A distanza di due anni la Palma d’Oro torna in mano a una donna. “Anatomie dìune chute’ di Justin Triet ha infatti ottenuto il riconoscimento più prestigioso, condividendo la gioia con gli altri vincitori principali: gli attori Koji Yakusho e Merve Dizdar, oltre che il regista Tran Anh Hung. Resta a secco invece l’Italia, comunque apprezzatissima dalla critica internazionale con tre pellicole d’alto profilo. Tanta inoltre la bellezza sul red carpet, ricco di look interessanti anche per la serata finale di un Festival di Cannes che rimarrà indimenticabile. 

Un concorso avvincente

Complessivamente non può che considerarsi positivo il livello dei ventuno film presentati in concorso, tutti ritenuti per sfumature diverse, avvincenti ed interessanti. La pellicola della cineasta francese ha però convinto in particolar modo la giuria guidata da Ruben Ostlund, rapita dal modo in cui l’artista è riuscita raccontare la storia di un thriller psicologico, addentrandosi nei meandri di una famiglia dagli equilibri totalmente stravolti dopo che Daniel, figlio di Samuel e di Sandra, ha perso la vista a causa di un incidente di cui il padre si sente responsabile.

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Un film dunque a tinte molto forti, interpretato alla perfezione da Sandra Huller (presente anche sul Red Carpet prima della premiazione) con Arthur Harari in grado potenzialmente di vincere anche molti altri premi. In tal senso la divisione dei riconoscimenti è stata spartita in modo decisamente equo, cercando di abbracciare quanti più lungometraggi possibili.

Koji Yakusho e Merve Dizdar gli attori migliori del Festival

Non a caso Koji Yashuko si è accaparrato il Premio di miglior attore grazie alla sua sublime interpretazione in “Perfect days” del Maestro Wim Wenders, mentre quello come miglior attrice l’ha vinto Merve Dizdar per “About Dry Grasses” di Nuri Bilge Ceylan. Una delle pellicole più apprezzate di tutta la kermesse, ovvero “Les Fueiles Mortes” di Aki Kaurismaki si è dovuta accontentare del Premio della Giuria. il Grand Prix, uno dei premi più importanti è andato invece  a “The Zone of interest” di Jonathan Grazier.

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Totalmente a secco invece le tre proposte italiane (“Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti”, “Rapito” di Marco Bellocchio e “La chimera” di Alice Alice Rohrwacher) che, seppur raggiungendo un consenso praticamente unanime da parte degli addetti ai lavori, non ha ricevuto alcun tipo di riconoscimento, sfruttando però a pieno la vetrina concessa dalla rassegna.

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Nell’ultimo Red Carpet risplende Jane Fonda: i look

Tra i tanti protagonisti un’attrice in particolare ha rubato davvero la scena nell’ultima serata del Festival. Stiamo parlando della mitica Jane Fonda, apparsa elegantissima con un abito tempestato di paillettes e adornato con pendenti e un collier di Pomellato.  A lei l’onore di consegnare la Palma D’oro a Justin Triet.

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Particolarissima poi la mise di Stacey Martin, la quale ha optato per un abito firmato Louis Vuitton.

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Una vecchia conoscenza del Festival, Adèle Exarchopoulos (trionfatrice anni fa con “La vita di Adele) propone per un capo nero dalla struttura originale firmata Valentino.

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Ma non vi è red carpet senza un pizzico di sogno, per questa ultima serata incarnato dalla proposta di Fan Bingbing, attrice cinese che ha optato per una splendida creazione di Georges Hobeika impreziosita da un notevole innesto di piume con colore a sfumare. Archiviato l’evento in Costa Azzurra, i riflettori si accenderanno sulla prossima Mostra Del Cinema di Venezia, prevista in Laguna dal 30 agosto al 9 settembre per l’edizione numero 90. Un anniversario importantissimo che, certamente, verrà celebrato con un calendario ricco di eventi, proiezioni speciale e tanta, tantissima, passione per il cinema.

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