Davvero concedersi un pisolino durante la giornata e abbandonarsi al sonno di Morfeo per alcuni minuti è quel toccasana per la salute che è stato sempre sbandierato? Per uno studio statunitense decisamente no. A lanciare l’allarme è infatti una ricerca pubblicata su una celebre rivista americana dell’AHA (American Heart Association) che ha documentato alcuni risvolti potenzialmente preoccupanti per una determinata fascia d’età e in una specifica situazione.
Il pool di ricerca
Sulla base di una ricerca svolta su un campione di persone che regolarmente si lasciano andare al classico pisolino, è emerso infatti che i soggetti interessati potrebbero avere possibilità maggiori di soffrire di ipertensione o di avere un ictus. L’indagine, condotta da un gruppo di ricercatori cinesi coadiuvati dagli scienziati della National Clinical Research Center for Geriatric Disorders e della Xiangya Hospital Central South University ha preso come punto di riferimento i dati di 500.000 profili facenti parte di una fascia d’età in particolare, quella da quaranta e sessantanove anni. Di questi volontari, per non falsare i dati sono selezionate 358.000 persone che in passato non avevano mai avuto casi di ipertensione o di ictus, le quali hanno fornito con cadenza regolare dei campioni di saliva e di urina oltre che appunti sulla frequenza settimane delle loro pennichelle post pranzo.
Gli esiti dello studio sorprendono per un fattore
Le percentuali sono interessanti: il 12% più dei volontari soliti a fare una dormita quotidiana secondo l’analisi sviluppa il 12% di possibilità in più di incorrere nell’ipertensione e il 24% di soffrire di ictus rispetto agli altri. Ma c’è un particolare emerso che cambia completamente la ricezione di questi numeri ponendo il focus su un altro aspetto. Sembra infatti che la causa scatenante dei potenziali disturbi sia l’assenza del sonno di notturno, un elemento che chiaramente poi colpisce di riflesso anche il pisolino pomeridiano. La maggior parte delle profili coinvolti nell’indagine hanno infatti dichiarato di optare per il cosiddetto riposino solo per recuperare le ore perse durante la notte: un espediente assolutamente non sufficiente e non compensativo, come testimoniano praticamente sempre tutti i principali esperti della materia in questione.
Proprio così: secondo i dati raccolti dunque la maggior parte dei protagonisti che hanno accettato di sottoporsi alla ricerca hanno affermato di condurre uno stile di vita non lineare, caratterizzato da apnee notturne e insonnia a volte causate da un uso frequente di sigarette e di alcol: tutti elementi che alla lunga non possono fare altro che sfalsare completamente l’equilibrio quotidiano generando dei vistosi scompensi durante tutta la giornata.
Pisolino sì, pisolino no?
Alla luce di tutto questo è opportuno rimarcare l’attuale assenza di rischio per tutti i soggetti senza particolari problemi di insonnia o altro. Chi dorme 7-9 ore sufficienti per affrontare al meglio la giornata e convivere serenamente con il proprio organismo, può lasciarsi andare a un sonnellino dopo pranzo serenamente. La questione cambia come abbiamo visto per tutti coloro che invece credono di poter recuperare le ore di sonno perse con il pisolino, in realtà facendo soltanto un danno al proprio corpo.
Le indagini comunque continueranno in quanto la questione rimane essenzialmente aperta: la scienza in tal senso è divisa tra esperti contrari al sonnellino ed esperti assolutamente favorevoli; tra questi ultimi si annovera ad esempio l’Università del Colorado che, attraverso alcuni studi, ha dimostrato come un pisolino della durata di 20 minuti a giornata aiuti a migliorare la produttività e la memoria. Sono andati ancora più in fondo dei ricercatori di Berkeley, i quali hanno evidenziato una correlazione tra la pennica pomeridiana e una maggiore capacità di attenzione a apprendimento. Per capire la verità, sempre che esista, toccherà dunque aspettare ancora un po’.
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