La medicina estetica è prevenzione, diagnosi e terapia di corpo e mente in sicurezza

. È una medicina sociale in quanto eleva la persona nel suo rapporto col mondo, in quell’abitare se stesso in relazione alla società in cui vive. Tuttavia, ad un occhio inesperto potrebbe sembrare che chi si occupa di questa materia, nel mare magnum delle diramazioni della medicina, abbia a che fare con situazioni decisamente più facili da gestire rispetto a molti altri specialisti sanitari. Pochi pazienti, portafoglio gonfio e una generale superficialità: queste sono le coordinate principali che dipingono lo stereotipo del chirurgo e/o medico estetico.

Eppure, al di là di pregiudizi e luoghi comuni, la chirurgia estetica

è in realtà una branca della scienza che occupa trasversalmente tutto il sapere medico, spaziando dalla dermatologia alla dietologia, dalla fisiologia all’endocrinologia, fino a toccare persino la psichiatria, la ginecologia, l’angiologia e medicina d’urgenza. Quella del chirurgo plastico con le mazze da golf nel baule dell’auto, che dopo qualche “punturina” a pochi pazienti chiude la giornata passando dal bisturi al ferro nove è solo uno dei tanti miti metropolitani che ci ha propinato la cultura pop.

Ma quali sono i rimedi di bellezza e i trattamenti estetici da preferire | Life&People Magazine LifeandPeople.itNella vita reale, coloro che lavorano nel campo della chirurgia o della medicina estetica sono professionisti preparati con decenni di studi, in grado di padroneggiare ogni campo della medicina e agire prontamente di fronte a qualsivoglia tipo di emergenza. Potrebbe farlo chiunque? ASSOLUTAMENTE NO. Ecco perché l’emendamento alla manovra proposto da Fratelli d’Italia lascia decisamente perplessi.

L’emendamento di Fratelli d’Italia: gli odontoiatri potranno davvero svolgere medicina estetica?

Che chirurgia plastica e medicina estetica sia molto redditizia non ci sono dubbi. Ma si tratta in ogni caso di scienza medica, che, come tale affida a un professionista la salute dei pazienti. Mettersi nelle mani di un chirurgo è un atto di fiducia, al di là di tariffe, listini e prestazioni. Eppure, sembra che la sirena dell’interesse abbia ripreso a cantare, sovrastando persino la buona coscienza e l’interesse verso la sicurezza delle persone. A dimostrarlo è l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia, che intenderebbe consentire agli odontoiatri di praticare piccoli interventi di medicina estetica – oltre le loro aree di competenza sul viso – sui pazienti. Niente di invasivo, certo: si tratterebbe di classiche tecnologie, punturine, filler di acido ialuronico o botulino, da applicare su zigomi, naso e labbra. 

La sensazione è quella di dejavù,

visto che la proposta sembra ripresa direttamente da quella messa in campo dal precedente esecutivo, poi accantonata nella legge di Bilancio. Purtroppo, oggi, con il nuovo emendamento la storia si sta ripetendo? Quali sarebbero i rischi, se un tale emendamento dovesse passare?

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No alla medicina estetica svolta dagli odontoiatri: quando l’interesse vince sulla sicurezza

Il percorso di formazione del dottore in medicina è lungo e tortuoso: le competenze acquisite in Università sono consolidate nei master e nelle scuole dedicate alla medicina estetica, oltre ai corsi di approfondimento che devono essere qualificati e riconosciuti dal Ministero della Salute. Sembra superfluo sottolineare che medici non ci si improvvisa, nemmeno nel caso della medicina plastica. Le cure estetiche, infatti, presentano indicazioni, controindicazioni, possibili effetti collaterali e notevoli rischi. Reazioni allergiche, shock, infezioni, durante le operazioni: tutte situazioni potenzialmente pericolose, che in quanto tali devono essere affrontate da un esperto in materia. E che – inutile dirlo – non possono essere gestite da odontoiatri o altre figure che non ha portato a termine una formazione a tutto tondo nelle totali aree di applicazione del viso.

chirurgia estetica medicina e prevenzione | Life&People MagazinePer di più, la professione odontoiatrica è disciplinata dalla legge 409/85. Essa prevede che il laureato in odontoiatria possa intervenire solo nei distretti anatomici riguardanti le aree mascellari. Nel 2019, il Consiglio Superiore della Sanità ha espresso parere non vincolante all’ Odontoiatra dandone facoltà di effettuare terapie di tipo estetico solo ed esclusivamente a completamento di una cura odontoiatrica completa. Secondo l’emendamento, invece, i dentisti vedrebbero ampliato il proprio raggio d’azione sull’area del viso, dove l’odontoiatra abilitato potrebbe così svolgere attività medica estetica non invasiva o mini invasiva.

E le competenze per farlo in sicurezza? La risposta arriva dallo stesso emendamento:

“L’attività di medicina estetica non invasiva o mini invasiva al terzo superiore, terzo medio eterzo inferiore del viso è svolta anche dai medici odontoiatri. A tal fine in via sperimentale è istituito un apposito Fondo presso il Ministero della salute con dotazione pari a 1 milione di euro per l’anno 2023 per organizzare corsi di aggiornamento in materia di trattamenti di medicina estetica“.

In una sanità stremata fatta di pronto soccorsi in affanno, medici di medicina generale insufficienti a coprire i bisogni, reparti spesso allo stremo si propone dunque un aiuto economico per insegnare – frettolosamente – ai dentisti i rudimenti della professione del medico estetico, in aperta contraddizione con la loro stessa deontologia e formazione. Al netto di tutto ciò, non possiamo che chiederci: è etico sottrarre finanziamenti ad una sanità pubblica sofferente per sostenere tali discutibili progetti?

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