Il Mondiale di Superbike approderà in una delle location più amate della storia dei motori: il circuito di Imola, Autodromo inaugurato esattamente 70 anni fa ospitando nel corso del tempo i piloti più famosi delle due e delle quattro ruote. Attualmente l’Autodromo Dino ed Enzo Ferrari accoglie la Formula 1, il Campionato del Mondo di Turismo oltre che la celeberrima sei ore di Imola.
Nasce nel 1953
I romagnoli hanno da sempre la passione per i motori nel sangue e a testimoniarlo sono le innumerevoli corse organizzate nell’immediato dopoguerra nei viali delle città. Sarà nel 1950 che inizierà a prendere forma quello che per tanti cittadini sembrava essere soltanto un sogno: un gruppo di sportivi infatti decise di realizzare un circuito stabile, sfruttando una vasta area che racchiudeva il fiume Santerno, il Parco delle Acque Minerali e le colline. Nel progetto iniziale il tracciato prevedeva circa 4 km di pista, poi portato a 5km per via di un raccordo che collegava la curva Tosa alla Piratella.
Il primo collaudo
Il 19 ottobre 1952 Ascari, Farina e Villoresi sulle Ferrari, Bertocchi sulla Maserati, Masetti sulla Gilera e Lorenzetti sulla Guzzi solcarono l’asfalto dell’Autodromo, dando inizio a una vera e propria avventura sportiva. Per la prima gara si dovette però attendere il 1953, precisamente il 25 aprile, giorno del battesimo ufficiale con il Gran Premio Coni, prova valida per il Campionato Italiano di motociclismo in cui trionfano Masetti e Lorenzetti. Le competizioni di automobilismo arrivarono invece soltanto nel 1954 con il Gran Premio Conchiglia d’Oro Shell, prova organizzata dall’Automobil Club di Bologna e riservata alle vetture sport.
Il contributo di Enzo Ferrari
Il circuito tuttavia non fu mai davvero ultimato fino alla metà degli anni Sessanta, quando finalmente la pista fu del tutto chiusa alle strade esterne nonché arricchita da una tribuna coperta. Sempre in quel periodo si affacciò per la prima volta anche la Formula 1, la cui prima gara – seppur non ufficiale – risale al 1963, evento che vide trionfare Jim Clarkalla alla guida della Lotus, approfittando della (incredibile ma vero) assenza della Ferrari.
La gloria del circuito crescerà in modo notevole alla fine degli Anni Settanta, quando i lavori sull’autodromo – denominato “Dino Ferrari” nel 1970 dal Consiglio Comunale il nome del primogenito di Enzo scomparso quattordici anni prima – si conclusero definitivamente, proponendo come novità anche una struttura per i box moderna e all’avanguardia. Per questo motivo il 14 settembre 1980 nel circuito imolese si corse per la prima volta il Grand Premio d’Italia di Formula 1, gara sottratta provvisoriamente all’autodromo di Monza.
Gli scherni tra i due circuiti rivali durarono poco. Soltanto l’anno successivo infatti grazie a un sodalizio vincente tra Imola e la Repubblica di San Marino i responsabili di F1 concessero due Campionati distinti e separati, dando ancora più lustro al territorio italiano. Da quel giorno in poi si susseguiranno gare eccezionali e GP rimasti impressi nella memoria collettiva.
La morte di Ayrton Senna e i trionfi di Michael Schumacher
La pista, amatissima dai piloti per la sua velocità e modernità, resterà nelle pagine di cronaca anche per due avvenimenti tragici. Sarà proprio sull’asfalto dell’Autodromo che purtroppo nel 1994 perderanno la vita a causa di un incidente Roland Ratzemberger e la leggenda Ayrton Senna. Due vere e proprie disgrazie che spinsero gli addetti ai lavori ad apportare alcune modifiche sostanziali, introducendo due varianti al posto delle curve Tamburello e Villeneuve, spettacolari da una parte, pericolosissime dall’altra. La scomparsa di Senna genera un vuoto. Ma tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio ci sarà invece un altro pilota in grado di far sognare milioni e milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo. Si tratta chiaramente di Michael Schumacher, il quale trionfò complessivamente nove volte in carriera, inanellando anche tre successi consecutivi a bordo della sua Ferrari dal 2002 e al 2004, entrando così ella storia.
Gli ultimi lavori e il valore sociale
Dopo il 2006 il GP di San Marino dovette chiudere i battenti per una lunga serie di lavori che hanno tenuto la tappa di F1 lontano dalla Regione per quattordici lunghissimi anni. Sarà solo una casualità che porterà Imola nuovamente all’interno del Campionato a quattro ruote. Nel 2020 a causa infatti dell’emergenza sanitaria gli organizzatori furono costretti a ripensare completamente al calendario, escludendo dunque tutte quelle città impossibili da raggiungere. Fu così allora che Imola sostituì una gara pianificata in Cina, rientrando poi in pianta stabile nell’elenco dei GP sotto la dicitura di “Gran Premio dell’Emilia Romagna”. Un destino già scritto per una pista che trasuda storia ad ogni curva.
Ma oltre la F1, oltre la Super Bike e le altre corse automobilistiche è importante rimarcare quanto l’Autodromo di Imola conservi ancora una spiccata caratteristica sociale. Nel tempo infatti il circuito è diventato un luogo di aggregazione, uno spazio di ritrovo per condividere non solo eventi sportivi ma anche culturali e musicali, come testimoniano i numerosi concerti organizzati ogni anno durante il periodo estivo. Una pista divenuta patrimonio collettivo che catalizza eventi e persone, nata e gestita in segno di una passione verso i motori che, da queste parti, non si esaurirà davvero mai. Una storia bellissima.
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