Passione, dedizione, impegno: sono queste le caratteriste che distinguono l’attività della wedding planner ed event designing Chiara Toso. «Innamorata delle relazioni» e del ruolo cruciale che spesso ricopre nella storia dei propri clienti, a soli 37 anni è a capo di un’agenzia romana di organizzazione eventi e wedding planning all’avanguardia, che colloca i rapporti umani – e personali – al primo posto. Quella per i matrimoni e le feste, però, non è stata una vocazione precoce: Chiara l’ha piuttosto scoperta durante gli anni della sua formazione universitaria.
La wedding planner Chiara Toso si racconta: i retroscena
Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha completato i suoi studi con un Master in Turismo e Territorio alla “LUISS”, scegliendo di specializzarsi in marketing ed economia.
Con una simile percorso alle spalle, come è nata la tua passione per il wedding planning?
Inizialmente mi ero appassionata al mondo del giornalismo, perciò ho iniziato a studiare per realizzare questa mia passione. Quando ho finito mi sono resa conto che c’era qualcosa che mi mancava: avevo voglia ancora di continuare a studiare, e il mondo degli eventi iniziava ad affascinarmi. In Italia, comunque, non è una professione certificata da un riconoscimento o un albo, perciò non ci si arriva con un percorso di studi preciso. Così, ho iniziato a cercare qualcosa che potesse avvicinarmi in qualche modo a questo settore e ho trovato il Master alla “LUISS”, incentrato sulla parte turistica: per molti versi gli eventi sono correlati al turismo, promuovendo il territorio e valorizzandone i beni storici. È stato proprio durante questo percorso di studi specialistici che ho iniziato a incontrare professionisti del settore dell’hotellerie e degli eventi. Mano a mano che andavo avanti scoprivo nuove sfaccettature del lavoro che mi intrigavano, e ho finito per iniziare un tirocinio all’interno di un hotel, proprio nell’ufficio eventi. È stata una conferma di quanto mi piacesse questo mondo: sono passati dieci anni, ma non ho più cambiato idea.
Pensi che la tua istruzione universitaria ti sia stata di aiuto per avviare la tua agenzia?
Sì, sicuramente il marketing e la parte più strettamente economica hanno avuto una ricaduta pratica significativa. Ma anche il background in comunicazione è stato importante. Non a caso, sottolinei come il tuo lavoro consista nel «calarsi nei sogni degli altri e realizzarli»: il che si traduce in un atto di profonda comprensione, comunicazione – appunto – ed empatia verso il prossimo. Io sono un’amante della comunicazione, del parlare, dello stare a contatto con le persone. Ho deciso di specializzarmi nei matrimoni proprio per questo: se organizzo un evento aziendale, per esempio, lo faccio secondo standard fissi. Nel wedding planning, invece, è fondamentale comunicare con gli sposi, conoscerli, capire come si sono conosciuti, come è nata la loro storia, se c’è stata (e dove) la proposta… È avvenuta su una spiaggia? È lì che si sono conosciuti, o che ha ospitato le loro prime vacanze? O magari il loro primo bacio? Sono tutte domande importanti, che ti permettono di comprendere davvero la loro storia.
Come riesci a conquistare la fiducia dei tuoi clienti e immedesimarti nei loro desideri, anche non verbalizzati?
La fiducia è la parte più difficile: il giorno più importante della vita per la maggior parte delle persone deve essere perfetto. La parte più ardua è spiegare loro che tu non puoi solo alleggerirli di questo peso e di tutte le ansie che comporta. Ma anche che sarai lì per prevenire i problemi e per risolverli in caso in cui ci fossero. Poi, io mi occupo sia del design che del coordinamento del giorno dell’evento: quindi, devo rassicurare gli sposi che sarò in grado di disegnare una cornice perfetta e renderla reale. Come ci riesco? Principalmente con l’ascolto. Ascolto tanto e cerco di conoscere a fondo chi mi sta davanti grazie a molti incontri. È quello che propongo sempre ai miei clienti: sentiamoci, vediamoci, conosciamoci. Si riesce a lavorare bene sia con i più indecisi sia con chi ha le idee molto chiare: l’importante è riuscire a guidarli, a convincerli ad affidarsi a te, pur con approcci diversi.
Quindi il rapporto umano prima che quello professionale?
