Non solo Maestro, non solo Re: ora anche Dottore per l’ennesima volta. Da poche ore infatti presso il Teatro Municipale di Piacenza è stata consegnata la Laurea Honoris Causa in Global Business Management a Giorgio Armani, il più grande stilista del fashion internazionale. Emozionato quasi alle lacrime ha ricevuto l’onorificenza dal consiglio di Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza, presente sul palco condiviso insieme al Rettore Franco Anelli e alla Preside Anna Maria Fellegara. Un momento importantissimo per il Re della moda, il quale durante il suo discorso ha inondato di perle di saggezze la platea, piena in ogni ordine di posto di studenti.
Le ragioni dell’onorificenza
Il rettore nell’introduzione ha citato una dichiarazione rilasciata da Armani nel 1980, ovvero soltanto cinque anni dopo la fondazione del suo brand:
“Io sono un capomastro, un geometra, un architetto della moda. Oggi uno stilista non può non essere anche un manager”.
Una visione modernissima che ha consentito al piacentino di scalare rapidamente tutte le gerarchie della fashion industry, diventando oltre che un modello globale anche un punto di riferimento fisso del settore.
E proprio questo concetto sta alla base delle motivazioni che hanno spinto il consiglio dell’Università ad omaggiare Re Giorgio, premiato considerando la dimensione internazionale del marchio, l’approccio e l’attenzione sempre molto attiva sul tema della sostenibilità oltre che la ricerca e consapevolezza della centralità d’impresa in rapporto alla creazione del valore condiviso. Ma non solo, perché il corso di laurea in Global Business Management introdotto durante il Covid-19, periodo in cui Armani si era esposto pubblicamente con una lettera rimasta nella storia, dove invitava a rallentare i ritmi e a pensare la moda attraverso un altro punto di vista, gesto apprezzatissimo dai responsabili dell’assegnazione.
Re Giorgio: il plurilaureato
Quella appena consegnata a Giorgio Armani non è altro che l’ennesima laurea ad honorem della sua carriera. Già in passato infatti il designer, oggi ottantottenne, ha ricevuto riconoscimenti speculari dal Politecnico di Milano (in Design industriale), dal celeberrimo Central Saint Martins e dal Royal Collage Of Art di Londra (dottorato di ricerca) e dall’Accademia delle Belle Arti di Brera. Tuttavia, “l’ultima arrivata” assume un valore molto più affettivo, in quanto ottenuto nel suo Paese Natale, quella Piacenza che, in un modo o nell’altro, è sempre presente nelle sue creazioni fin dai primissimi anni di attività.
Laurea honoris causa: i passaggi salienti del discorso di Giorgio Armani
Un discorso incentrato sulla componente emozionale quello che Armani ha pronunciato davanti alla platea – affollatissima e festante – del Teatro piacentino. In prima battuta il Maestro ha ricalcato i suoi primi passi a fianco del socio di allora Sergio Galeotti, uomo dalla straordinaria capacità imprenditoriale poi però scomparso prematuramente, costringendo Giorgio ad occuparsi presto anche del business oltre che del reparto creativo.
«Molti pensavano che non ce l’avrei fatta – ha detto il Re – ma, grazie alla mia caparbietà, ad aver vinto la sempre presente timidezza e al sostegno delle persone a noi vicine, verso le quali ho un debito di riconoscenza, sono riuscito ad andare avanti».
Ma l’insegnamento più commovente, significativo e toccante di Re Giorgio è arrivato proprio nelle battute finali dello speech, un vero e proprio insegnamento di vita che, siamo sicuri, entrerà di diritto nella raccolta dei tanti aforismi che Armani lascerà in eredità, incentrato sull’importanza dei propri affetti.
«Questa Laurea non deve essere una conclusione. Però mi ha obbligato a ricordare un percorso che io ho fatto, molto impegnativo, dimenticando me stesso. E questo è molto grave, ve lo sconsiglio. Lavorate, tenete duro sul vostro lavoro, ma non dimenticate che quando andate a casa avete un gatto, un cane, un bambino, una mamma, una nonna o… un’amante. Non dimenticatelo. Perché poi, andando avanti, si scopre di avere bisogno di persone al proprio fianco».
Immenso.
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