Quando inizia la storia della danza? C’è differenza tra danza e balletto? E cosa si intende per modern dance? Definire che cos’è la danza richiede di sciogliere, prima di tutto, alcune ambiguità. I termini “balletto” e “danza” infatti non sono sinonimi: il primo indica uno specifico prodotto della cultura teatrale occidentale. Dietro al termine “danza”, invece, si racchiude una vastità di fenomeni culturali molto differenti tra loro per provenienza geografica ed epoca storica. Ripercorriamo dunque le tappe salienti della storia della danza occidentale, dalle origini ai giorni nostri. 

Una antica testimonianza

La danza accompagna da sempre la vita degli esseri umani. Sin dalla preistoria, come testimoniano alcune pitture rupestri risalenti al Paleolitico in Francia e al Mesolitico in Spagna, la danza è impiegata in rituali e cerimonie sacre. Un’altra preziosa fonte iconografica si trova nella tomba del principe Khunhetep nella necropoli di Beni Hasan in Egitto. Gli affreschi risalgono al 1900 a.C. e raffigurano la rappresentazione coreografica della Canzone dei quattro venti. Sulle pareti della tomba, infatti, sono riconoscibili cinque danzatrici colte in pose molto differenti tra loro. Eseguono, probabile, un’elaborata coreografia che comporta movimenti e contorsioni diverse per ciascuna. Trattandosi di una cerimonia funebre, all’esecuzione della Canzone dei quattro venti non è prevista la presenza di pubblico pagante come per uno spettacolo teatrale. Al contempo, però, la complessità della coreografia spinge a supporre che le interpreti siano delle professioniste della danza.

Danza: arte per eccellenza dei Greci e Romani

Particolare rilievo nella storia della danza occidentale hanno le culture degli antichi Greci e Romani. Presso i Greci, in particolare, la danza è considerata l’arte per eccellenza. Certo anche la pittura e la scultura consentono di raffigurare le emozioni, ma la possibilità di movimento della danza è una qualità aggiuntiva con cui la staticità delle arti visive non può competere. Ancora presso gli antichi la danza è impiegata in riti funebri e celebrazioni religiose, come i Misteri Eleusini dove la danza oscena ma sacra di Baubo – si potrebbe definire una danza del ventre – è fonte di rivelazione e salvezza.

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Rilievo di Eleuisi, 430 a.C. Da sinistra: Demetra, Trittolemo e Kore, protagonisti dei Misteri Eleusini

In Grecia si danza anche durante i simposi e il filosofo Socrate, per primo, celebra l’amore per la danza quale fonte di educazione ed esercizio fisico. Una delle grandi innovazioni che i Greci apportano alla danza, e che poi i Romani riprendono in seguito, sono gli schemata. Insieme di pose e segni, gli schemata costituiscono un vocabolario gestuale chiaro e cristallizzato. Ogni emozione ha infatti il proprio schemata, un codice condiviso che pone il linguaggio danzato sullo stesso piano della parola.

Giullari e saltimbanchi proto-maestri della danza medievale

La storia della danza subisce un brusco arresto durante il Medioevo quando la Chiesa, per affermarsi sul paganesimo, pone forti limiti a quest’arte. Si continua a danzare, però, nelle piazze dei villaggi e durante le feste che scandiscono la vita contadina: la semina e il raccolto. Protagonisti della danza nell’Alto Medioevo sono i giullari, i saltimbanchi, gli acrobati: nomadi che si spostano di piazza in piazza esibendosi e conducendo le danze. Quasi dei proto-maestri di danza. Balli tipici di questo periodo sono: la carola, la farandola, la ridda e la tresca, tutte danze da eseguire in gruppo, spesso in cerchio, tenendosi per mano. Con la lotta per le investiture e il passaggio al Basso Medioevo, l’aristocrazia inizia a prendere le distanze dalla Chiesa e a recuperare la cultura degli antichi Greci e Romani. Ci si avvia così verso un’altro momento fondamentale della storia della danza: il Rinascimento.

Il Rinascimento: la danza classica accademica tra Italia e Francia

Quando nasce la danza classica? E perché questo particolare stile di danza si avvale della lingua francese? Ebbene le risposte a queste domande sono rintracciabili nel Rinascimento. Con l’affermarsi delle corti principesche in Italia, e della figura del cortigiano, diventa necessario anche trovare un intrattenimento adeguato allo status sociale degli aristocratici: la danza. Si afferma quindi la figura del maestro di danza, che ha il compito di educare non solo i giovani principi ma anche le giovani dame.

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Carlotta Grisi, Maria Taglioni, Fanny Elssler e Fanny Cerrito, protagoniste del balletto romantico

Vengono scritti, quindi, i primi trattati di danza, preziosa fonte di conoscenza per gli studiosi. Si afferma la bassadanza così chiamata perché è considerato disdicevole per gli aristocratici sollevare troppo le gambe da terra. È una danza che si esegue a coppia aperta, cioè prendendosi solo per mano e mantenendo quindi una certa distanza tra dama e cavaliere. Questo tipo di danza ha un enorme successo presso le corti italiane e non solo, giunge sino in Francia dove, nel 1661, Luigi XIV fonda l’Académie Royal de Danse. L’Accademia ha quindi il compito di stabilire e codificare i passi di danza: ecco perché ancora oggi si parla di danza classica accademica la quale si avvale della terminologia francese. 

