Una giornata da ricordare per tutti gli appassionati di Motorsport. Nella giornata di oggi si corre infatti la centesima edizione di una delle competizioni più seguite della storia, la 24 Ore di Le Mans, celeberrima gara di automobilismo in scena ogni anno nel mitico Circuite De La Sarthe, considerato l’appuntamento più importante del Mondiale di Endurance. Un banco di prova estremo non solo per i piloti, ma anche per le macchine stesse, progettate e perfezionate al fine di garantire una performance quanto più resistente possibile.

Una gara nata da un test

Tutto iniziò quasi per caso. La gara infatti, nata per testare la resistenza dei materiali e l’affiibilità delle tecniche innovative, si affacciò per la prima volta nel mondo sportivo nel lontano 1923, precisamente il 26 maggio, con una partenza entrata nella leggenda. I piloti infatti inizialmente erano schierati su un lato della pista, con le automobili poste sul versante opposto: dopo il segnale di inizio delle 16:00, all’epoca indicato dallo sventolare della bandiera francese, i corridori si lanciavano verso le proprio auto, percorrendo poi il circuito, lungo tredici chilometri, per tutte le ventiquattro ore successive dando avvio a uno degli eventi più impattanti di tutto il circuito legato all’endurance.

Storia 24 ore Le Mans Life&People MagazineL’idea alla base della gara era quella di misurare le macchine non tanto sulla prestazione corta, ma sulla lunga durata, consentendo dunque ai vari team di lavorare a tutto tondo e con una prospettiva più ampia. Le regole erano quasi elementari: ogni macchina poteva essere guidata da massimo due piloti, i quali si sarebbero alternati tra loro gestendo il livello della benzina e i cambi. Nella prima edizione la maggior parte dei partecipanti fu francese (59 su 66), così come le aziende automobilistiche coinvolte.

Velocità record nel tracciato francese

La ricezione fu a dir poco trionfale. La 24 ore di Le Mans infatti colpì immediatamente pubblico e addetti ai lavori, macinando sempre più attenzione anno dopo anno, fattore che ha spinto gli organizzatori anche ad apportare dei determinati tipi di interventi per rendere la corsa ancora più scorrevole e divertente. Ad oggi infatti ogni team può contare su tre piloti, i quali si alternano per tutta la durata della gara con tutte la strategie del caso. Oggi il circuito de La Sarthe prevede 38 curve per giri con diversi tratti a lunghi rettilinei, dove le automobili possono spingere al massimo i propri motori superando in alcuni casi anche i 330 km orari.

Storia 24 ore Le Mans Life&People MagazineIn tal senso la velocità più alta mai registrata a Sarthe è di 405 km/h, raggiunta nel 1998 da Roger Dorky a bordo della WM-Peugeot P88 Group C Car. Il tempo più veloce registrato fino ad oggi, invece, è di 3.14.791 minuti segnato dal pilota Kamui Kobayashi a bordo della Toyota TS050 HYBRID LMP1 nel 2017 durante la qualifica.

Il pericolo fa parte della corsa

Chiaramente, visto il contesto, la 24 ore di Le Mans è considerata tutt’ora un evento massacrante e soprattutto molto pericoloso, viziato nel corso della sua storia anche da diversi tipi di incidenti, alcuni di questi molto gravi. Oltre a quelli scaturiti dalla già citata cosiddetta “Partenza alla Le Mans”, la cui fretta nel raggiungere l’auto di corsa portava i piloti a mettere da parte gli accessori di sicurezza, è necessario citare il caso più eclatante, quello del 1955, annata in cui purtroppo si verificò il dramma più triste di tutta la storia dell’automobilismo. A gara appena iniziata, dopo la terza ora, il pilota in forza alla Mercedes Pierre Levengh dopo un tamponemento spiccò letteralmente il volo, andando a finire sulle tribune. Oltre al corridore persero la vita anche 83 spettatori, altri 20 rimasero invece feriti.

2023: il ritorno della Ferrari

Ma per questa specialissima edizione i riflettori saranno tutti puntati sulla Ferrari, scuderia che, attratta dal nuovo sistema regolamentare, ha messo di nuovo piede sull’asfalto francese insieme ad altre case automobilistiche che hanno fatto la storia della 24 ore come Peugeot, Porsche, Cadillac e Vanwall.

Storia 24 ore Le Mans Life&People MagazineL’ultima apparizione del Cavallino Rampante è datata 1972. Gli anni più fiorenti in assoluto sono stati invece quelli dal 1960 al 1965, con la vittoria di sei edizioni conseutive. La scuderia di Maranello ha scelto di rientrare in corsa sospinta dall’introduzione della Hypercar LMH, un tipo di categoria che consente una ricerca e una sperimentazione tecnologica continua per le auto coinvolte. Nei giorni di prova la rossa si è comportata benissimo, strappando addirittura la prima fila nelle qualificazioni, segnale di un ottimo lavoro svolto e di una competitività d’alto profilo. Durante le 24 ore infernali i piloti della casa d’auto italiana dovranno però fare i conti con la resistenza della Toyota, secondo gli esperti una delle scuderie più forti del lotto. Le sensazioni, dunque, sono positive. Ma Le Mans è speciale perché sa ribaltare i pronostici.

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