La costante voglia di sperimentazione e di ampliare il concetto di accoglienza di una delle maison di moda più importanti del mondo non si arresta davvero mai; è stata particolarmente apprezzata la vendemmia al Borro, terreno sterminato nel verde delle colline toscane (nello specifico nella Valdarno di Sopra) di proprietà dei Ferragamo che ha coinvolto i dipendenti, le loro famiglie, i proprietari e facoltativamente anche gli ospiti del meraviglioso relais con un unico obiettivo: aiutare e servirsi con cura delle meraviglia della natura.

Una scommessa vinta

La raccolta è caratterizzata da una trovata ludica molto divertente: si è infatti deciso di dividere i partecipanti in due squadre, tutti vestiti rigorosamente di bianco, con lo scopo di prelevare quanta più uva possibile dalle vigne. Un gioco che, oltre a divertire, ha permesso all’individuo di compiere un vero e proprio viaggio nella natura, entrando a contatto con il primo step di uno dei processi di produzione più affascinanti del settore. Si tratta dunque dell’ennesima scommessa vinta da parte della famiglia toscana che, già dal 2012, ha convertito la sua azienda interamente alla produzione biologica, con un occhio di riguardo verso i vigneti, piantati non a caso insieme a carciofi e rose, utili per difendere le preziose vigne da pericolose malattie fungine come l’oidio e la tignola.

Vendemmia Borro Ferragamo Life&People MagazineUn percorso davvero incredibile e soddisfacente, soprattutto in quanto deciso soltanto in tempi tutto sommato recenti: risale infatti al 1993 l’acquisizione di Ferruccio Ferragamo del vastissimo terreno, comprato proprio per diversificare il business della famiglia. La curiosità è che all’inizio la produzione del vino aveva ricevuto un veto da Ferruccio stesso; è dunque merito di Salvatore (l’ Amministratore Delegato) il successo dell’azienda vitivinicola, oggi punto di riferimento dell’intero movimento.

Il processo di vinificazione

I grandi problemi climatici emersi durante l’ultima stagione estiva hanno anticipato la raccolta di circa una decina di giorni, senza dunque particolari criticità. Una buona notizia per una delle località pulsanti della regione del Chianti, un punto concentrico per il vino fin dal 1716, anno in cui Cosimo III, il Gran Duca di Toscana, indicò tramite un editto la divisione delle aree geografiche in Chianti centro (tra Panzano e Greve), Carmignano (a ovest di Firenze), Pomino (a est di Firenze) e Val d’Arno di Sopra (la zona del Borro). Per volontà dell’enologo di fiducia Stefano Chioccioli, l’intera vendemmia è condotta a mano, quindi con estrema cura e senza l’intervento della macchina vendemmiatrice, considerata aggressiva e ovviamente non in grado di effettuare una selezione accurata degli acini.

Vendemmia Borro Ferragamo Life&People MagazineUna volta raggiunta la cantina avviene poi la diraspatura e la pigiatura, a cui segue la fermentazione in tini d’acciaio o legno. Per l’affinamento invece sono selezionati dei roveri francesi, tenendo in considerazione ogni tipo di particolare proprio per valorizzare al massimo delle possibilità il profumo e il sapore dei prodotti. Da sette anni a questa parte l’enologo ha inoltre reintrodotto la vinificazione in anfora. Non a caso tra i rossi più richiesti spicca appunto il Petruna in Anfora. Richiestissimo anche le Bolle di Borro Rosè, ricavate da un curatissimo Sangiovese contraddistinto da una maturazione tardiva e da una grand escursione termica tra giorno e notte.

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L’orto e le altre meraviglie della tenuta

Ma il vigneto non è solo l’unico tesoro della riserva naturale. Non molto tempo fa è nato infatti anche l’Orto del Borro, un terreno di tre ettari seguito in prima persona da Vittoria Ferragamo. Una sorta di ode al chilometro zero, visto che i prodotti sono coltivati e serviti nei piatti del ristorante e del bistrò del lussuosissimo Relais Chateux, con la possibilità di essere venduti a tutti i clienti desiderosi di portare a casa un pezzo pregiato della splendida tenuta. Presenti, inoltre, nel vastissimo terreno una produzione biologica di miele e di pecorino, otre che delle uova con un allevamento a terra impreziosito dalla presenza di ben duecento galline livornesi. Tutta l’eccellenza italiana concentrata in un unico luogo.

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