Esatto, anche perché nell’anno che precede il matrimonio tu accompagni gli sposi praticamente ovunque: nella scelta dell’atelier, dell’abito, dei catering… sei costantemente al loro fianco in tutti i sensi. Fisicamente ed emotivamente: entri a tutti gli effetti nella loro vita, scopri retroscena familiari, simpatie e antipatie… diventi un confidente, ti inserisci nella loro storia, in quella delle loro famiglie e dei loro amici.
Ti è mai capitato di instaurare un rapporto di amicizia con una sposa o con una coppia e portarlo avanti anche dopo il ricevimento?
Mi è capitato, sì. Per esempio con una coppia con cui ho iniziato a lavorare durante la pandemia. Alla fine hanno optato per un rito civile molto veloce per non dover più aspettare, ma con lei mi sento ancora.
Visto che ne hai parlato, che impatto ha avuto la pandemia sul tuo lavoro?
Nel mio caso la pandemia ha dato tanto aiuto: paradossalmente ha accorciato le distanze. Lavorando anche all’estero, per esempio, prima ci si sentiva solo al telefono, mentre ora ci sono le videochiamate, che sono decisamente più informali. Allo stesso tempo, le modalità telematiche hanno reso più flessibile l’agenda di molte coppie italiane molto impegnate: collegarsi online è molto più facile che venire di persona, si evita di spostare l’appuntamento.
«È vero che la felicità non si compra, ma ci si può lavorare per renderla possibile», questa la filosofia della tua agenzia, a prescindere dalla tipologia di evento da realizzare: che siano matrimoni, feste di varia natura o eventi aziendali, il minimo comune denominatore resta l’impegno dietro l’organizzazione.
Nel corso della tua carriera, però, avrai sviluppato preferenze personali: quali eventi ti permettono di dare maggiore sfogo alla tua creatività?
Senz’altro i matrimoni, che sono il core business della mia attività. Non lo sono per un discorso di scelta aziendale, ma proprio per passione. Mi piacciono gli eventi in generale, ma i matrimoni sono qualcosa che mi arriva dritto al cuore. Innamorata delle relazioni, dei sorrisi… sono a contatto con delle persone che stanno concretizzando un sogno, e io non posso essere solo una parte, ma realizzatrice di quel sogno. Non sanno ancora come avverrà, e io cerco di spiegarglielo e farlo accadere. Questo mi fa stare bene: non mi fa sentire il peso del lavoro.
Una delle caratteristiche che più rendono speciale la tua attività è una grande attenzione all’ecosostenibilità. Anzi, nel ventaglio degli eventi proposti, tra i più richiesti ci sono proprio i matrimoni green, eco o vegan. Di che si tratta?
Tengo molto al tema dell’ecosostenibilità, ma gli eventi sono quanto di meno sostenibile ci sia al mondo. C’è tantissimo spreco di tutto: dal cibo, ai fiori, c’è tantissima plastica… Questo mi ha spinto a chiedermi: cosa posso fare per rendere i matrimoni più green? Si possono prendere alcuni accorgimenti. Per esempio, per i fiori: io tendo a consigliare sempre di non esagerare con gli allestimenti floreali. Senza che l’allestimento diventi povero, si può per esempio mescolare fresco e secco, optare per fiori stagionali (che dunque non vengono da fuori), evitare la spugna contenitiva, che è molto inquinante. Oppure c’è l’opzione del flower bar: alla fine dell’evento, il flower designer crea dei piccoli bouquet con i fiori del matrimonio, così da lasciare qualche ricordo in più.
Per il menù, invece, si possono ridurre le portate del servito, inserire alimenti vegan, o devolvere gli avanzi ai bisognosi. Poi c’è l’imperativo del plastic free, combinata alla scelta di materiali sostenibili per bomboniere, decorazioni e quant’altro: persino l’abito della sposa può essere in fibre naturali o riutilizzabile. Si tratta di consigli, ovviamente: ma devo dire che negli ultimi anni sto riscontrando una maggiore accettazione. Magari non viene richiesto, ma quando viene proposto viene accettato bene.
Progetti per il futuro?
Rendere gli eventi sempre più sostenibili… D’altronde ogni evento deve essere unico, spettacolare ed indimenticabile altrimenti non è un evento.
Photo credits © Marcella Cistola