Una scelta audace. C’è tanta California nella collezione Givenchy Autunno Inverno 2023 2024 presentata alla Paris Fashion Week. Tra capi estremamente sartoriali e una ispirazione che rimanda in modo netto all’immaginario del workwear statunitense, il Direttore Creativo Matthew M. Williams ha raccolto ampi consensi (ma anche qualche critica) negli spazi dell’Ecole Militaire proseguendo il suo percorso di ridefinizione del brand.
Una scomposizione della divisa da lavoro
Il designer, a capo del settore maschile della maison da quasi tre anni, ha voluto dare una spinta ulteriore alla sua visione di moda, fortemente influenzata dallo streetwear ma comunque rispettosa dai canoni e dei codici naturali che da sempre contraddistinguono la griffe. Ecco dunque che la fortissima impronta street incontra la forma e l’alta sartorialità, creando un effetto estremamente interessante.
Il leitmotiv della collection segue la destrutturazione della divisa da lavoro: Il pezzo più iconico (da tenere in considerazione in ottica trend) è senza dubbio la gonna indossata sopra il pantalone, così come le tute worker tenute volutamente slacciate e con la maniche in vita. Voluto omaggio, quest’ultimo, al fondatore Hubert De Givenchy, ritratto in una foto dagli Sessanta proprio con un maglione legato attorno ai jeans. L’atmosfera dello show è impreziosita da una scenografia molto pulita, praticamente asettica, e accompagnata dalle note di Bakar, noto musicista britannico molto conosciuto nell’ambiente indie-rock.
Tutto si trasforma
In un approccio fortemente artigianale, Williams dunque compie un processo di trasformazione dei suoi capi, compresi quattro modelli splendidi non a caso confezionati per l’haute couture. Il tailorong dunque incontra il denim, le felpe oversize, i cappotti in tweed; il Direttore Creativo non risparmia neanche gli accessori, realizzando anelli spessi, stivali da lavoro in vernice, gomma e pelle, oltre che grandi borsoni a tracolla.
L’inizio dello show è caratterizzato da una serie di completi in total black, di grande eleganza e impreziositi da un taglio innovativo. Sarà poi la volta di uno stile più sportivo e casual, sezione in cui si contrappongono colori e tessuti dove le forme si allargano e si aggrovigliano tra loro lasciando spazio a felpe con effetto bleached, a cappotti con doppiopetto e pellicce sintetiche, oltre che alle gonne. Immancabili poi le stampe che spaziano tra richiami scozzesi e pelle di serpente, intuizioni utili per dimostrare come possa esistere un compromesso alternativo tra streetwear e approccio sartoriale.
Troppa carne sul fuoco?
Ma questa unione d’intenti, – da alcuni osservatori già chiamata “Nuova forma” –, sta dividendo gli addetti ai lavori. Tra tanti che accolgono estasiati il tentativo visionario di Williams ci sono molti altri che non la vedono così pensando che la strada intrapresa del creativo non sia quella corretta, in quanto fallisce nel suo tentativo di accontentare troppe persone, finendo per non accontentare poi nessuno. Appare tuttavia chiaro come un concetto così tanto ambizioso abbia bisogno ancora di tempo per essere assimilato e considerato vincente. Il lavoro del designer, considerata l’epoca, è appena iniziato.
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