Dall’intermezzo al balletto classico

Durante il Settecento e l’Ottocento la storia della danza compie passi da gigante. La danza classica è ormai diffusa in tutta Europa e diventa una forma teatrale: se nel Rinascimento è praticata soprattutto da aristocratici durante le feste a corte – matrimoni, nascite, vittorie e conquiste – con l’affermarsi del Melodramma la danza diventa forma spettacolare. È infatti eseguita da professionisti per un pubblico pagante. All’inizio la danza occupa solo una piccola porzione all’interno dello spettacolo, l’intermezzo, che funge quindi da riempitivo tra un atto e l’altro del Melodramma e spesso è slegato dalla trama principale.

Carla Fracci simbolo della danza nel mondo Life&People Magazine LifeandPeople.it

Carla Fracci in “La Sylphide”

Col passare degli anni, però, e grazie anche all’attività di coreografi e maestri quali Jean-Georges Noverre, Gasparo Angiolini, Salvatore Viganò e altri, la danza si emancipa dal Melodramma e diventa spettacolo a sé stante. Nell’Ottocento, infatti si afferma il balletto romantico. Protagoniste indiscusse sono le ballerine Carlotta Grisi, Maria Taglioni, Fanny Elssler e Fanny Cerrito, solo per citarne alcune. Vengono realizzati balletti quali La Sylphide (1832), Giselle (1841), Le Corsaire (1856), Coppélia (1870), che fanno ancora oggi parte del repertorio dei maggiori teatri lirici del mondo.

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Loie Fuller

Altra tappa fondamentale per la storia della danza è costituita dall’affermarsi del balletto imperiale russo. Qui, sul finire dell’Ottocento il coreografo Marius Petipa realizza, su musiche Pëtr Il’ič Čajkovskij, tre balletti anch’essi ancora rappresentati tutt’oggi: Il lago dei cigni (1877), La Bella addormentata (1890), Lo Schiaccianoci (1892). Da questo periodo fertile per la storia della danza hanno origine metodi dell’insegnamento attualmente in uso quali il metodo Vaganova e quello Cecchetti. 

Il Novecento e la rivoluzione della modern dance

Nel 1909 Sergej Djagilev, un impresario russo che poco sa di danza, fonda i Ballets Russes. Una compagnia che riunisce i maggiori interpreti dei Teatri Imperiali russi, realizzando tournée in tutta Europa. La compagnia si scioglie nel 1929 con la morte dell’impresario, ma il segno che questi artisti lasciano nella storia della danza è indelebile. Primo tra tutti il ballerino e coreografo Vaclav Nižinskij che con Le Sacre du Printemps (1913) compie una rivoluzione nella danza. Capovolgendo, infatti, tutti i principi della tecnica classica accademica Nižinskij getta le basi per la danza moderna.

Carla facci ricordo un anno dalla morte Life&People Magazine

Carla Fracci

Il termine “modern dance” è usato per la prima volta nel 1933 dal noto critico di danza del New York Times John Martin. Secondo il critico la danza moderna, o modern dance, è quello stile coreutico che si oppone alla danza classica accademica. Pioniere della modern dance sono quindi Isadora Duncan, Ruth St. Denis e Loie Fuller: tre intraprendenti donne americane che con la loro danza hanno modificato sensibilmente anche l’arte coreutica in Europa. Nella scuola di Ruth St. Denis si forma poi un’altra grande figura del Novecento: Martha Graham. Allievo di Martha Graham sarà Merce Cunningham, altro importante protagonista di questo lungo secolo della danza. In Italia, nei primi del Novecento, l’affermarsi della modern dance coincide col Futurismo: nasce così la danza futurista di Giannina Censi. 

Nel frattempo, la danza classica accademica non resta a guardare e si evolve nel neoclassico.

Merito anche del lavoro di coreografi attivi negli USA quali George Balanchine, prima, e William Forsythe, dopo.
Grandi interpreti del balletto classico, nella seconda metà del secolo, sono Margot Fonteyn, Rudolf Nureyev e Carla Fracci, indiscussa Signora della Danza. Diplomata alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, la Fracci ha interpretato i maggiori ruoli del repertorio classico e non solo. Ha saputo spaziare, come poche, dal balletto classico al contemporaneo, dalle scarpette da punta agli stivaletti del can-can. Un anno fa è uscito nelle sale il film che omaggia la vita, e la carriera, della grande ballerina interpretata da Alessandra Mastronardi.

Carla fracci film tv e cinema Life&People MagazineIn Germania, più tardi, Pina Bausch darà vita al Tanztheater, fondendo in uno stile inconfondibile la danza col teatro e compiendo un ulteriore passo avanti per la storia della danza. Siamo quindi giunti alla post-modern dance del secondo Novecento. Con lo sviluppo tecnologico, la diffusione della televisione e del video, ha origine anche la video dance negli anni Ottanta. Giungiamo così, ai giorni nostri e alla danza contemporanea. Con questa definizione si raggruppano un insieme eterogeneo di fenomeni coreutici attualmente in continua evoluzione. Ultima frontiera dell’arte coreutica è l’uso della realtà virtuale e dei visori VR. Non resta che vedere dove la storia della danza ci condurrà in futuro!

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