Giovane, talentuoso, eclettico, appassionato di viaggi oltre che di alta cucina. Possono essere questi i tratti distintivi del protagonista della nostra intervista di oggi, a German Bentancur, executive chef del Vik Pellico 8 di Milano il cui nome rievoca il design ottagonale della Galleria Vittorio Emanuele II. Una location ottocentesca mozzafiato sita nel centro storico del capoluogo lombardo proprio in uno dei monumenti più iconici d’Italia e del mondo. La sua posizione, offre un punto di osservazione esclusivo e privilegiato sulle opere artistiche esposte, le quali convivono quotidianamente con lo scorrere incessante della vita milanese.

Chef Bentancur, quale piatto rappresenta più degli altri il mood di Vik Pellico 8 e perché?

Tanti, ma credo che il più rappresentativo sia quello con gamberi, foie, gras e amarena: un piatto evoluto nel tempo.

La sua è una cucina fusion, unisce sapientemente l’italianità alla cucina estera, – frutto dei suoi viaggi -, quali contaminazioni ha inserito nel menù?

Mi ispiro alla tecnica francese nel modo di cucinare, ad esempio per realizzare il brodo seleziono i tagli migliori di manzo, vitello, mentre per i dolci propongo ai clienti un viaggio virtuale in Argentina e Uruguay con il dulce de leche, tipico di questi Paesi.

Per le festività prevede novità in menù e quali?

Si, abbiamo elaborato un ricco menu molto gustoso, a base di carne di qualità elevata. Vogliamo rendere indimenticabile queste festività dal punto di vista gastronomico, in tavola protagonista sarà il pesce; e, per chiudere in bellezza un dolce classico milanese.Intervista allo chef German Betancur | Life&People Magazine

Lei è uno chef giovane, trae ispirazione dai suoi colleghi?

Sì certo, tutto il team con cui lavoro da quattro anni per me è fonte di riferimento e viceversa. Nel momento in cui immagino una pietanza mi confronto con il mio staff ed è un aspetto molto importante del lavoro che crea affiatamento e scambio di visioni: in cucina è determinante.

Quanto è importante la creatività innovativa in cucina rispetto alla tradizione?

Penso lo sia molto, ma la tradizione ha bisogno di rispetto ed è giusto così.

È difficile creare nuovi sapori e stupire la clientela?

No, non è difficile, anzi ritengo sia la parte più divertente della mia professione.

Qual è l’aspetto della cucina italiana che ama di più e quello di cui farebbe a meno?

Della cucina made in Italy amo soprattutto i primi piatti, ma non rinuncerei a niente; trovo sinceramente che ogni pietanza abbia qualcosa di molto interessante.Intervista esclusiva allo chef German Betancur Life&People

Vik Pellico 8: cucina immersiva e fusion

Nel ristorante Vik Pellico 8 l’esperienza culinaria immersiva si coniuga alla stordente bellezza visiva, sia da un punto di vista architettonico che di interior design. La struttura non a caso è stata completamente ristrutturata e curata da Alexander e Carrie Vik, due giganti del business dell’hotellerie di lusso. Cinque piani e ottantanove stanze, tutte decorate in modo diverso e unico da una folta schiera di artisti contemporanei, tra cui spiccano Fernando De Filippi, Mario Schifano, Lu Bolin e Szymon, fino a Marco Casentini e Carla Mura, esponenti del nuovo astrattismo.

Intervista esclusiva allo chef German Betancur Life&People

L’arte al centro di tutto

Tutta la struttura si regge pienamente sulla meraviglia dell’arte. Quest’ultima è centrale, evidente, in ogni ambiente, in ogni angolo, in ogni arredo, su ogni parete. Nell’hotel e nel ristorante si respira una forte vocazione per la bellezza grazie a un design sofisticato, declinato in modo glamour e non convenzionale. Seguendo fondamentalmente lo stesso carattere del luogo che li ospita, le due strutture rappresentano un prosieguo naturale, quasi fisiologico, della galleria: un viaggio all’interno della creatività.

 Life&People MagazineOltre alla grande ricercatezza dei piatti al Vik Pellico 8 si assapora anche l’arte visiva. Come Alice nel Paese delle Meraviglie infatti, qui il cliente entra nella scenografia che decora Galleria Vik venendo conquistato attraverso il palato e l’estetica, vivendo dunque un’esperienza a trecentosessanta gradi. Affacciato sul famosissimo toro della galleria, uno dei punti più visitati d’Europa, tra tavoli in marmo colorato e opere d’arte esposte da artisti italiani e internazionali, il ristorante si propone dunque come location perfetta per incontrarsi, lavorare e soprattutto rilassarsi, accompagnati dallo scenario non replicabile e dal fascino meneghino.

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