Una stagione ricca di appuntamenti che si dispiega fino al termine dell’anno. Da retrospettive sull’opera di designer e fotografi che hanno segnato la storia, ad esperienze immersive che celebrano l’evoluzione di brand senza tempo, ecco una selezione delle più interessanti mostre di moda del 2023.
1997: Fashion Big Bang
Si tratta di un appuntamento imperdibile che dominerà gli spazi del Palais Galliera di Parigi ancora per pochi giorni, fino al 16 luglio. Il 1997 è stato un anno spartiacque per l’industria della moda, segnato da collezioni iconiche, si pensi a Body Meets Dress, Dress Meets Body di Comme des Garçons, o agli abiti concettuali di Margiela, ispirati ai manichini Stockman.
Vogue Paris definì la stagione Primavera Estate dell’Haute Couture 1997 “Il Big Bang di cui Parigi aveva bisogno per riconquistare il suo posto di capitale internazionale della moda, in un’epoca di crisi economica e di intensa competizione globale”; mentre una generazione di nuovi designer si sarebbe imposta per esercitare la propria influenza fino ad oggi: Alexander McQueen, John Galliano, Hedi Slimane, Stella McCartney, Nicolas Ghesquière. Ma non solo, il 1997 fu anche l’anno di Colette e della tragica morte di Gianni Versace. Vale la pena considerare un viaggio last minute e partecipare a questa mostra densa di contenuti, ripercorrendo le tappe chiave di un anno che ha plasmato la moda del XXI secolo.
Azzedine Alaïa, Arthur Elgort, Freedom
Una dedica alla fotografia e alla moda, firmata Azzedine Alaïa e Arthur Elgort, ispira la mostra curata e prodotta da Carla Sozzani e Olivier Saillard, in scena fino al 20 agosto alla Fondazione Azzedine Alaïa, a Parigi. La retrospettiva celebra l’arte del fotografo Arthur Elgort e del designer franco-tunisino Azzedine Alaïa, uniti nello sforzo congiunto di materializzare l’idea di una donna sempre più indipendente, assertiva e determinata, che incarna il nuovo ideale femminile degli anni ’80. Ma è anche la storia di un’amicizia, raccontata attraverso scatti senza tempo che si dispiegano in trenta fotografie di Elgort e modelli originali di Alaïa.
Guy Bourdin: Storyteller
Cento scatti selezionati da Giorgio Armani e The Guy Bourdin Estate rendono omaggio all’opera dirompente del fotografo francese. Il gusto per la composizione, il ricorso alle tinte sature, i riferimenti cinematografici – specie ad Alfred Hitchcock, the Master of Suspense – rendono inconfondibile la cifra stilistica di un artista spesso considerato provocatorio che si rivela, tuttavia, un infaticabile storyteller, autore di immagini che lanciano allo spettatore una esplicita chiamata all’azione, che si tratti di interrogarsi e porsi domande. Nelle parole di Giorgio Armani:
“Questa mostra conferma la mia volontà di fare di Armani/Silos un centro di cultura fotografica contemporanea, includendo ciò che è prossimo al mondo Armani, ma anche ciò che ne è lontano. A prima vista, Guy Bourdin non è un autore a me vicino: il suo era un linguaggio netto, grafico, forte. Nella sua opera quel che si percepisce subito, in superficie, è la provocazione, ma quello che mi colpisce, e che ho voluto mettere in risalto, sono la sua libertà creativa, la sua capacità narrativa e il suo grande amore per il cinema. Bourdin non seguiva la corrente e non scendeva a compromessi: un tratto nel quale mi riconosco io stesso, credo non ci sia un altro modo per lasciare un segno nell’immaginario collettivo”.
Beautiful Repair
La capitale danese, che ha appena ospitato il Global Fashion Summit 2023, riconferma la propria sensibilità riguardo a tematiche di innovazione, cambiamento e sostenibilità e, anche in quest’ottica, ospita fino al 3 settembre la mostra Beautiful Repair al Copenhagen Contemporary. L’estetica del rammendo è un fenomeno che si sta diffondendo nel mondo dell’arte e della moda, offrendo inedite possibilità creative a designer ed artisti alla ricerca di nuovi territori di sperimentazione. Riparare ciò che è spezzato è una forma di amore, esprime la bellezza che si cela nell’imperfezione e nelle storie personali degli indumenti e di chi li indossa. La mostra combina l’esigenza di consapevolezza connessa al cambiamento climatico e il bisogno umano di espressione attraverso gli abiti, offrendo nuove intersezioni tra moda ed esplorazione artistica.
Roberto Capucci: Prospettive a Villa Manin
I monumentali spazi di Villa Manin e la sua architettura settecentesca fungeranno da location per un’esposizione dedicata al celebre designer d’origini romane, Roberto Capucci, maestro della moda italiana. Gli abiti in mostra sono stati realizzati a partire dagli anni ‘80 e si presentano come elaborate creazioni da sera e da cerimonia. La selezione proposta comprende anche una serie di sontuosi abiti-scultura; si tratta in particolare di capi realizzati per il centenario della Biennale di Venezia e per il Museo Capucci, ma anche, tra gli altri, Fuoco, Ventagli e Primavera, il quale con “oltre cento fiori di tessuto applicati su organza di seta” ricorda il celebre abito viola indossato dall’attrice Valentina Cortese. La mostra, in dialogo tra l’architettura fastosa della villa e la tridimensionalità degli abiti del designer, sarà aperta al pubblico fino al 17 settembre.
LV Dream
La volontà di fare di Louis Vuitton un marchio indissolubilmente legato alla cultura pop, culminata nella nomina di Pharrell Williams alla direzione creativa, si legge anche nell’inaugurazione della mostra gratuita LV Dream, in apertura fino al 15 novembre. La proposta è una ricca esperienza immersiva nella storia del brand, in dialogo tra heritage e contemporaneità, tra savoir-faire e collaborazioni artistiche, che si dispiega in nove stanze interattive, dal ritratto digitale di Louis Vuitton realizzato dall’artista Cao Fei, all’esposizione dei bauli iconici della Maison.
Ma non solo, lo spazio comprende anche un café ed una cioccolateria, grazie alla collaborazione con il pasticcere Maxime Frédéric, ed un gift store dove è possibile acquistare una curata selezione di piccola pelletteria e articoli di design da collezione.
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