Un carrello della spesa sempre più vuoto e leggero. Con la crisi economica cambiano anche gli acquisti per i cibi che diventano sempre più low cost. È questa la fotografia immortalata sul poter d’acquisto delle famiglie e sui loro comportamenti al supermercato. Si spende di più ma si consuma meno, si sperimentano nuove strade di acquisto, senza permettere nessuna svista. È l’esito dell’inflazione che ha portato gli italiani ad essere più selettivi e risparmiosi al supermercato.
Sono sempre di più, infatti, le famiglie che fanno la spesa nei discount,
per risparmiare e cercare di far quadrare i conti a tavola, arricchita soprattutto di acquisti di cibi low cost che negli ultimi tempi hanno segnato un’impennata pazzesca. È boom di prodotti alimentari a basso costo che portano le vendite dei market non a marchio ad un aumento delle vendite del 10,3%. Un risultato questo che mostra come le abitudini degli italiani siano cambiate. Non si mette più nel carrello quello che si desidera senza badare al prezzo, ma si va al supermercato, di solito un discount (per il 72% degli italiani), con la lista della spesa ponderata che ammette solo pochissimce eccezioni da quello prestabilito. Stop, dunque, alla spesa d’impulso ma attenzione a tutto, soprattutto alle offerte. La maggioranza degli italiani punta all’acquisto dei prodotti in promozione, ricercando i prezzi più bassi e spostandosi da un market all’altro, alla ricerca della convenienza.
Cibi: quali sono quelli che costano di più
Le difficoltà delle famiglie nel fare la spesa mostra la doppia faccia della medaglia: se da un lato, infatti, gli acquisti diminuiscono e diventano low cost, dall’altro le spese per i generi alimentari arrivano alle stelle. L’agroalimentare costa di più e dunque se ne consuma di meno. Nel 2022 le famiglie hanno sborsato 13 miliardi in più per cibi e bevande. Lo dicono anche gli ultimi dati Istat che segnalano come a novembre c’è stato un calo delle vendite al dettaglio, in particolare proprio dei generi alimentari che sono crollati del 6,3%. A pesare di più sulle tasche degli italiani ci sono quegli alimenti di prima necessità che nel corso dello scorso anno hanno visto aumentare in modo spropositato il loro costo: pasta, pane e riso, preceduti dalle verdure. E poi ancora carne e salumi. Non sono da meno frutta, pesce, latte, formaggi, uova ed infine olio e burro.
La spesa si riduce: i numeri
È evidente, dunque, che la spesa al supermercato non solo prende nuove strade ma soprattutto si riduce. Lo dicono a gran voce le associazioni dei consumatori che attraverso sondaggi e ricerche lanciano i numeri di quello che sta succedendo sul fronte spesa in Italia. Secondo l’Unc, gli italiani sono “a dieta forzata” con spese alimentari sempre più misere. Segue anche Assoutenti che spiega come ogni famiglia, ogni anno, toglie 355 euro agli acquisti per il cibo e la cifra aumenta a 484 euro se in casa ci sono due figli.
Meno 1.053 euro annui a famiglia e dunque 27,1 miliardi di euro in meno destinati alla filiera agroalimentare in Italia. Insomma il quadro è drammatico e pericoloso ed in vista del caro benzina previsto nelle prossime settimane, non può che peggiorare costringendo gli italiani che si muovono in macchina a tagliare le spese su altri fronti e di certo la spesa non è esclusa.
In questa tragica situazione, a rimetterci di più sono i piccoli negozi,
i più penalizzati dal calo delle spese e della scelta di fare acquisti di cibi low cost. I dati in possesso si fermano a novembre e già segnalano una perdita del 6% rispetto ad un anno prima in confronto agli aumenti registrati nella grande distribuzione non a marchio. Le famiglie sono costrette ad essere puntigliose e selettive e chi ne paga le conseguenze sono i piccoli commercianti che di certo non possono combattere con i colossi della grande distribuzione.
Guarda anche – Veganuary: il mese della cucina vegetale a sostegno del pianeta