Il dialogo tra moda e sesso è sempre stato sottile, quasi sussurrato, ma solido fin dai tempi antichi. Poche cose come gli abiti possono fungere da vero e proprio codice erotico, mutando chiaramente nel corso del tempo e rivoluzionandosi con nuove visioni e intuizioni. Come ogni aspetto all’interno del fashion system anche la tendenza a una silhouette a trazione sempre più erotica sembra prendere nuovamente piede anche nei trend di oggi, presentandosi però in maniera meno scabrosa e più consapevole. Se prima, nei tempi d’oro di Gianni Versace e Alexander McQueen, il sesso veniva utilizzato per rompere gli schemi in nome della libertà femminile, oggi viene inglobato nel nome della consapevolezza, dell’emancipazione e del genderless.
I Maestri degli anni Novanta
Seppur presente nella storia della moda fin dai secoli antichi è certamente con l’avvento degli anni Novanta che la componente sessuale ha cominciato a farsi vertiginosamente spazio nel mondo della moda in modo spiccato, merito anche di alcune intuizioni a dir poco geniali grazie a maestri come Gianni Versace (il quale fece impazzire il mondo con le minigonne-medusa indossate da Cindy Crawford e Linda Evangelista in alcuni advertising entrati nell’immaginario collettivo) oppure Tom Ford che, nella sua esperienza in Gucci, ha confezionato una quantità cospicua di abiti audaci.
Tutto fuorché una tendenza
Quello che si respirava negli anni Novanta era una vera e propria rivoluzione culturale, arrivata grazie all’influenza che proveniva dalle altre arti. Basti pensare per esempio a “Erotica” di Madonna e al relativo libro chiamato non a caso “Sex” costellato di meravigliose fotografie di Steven Maisel. I più attenti si ricorderanno anche dell’iconico videoclip di George Micheal dal titolo esemplificativo, “Freedom”, con protagoniste le top model facenti parte delle big five. (Christy Turlington, Naomi Campbell, Cindy Crawford e Tatjana Patiz).
Alexander McQueen cambia tutto
Ma l’immaginario erotico cambia in modo rilevante con l’avvento di Alexander McQueen, il quale invece di puntare su una sessualità immediata e didascalica decide di attingere a piene mani dal senso di colpa tipicamente vittoriano, ispirandosi alle “Cento giornate di Sodoma” del Marchese De Sade, abbracciando dunque un tipo di erotismo decisamente poco stereotipato intriso di naturalismo estetico e caratterizzato soprattutto dalle coesistenze di Eros (l’amore) e Thanatos (la morte). Da questa visione verranno quindi alla luce capi come il bumster, i pantaloni a vita bassissima e le dolorosissime Armadillo Shoes.
Insomma, una visione conturbante quanto impattante da incontrare l’amore degli osservatori, creando una specie di vuoto culturale dopo il suicidio del designer nel 2010. La morte di Mc Queen infatti farà sparire per un periodo il sesso dalla passerella a servizio di una comodità sempre più richiesta, con maglioni over e pantaloni con vita rigorosamente alta. Anche il famosissimo show di Victoria’s Secret, noto per proporre un canone di bellezza spavaldamente stereotipato e lontanissimo dalla visione del genio, inizierà a convincere sempre meno pubblico, per poi sparire lentamente dalle scene.
La moda e il sesso oggi: un approccio genderless
La declinazione oggi, del sesso nella moda sembra essere per la maggior parte a trazione genderless. Il fashion system infatti si è fatto carico della fluidità di genere, veicolando in passerella messaggi importanti mirati a creare un erotismo senza genere che non rinuncia però ad una fortissima personalità. Si tratta di una tendenza che sta abbracciando molteplici brand, da quelli più giovani, come ad esempio Nensi Dojaka, AC9 ed ANDREĀDAMO, a quelli da una storia molto più identitaria, tra cui spicca l’esperienza di Daniel Lee all’interno di Bottega Veneta e certamente Yves Saint Laurent con il prezioso apporto di Anthony Vaccarello.
Nonostante tutto però l’item più esemplificativo della nuova era è stato sdoganato dalla giovane ma ormai navigata Iris Van Herpen. La designer, non a caso “discepola” di McQueen, ha conquistato l’attenzione mondiale per aver realizzato nel 2020 il cosiddetto “Transmotion dress”, un abito che attraverso boccioli di seta e petali grazie ai suoi movimenti descrive il cambiamento del corpo. Una visione quasi filosofica che prosegue un dialogo destinato a non interrompersi mai.
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