Lo sviluppo delle nuove tecnologie riguardo la fruizione dell’audiovisivo, come abbiamo già avuto modo di notare, sta portando a dei risvolti interessanti anche nel campo della moda; è sempre più frequente infatti che determinati oggetti acquisiscano dopo svariato tempo nuovamente interesse, magari perchè utilizzati in film o in serie tv di grido: se allora la quarta stagione di The Crown ha fatto tornare in auge l’uso del Barbour, il lungometraggio “Blonde” incentrato sulla vita di Marilyn Monroe ha fatto aumentare dell’oltre il 200% le ricerche riguardanti il celeberrimo pink dress sfoggiato dalla diva in: “Gli uomini preferiscono le bionde”. Ma qual è la vera storia dell’abito rosa che ha reso Monroe un’icona mondiale?

L’abito dei sogni è un piano B

Il genio dietro l’abito rosa di Marilyn è William Travilla, costumista già molto famoso alla fine degli anni Quaranta: nel 1948 vinse già infatti un Premio Oscar per “Le avventure di Don Giovanni”, quattro anni dopo avvia invece una fruttuosa collaborazione con la Diva lunga otto film: sarà un rapporto particolare tra i due, contraddistinto anche da una relazione sentimentale (come confidato dallo stilista stesso anni dopo). Non tutti sanno però che l’iconico abito non è nient’altro che uno dei più riusciti piani B della storia della moda, del cinema e forse delle arti in generale. Inizialmente infatti per la scena clou – quella per intenderci della danza “Diamonds Are a Girl’s Best Friend” in cui Monroe è adulata a e accerchiata dai corteggiatori in smoking – Travilla aveva pensato a un outfit molto più audace e sexy, ovvero un body con calze a rete impreziosite da lunghissimi guanti neri.

storia abito rosa Marilyn Monroe indossato in "Diamonds Are A Girl's Best Friend" | Life&People MagazineAnni prima però, precisamente dal 1949 al 1952, l’attrice aveva fatto discutere per una una serie di servizi fotografici di nudo scattati da Tom Kelly, fattore che destò in lei un’immagine scabrosa da parte dell’opinione pubblica, spingendo  il regista Howard Hawks a virare per quel determinato ciak su qualcosa di più “casto”, proprio per non incorrere in problemi di censura o in risultati poco soddisfacenti al botteghino. Fu allora – in quel momento – che Trevilla ideò l’abito che conosciamo ancora oggi, un vestito di raso con un grosso fiocco nel retro e un cinturino in vita, arricchito dal sopra senza spalline e da uno spacco laterale. A dare il tocco di lusso finale poi furono i meravigliosi brillanti, finti per le riprese ma veri più che mai durante gli scatti pubblicitari, proprio quelli in cui l’icona sfoggia il Moon of Baroda, diamante con un taglio di 24,04 carati.

storia abito rosa Marilyn Monroe indossato in "Diamonds Are A Girl's Best Friend" | Life&People Magazine

La vendita all’asta

Ma gli scandali e le polemiche legate al pink dress proseguono incredibilmente ancora oggi nonostante siano passati quasi settantanni dall’uscita della pellicola. Dodici anni fa infatti, l’11 giugno del 2010, il capo viene battuto all’asta al prezzo record di duecentosessanta mila dollari. Ma per molti, come riportato dagli esperti del Telegraph, non si tratterebbe del vestito originale, bensì di una copia.

storia abito rosa Marilyn Monroe | Life&People MagazineAlcuni insiders infatti sostengono che la creazione del costumista Trevilla si sia usurata pochi anni dopo il primo utilizzo, fatto che per forza di cose ha alimentato diversi dubbi riguardo la sua effettiva autenticità. A gettare ombre sarebbe poi la struttura del vestito venduto, completamente sprovvista del rinforzo in feltro utile per mantenere la forma del capo durante i giorni di riprese. Si tratta dunque di un particolare che ha contribuito ad elevare ancora di più un abito progettato e realizzato per risolvere un’emergenza, salvo diventare uno dei costumi più adorati, cercati, richiesti e replicati della storia. Magie che nel corso del tempo solo una vera diva come Marilyn Monroe è riuscita a fare.

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