MEANSWEAR: tra consapevolezza e progresso. Per prevedere le tendenze moda future, non ci resta che attendere ogni anno gli appuntamenti più esclusivi. Questo 2023 apre la moda maschile a Firenze con Pitti Immagine Uomo che è un frame che cattura l’essenza contemporanea di uno stile in evoluzione.
La 103esima edizione di Pitti Immagine Uomo,
apre il calendario degli appuntamenti moda di quest’anno, con una consapevolezza in più: quella che, nella moda tutto torna, tutto muta e si trasforma. Impossibile parlare di stile senza considerare gli adattamenti al cambiamento, al tempo e alle nuove circostanze, dalle quali imparare e migliorare. Il salone fiorentino, apre con lo slogan “Pitti Way”, espressione della contaminazione e della tradizione, la necessità di innovazione è anche il desiderio di liberarsi dal concetto di moda passeggera e trend stagionali, per abbracciare quello di libertà e ricercatezza.
La moda uomo Autunno-Inverno 2023/2024,
sembra costruirsi tra i padiglioni della fiera, come un coloratissimo collage di polaroid sempre più nitide, dove non manca il dialogo tra passato e futuro. Anche il vintage, si riscopre fondamentale nella qualità di quegli indumenti che hanno bisogno di essere tramandati. I cardigan e “i maglioni della nonna”, realizzati però con filati nobili e tecniche all’avanguardia, sfidano il tempo, rimanendo uno dei capi protagonisti nell’armadio dell’“uomo del futuro”, che ci sembra un modernissimo nostalgico ritorno alla ricerca del comfort e del buon gusto.
I volumi sono morbidi ed oversize, le t-shirt si allungano e i capispalla si smontano dalla rigidità delle imbottiture, diventando sempre più accoglienti e desiderabili. I colori predominanti sono quelli che assaporiamo tra i versi de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’Annunzio: l’argentea pioggia che monda; le ciglia nere; le mandorle acerbe. Non una rigida interpretazione del “giusto o sbagliato” da indossare, bensì uno sguardo sincero sulle nuove passioni e interessi che accompagnano lo stile di vita dell’uomo contemporaneo.
Oltre il concetto di moda: il lifestyle cattura la scena
L’essenzialità torna protagonista, specialmente nelle linee ispirate all’abbigliamento sportivo, quello sempre più intelligente e pratico, impreziosito da tessuti tecnici performanti, come le fibre elastiche e traspiranti che assorbono l’umidità del corpo o il nylon waterproof, che non impedisce alla voglia di avventura all’aria aperta, di esprimersi anche nelle giornate meno soleggiate.
Ed è proprio la sezione “I GO OUT” ad enfatizzare il valore del contatto con la natura, la voglia impavida di tornare ad esplorare il mondo e ritagliare, – anche nel contesto metropolitano -, del sano tempo per fare sport e disconnettersi dalla dimensione digitale.
La sostenibilità, nel riutilizzo delle materie prime o nella scelta delle fibre organiche e nell’attenzione verso l’intero processo di produzione, sono un inno allo zero impact e si esprimono attraverso le collezioni green e sempre più coolness di designer emergenti e non.
Martin Rose e Jan Jan Van Essche: i protagonisti dell’edizione
Due sono stati i designer che hanno animato in modo evidente la città durante la rassegna. Stiamo parlando di Martin Rose e Jan-Jan Vam Essche, quest’ultima stilista belga che dopo tanti anni passati a Parigi ha debuttato con uno show molto concettuale, fortemente influenzato dalla cultura nipponica e diviso in tre sezioni: la sfilata vera e propria, dove hanno brillato delle silhouette fluide ed ampie, una performance di danza curata dal coreografo Sidi Larbi Cherkaoui e un set di musica taiko, eseguita con i tamburi nel chiostro di Santa Maria Novella.
Apprezzatissima anche Martine Rose, anche lei per la prima volta fuori dai suoi confini, l’Inghilterra, per ammaliare gli addetti ai lavori nell’open air della Loggia del Porcellino con una collezione che fonda la poliedrica cultura londinese unendola con un vero e proprio omaggio a Firenze. Non a caso infatti la creativa ha voluto in passerella i principali volti del Giglio, dal barman all’orafo passando per i calcianti del Calcio storico, facendoli sfilare con un mix di stile che schiaccia l’occhio allo streetwear e il tailoring. In questo modo i capi sportivi incontrano l’alta sartoria, tra pantaloni a vita bassa, maglieria e bomber impreziositi da decorazioni.
Novità della fiera: il padiglione dedicato al mondo animale, “Pitti Pets”
Si sa, la moda è universale e mai come in questo momento storico si riesce ad esprimere nelle sue inaspettate molteplicità, stupendoci di novità in novità, ma soprattutto cogliendo una grande opportunità di mercato. Immancabile, inoltre, l’attenzione al design e all’home-decor, che nell’area “The SIGN” amplia il concetto di lifestyle. L’area espositiva enfatizza l’importanza del contesto in cui viviamo come affermazione del proprio io. Una sorta di “Eligo ergo sum” perché è anche nella scelta dei nostri spazi di vita e degli oggetti che accompagnano il nostro quotidiano, che si determina e si afferma chi siamo. Conclusa l’edizione n.103 di Pitti Immagine, lasciamo la scena all’attesissima Milano Fashion Week Uomo, alla quale siamo già proiettati e curiosissimi di assistere. Piccolo spoiler: ad aprire le danze la prima sfilata Gucci senza Alessandro Michele, cosa dobbiamo aspettarci?