Murphy in uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 23 agosto. Per molti considerato uno dei grandi capolavori del regista britannico, la pellicola ripercorre la vicenda di Robert Oppenheimer, passato alla storia per aver progettato la bomba atomica. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Tre ore di pellicola, una scelta di mercato
“Oppenheimer” è diventato il film più lungo di tutta la filmografia di Christopher Nolan, con una durata che supera i cento ottanta minuti. Un dato che non può certamente scoraggiare gli ammiratori del regista che, negli ultimi tempi, si è sempre lanciato in progetti di ampio respiro, soprattutto nell’ultimo “Tenet”, la cui lunghezza superava le due ore e mezza.
Attenzione però. Oltre alle fisiologiche necessità artistiche, il tema della durata è anche legato a una tendenza sempre più in auge nell’ultimo periodo. Come testimoniano ad esempio i titoli degli ultimi Festival di Venezia e Cannes, l’ultimo trend è quello di realizzare dei film sempre più lunghi, non solo per ciò che concerne il circuito art house, ma anche per quello mainstream. Ma perché? Il motivo è ben spiegato. Con l’avvento dello streaming, strumento che ha cambiato radicalmente i connotati a tutta l’industria cinematografica mutando le abitudini del pubblico, per riuscire a portare più gente all’interno delle sale sta diventando necessario proiettare dei prodotti audiovisivi sempre più spettacolari, esaltando quanto più possibile la forza attrattiva che solo il grande schermo riesce a dare, fornendo un’esperienza diversa rispetto alla fruizione da casa, contrassegnata da una durata minore e disattenta. Nolan, incrocio perfetto tra intrattenimento e autorialità, si è mosso dunque audacemente in questa direzione con l’obiettivo di trasportare gli spettatori in un’altra dimensione, facendo fare loro in questo caso un salto temporale nella seconda guerra mondiale.
Di cosa parla “Oppenheimer”?
Ma qual è la trama del film? Siamo nel 1942, dunque nel corso del secondo conflitto bellico. Preoccupati dallo sviluppo di un’arma nucleare da parte della spietata Germania Nazista, gli Stati Uniti danno vita, nel silenzio più assoluto, al Progetto Manhattan che culminerà con la realizzazione della prima bomba atomica della storia. Il governo a stelle e striscia affida l’incarico proprio a J.Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), nato nel 1904 da genitori di origini tedesche ed ebraiche. Lo scienziato, insieme alla sua troupe si recherà in segreto quindi nel deserto del New Mexico insieme alla sua equipe di esperti per progettare l’arma, le cui conseguenze continuano a rimbombare ancora oggi nell’attualità. Stellare anche il resto del cast, tra cui si contano anche Emily Blunt (nei panni della moglie dello scenziato Emily(, Kenneth Branagh (nel ruolo del fisico danese Premio Nobel Niels Bohr), Florence Pugh (che ricopre il ruolo del medico psichhiatra Jean Tatlock), Josh Hartnett (Ernest Lawrence, Premio Nobel per la fisica nel 1939, Matt Damon (Generale Leaslie Groves, responsabile militare) oltre che Gary Oldman (Presidente degli Stati Uniti che ordinò il bombardamento su Hirioshima e Nagasaki), Robert Downey Jr (Lewis Strauss) e Rami Maleck (David L Hill). Oltre questi si potranno notare diverse comparse tra cui dei veri scienziati, ingaggiati dallo stesso Nolan per rendere tutto ancora più credibile e realistico.
Inizia la lotta con Barbie
Con l’uscita del film comincerà parallelamente anche la “lotta” con Barbie, pellicola che fino a questo momento ha incassato in Italia la bellezza di trenta milioni di euro. Negli USA la bambola della Mattel sta vincendo la lotta sul lungometraggio concorrente (i due film sono usciti in contemporanea), attestandosi su un ricavo totale di 526.309.000 $ contro i 264.269.475 $. Dati che fanno sorridere la settima arte e che soprattutto fanno ben sperare per le sale del nostro Paese, le quali potranno prendere grazie a queste due uscite ravvicinate un po’ d’ossigeno dopo aver sofferto per lunghissimo tempo, causa covid e una programmazione italiana non sempre (in realtà quasi mai) all’altezza.
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