La biografia di Karl Lagerfeld fa rima con il concetto di libertà e sperimentazione creativa. La sua è una storia artistica che si sviluppa in cinque decenni nel corso dei quali lo stilista è riuscito a lasciare un segno indelebile, con le sue creazioni per molti versi controcorrente.

Le origini misteriose del Kaiser della moda

Dietro ai suoi occhiali scuri, irrinunciabili per quasi tutta la sua carriera, Karl Lagerfeld si nascondeva circondando il suo personaggio con un alone di mistero che avrebbe conservato fino al suo giorno della sua scomparsa. La sua precisa data di nascita, – per esempio -, non è mai stata rivelata: in un primo momento si diceva che fosse nato nel 1933, come riportano alcuni parenti e conoscenti che avevano studiato a scuola insieme a lui. Nonostante un’annotazione sul registro dei battesimi della sua città (Amburgo) riporti il 10 settembre 1933, il designer ha sempre raccontato di essere nato nel 1935, attribuendosi due anni in meno (forse per la paura di invecchiare? Resterà una domanda senza risposta).

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I primi passi nel mondo della moda a Parigi

Sarà nella Ville Lumière, dove si era trasferito insieme alla madre, che Lagerfeld inizierà a lavorare per la prima volta confezionando abiti. Nel 1955, vinse un concorso per un cappotto sponsorizzato dal Segretariato Internazionale della Lana. Grazie a questo primo, importante traguardo, lo stilista riuscì ad ottenere un prestigioso ingaggio da Balmain. Sempre nella capitale francese, negli stessi anni, fu il vincitore annunciato di un concorso indetto da Yves Saint Laurent. Dopo soli tre anni, Karl Lagerfeld lasciò Saint Laurent per collaborare con Jean Patou. Il suo estro creativo era tale, tuttavia, che l’avrebbe portato molto presto ad annoiarsi. Karl Lagerfeld era convinto di avere talento fuori dall’ordinario, che meritasse proprio per questo di essere riconosciuto in ben altri modi. L’apertura del suo primo atelier parigino avrebbe in questo senso segnato un momento chiave della sua carriera.

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Il lancio di Lagerfeld

Arriviamo agli anni ’80 con la fondazione della sua etichetta di profumi e di vestiti. In questa prima fase, lo stilista collaborò fra gli altri anche con marchi come H&M, che offrì un’edizione limitata dei suoi prodotti. Si trattava di una precisa scelta di business (da questo punto di vista fu un pioniere) per rendere in qualche modo più accessibili le sue creazioni anche ad un pubblico più ampio che non si sarebbe potuto permettere capi a prezzi stellari.

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Le collaborazioni più prestigiose

Il successo di Karl Lagerfeld passa anche e soprattutto per la scelta di ingaggiare alcune delle modelle più celebri degli anni ’90, diventate un punto di riferimento per il marchio. Tra di loro anche la splendida Claudia Schiffer, sua prediletta e ancora oggi considerata una delle indossatrici più rilevanti. Lagerfeld, con il suo stile a tratti provocante e controcorrente, è balzato agli onori delle cronache anche per aver vestito la regina del pop Madonna nel suo Reinvention Tour, caratterizzato da uno stile post-punk, e Kylie Minogue per lo Showgirl Tour.

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Icona di stile

Pochi altri stilisti al mondo come Lagerfeld sono riusciti a costruirsi intorno a sé un immaginario così riconoscibile. Personaggio amato e odiato allo stesso tempo, lo si riconosceva da lontano per il suo completo in giacca e pantaloni neri, il colletto inamidato, gli immancabili guanti a coprire le mani e l’acconciatura perfetta. A completare il look un occhiale nero che nulla faceva trasparire delle emozioni nel suo sguardo. Il look iconico è entrato di diritto nei libri di storia della moda, trasformandosi persino in travestimenti per Halloween e pupazzi funko-pfop.

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La morte

Il maestro venne colpito da un tumore al pancreas, riguardo al quale però mantenne il massimo riserbo. La notizia della scomparsa giunse come un fulmine a ciel sereno per chi, per anni, l’aveva idolatrato come uno dei più grandi personaggi che il mondo del fashion avesse mai conosciuto. Star sfuggente fino alla fine, Lagerfeld non ha chiesto alcun funerale pubblico: la richiesta dello stilista prima di morire era che le sue ceneri venissero sparse in un luogo segreto accanto alla tomba dell’adorata madre e dello storico compagno, Jacques de Bascher. Un finale poetico, che solo Lagerfeld avrebbe potuto regalarci.

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