È stata presentata oggi l’attesissima mostra di Leandro Erlich, uno degli artisti contemporanei più influenti al mondo. Il nativo di Buenos Aires, noto per essere un conceptual artist, dopo aver inondato di meraviglia il mondo esporrà nel suggestivo scenario di Palazzo Reale Milano un allestimento intitolato “Oltre la soglia”, visitabile fino al 4 ottobre. Si tratta di un evento molto importante, quella di Erlich sarà infatti la prima mostra e data europea della sua carriera.
I dettagli sulla mostra
L’allestimento – promosso da Comune di Milano Cultura e prodotto da Palazzo Reale e Arthemisia in collaborazione con lo Studio Erlich e la curatela di Francesco Stocchi – si presenterà in un modo molto particolare, complice lo stile dell’artista, divenuto famoso a livello internazionale grazie alle sue installazioni raffiguranti palazzi su cui ci si arrampica virtualmente, case sospese per aria, scale mobile aggrovigliate oltre che sculture surreali e spiazzanti. Tutte caratteristiche che rimandano dritto alla poetica dell’argentino, fondata sull’ordinario che, decontestualizzato, diventa straordinario, raccontando qualcosa di diverso rispetto al punto di vista canonico dell’osservatore.
Proprio giocando sul paradosso della percezione Erlich ha girato il mondo il lungo e in largo, raggiungendo una quantità impressionante di persone. I numeri infatti ci parlano di oltre 600.000 visitatori nella sola Tokyo e oltre 300.000 nella sua città natale Buenos Aires. Ma a cosa si deve tutto questo successo? Oltre che alla bellezza concettuale delle opere, tutti i lavori dell’artista sono contrassegnati da una grande complessità di realizzazione, motivo che rende dunque rare anche le exhibition. In tal senso l’evento meneghino rappresenta una prima volta davvero speciale: il Palazzo Reale ospiterà infatti le opere dell’artista riunite in un unico luogo, cosa mai successa in passato.
Il disorientamento che genera riflessione
Disorientare per stimolare la riflessione, potrebbe sintetizzarsi in questa maniera la mission di Erlich, il quale si serve delle sue strutture architettoniche coinvolgendo il pubblico in prima persona, stimolandolo a sperimentare una dimensione altra. E proprio i visitatori saranno parte integrante delle diciannove opere in mostra: la loro riflessione, il loro sforzo di decifrare ogni installazione in diversi gradi di lettura rappresenta a pieno il completamento del lavoro di Erlich, il cui obiettivo è quello di far riconoscere a chi osserva il proprio squilibrio .Solitamente infatti un’opera creata dal sudamericano suscita, di primo acchito, un senso di grande familiarità rispetto al quotidiano, per poi però insidiare nella mente dello spettatore dei dubbi portandolo a non riuscire a saper spiegare con certezza quello che sta guardando. Si tratta a tutti gli effetti di un grande inganno mentale che, innescandosi, apre nuovi punti interrogativi e nuovi orizzonti.
Il punto di vista dell’artista
Difficile dunque spiegare soltanto a parole la grande esperienza sensoriale proposta da Erlich, il quale ha cercato di esporre il suo modus operandi in fase di presentazione:
“Il mio lavoro funziona come un’esperienza narrativa dispiegata nell’arena pubblica – ha detto l’artista – Costruisco storie visive tratte dalla vita quotidiana che evocano un insieme di circostanze ordinarie, radicate nella realtà e nell’esperienza condivisa, ma che non funzionano come ci si aspetta. Mi piace sviluppare progetti che spingono il pubblico oltre la soglia concettuale e mi piace lavorare con una varietà di media e modalità espressive. Il mio lavoro comprende installazioni, oggetti, sculture, video e persino la pittura. Creo strutture che innescano immagini e idee che, a loro volta, puntano verso nuove realtà. Mi piace considerare questi pezzi come dispositivi relazionali che ispirano l’interazione e il gioco tra gli spettatori. Intendo l’arte come un mezzo per coltivare nuovi approcci alla comprensione del mondo, fisico, mentale, politico, simbolico.”
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