Il raggiungimento dei 40 anni è definito come la mezza età, un periodo di transizione nella vita delle donne che intercorre tra la giovane e l’età adulta.
In questa fase della vita tutto cambia velocemente: da un lato i figli sono già grandi e cominciano ad essere più indipendenti, vanno all’università o lasciano casa; dall’altro lato i genitori invecchiano e le preoccupazioni e i pensieri aumentano. E’ un periodo complicato della vita perché ci si trova a fare i conti con le aspettative della società che vedono la donna di quarant’anni già in là con gli anni, anche se in fondo ci si sente ancora giovani e vivaci.
Sono molti i cambiamenti che avvengono in questo periodo della vita che talvolta sono causa di disagio emotivo e di rivalutazione di ciò che davvero conta nella quotidianità. Rendendosi conto del fatto che “metà” della propria vita è trascorsa, si cerca di dare un senso al presente e al rapporto con il passato e il futuro, si iniziano infatti a mettere in discussione le scelte compiute fino a quel momento, ricordando tutti quei sogni che si avevano un tempo e che a causa della famiglia e del lavoro si sono allontanati.
I 40 anni: la seconda adolescenza
Fino agli anni ’90 raggiunta la soglia degli anta una donna era considerata ormai di mezza età, ad oggi c’è addirittura chi chiama questo periodo “seconda adolescenza” o gli “anni della rinascita”. Non si tratta di una crisi di mezza età dovuta alla paura e al rifiuto dell’accettazione di non essere più una ragazzina, ma di cambiamenti ormonali che avvengono nel corpo.
I quarant’anni in realtà possono essere uno dei momenti migliori nella vita di una donna: proprio in questa età si osserva la realtà in modo diverso, si ridefiniscono i propri traguardi e obiettivi, si diventa più sicure di sé diventando consapevoli del proprio valore, del proprio benessere e della bellezza femminile che ciascuna donna emana. Ciò che a primo impatto potrebbe apparire come una meta finale in realtà si rivela un nuovo inizio, ricco di sfumature ed emozioni nuove, animato dal desiderio di volersi riconciliare con sé stesse dopo anni dedicati alla famiglia e al lavoro.
Un ritratto per rinascere e riscoprirsi
Dietro alla volontà di riscoprirsi e ritrovarsi c’è il desiderio di apparire rinate ai propri occhi, capaci di emanare forza e sicurezza. E’ a questo che servono i ritratti femminili, una forma d’arte per ogni donna in cui celebrare e ritrovare la propria essenza. Tra le molte fotografe ritrattiste italiane, Valeria Lobbia, ha deciso di dare alle donne over 40 uno spazio in cui ritrovarsi, vedersi rifiorire e risplendere attraverso la fotografia. In questo modo l’esperienza di ritratto diventa un viaggio alla riscoperta di sé, un percorso di valorizzazione della propria persona volto a testimoniare la meraviglia che ogni donna – a modo proprio – custodisce.
Oggi decidere di regalarsi un ritratto è diventata un’esperienza
dettata da aspetti culturali o momenti importanti nel corso della vita di una persona, ad esempio nel caso dei matrimoni. Anni fa invece, i pittori fiamminghi sono stati i primi in grado di cogliere la volontà popolare di concentrare l’attenzione sul soggetto attraverso i ritratti che, per la classe media fatta di ricchi mercanti, venivano utilizzati per affermare la propria autorità. Il ritratto d’autore è infatti sempre stato storicamente uno status symbol a cui solo nobiltà e clero potevano ambire, anche se sembra banale pensarlo nell’epoca moderna in cui il selfie è a portata di click.
Creare oggi immagini iconiche, che sappiano trasmettere con eleganza i 40 anni delle donne, significa catturare e conservare per sempre questo momento così importante della vita.
“Riscoprirsi meravigliose a 40 anni e più, è possibile e a volte necessario – afferma Valeria Lobbia – Con il passare degli anni nella vita di una donna si accumulano delle esperienze di vita che in qualche maniera allontanano dalla percezione che si ha di sé. Arriva però un momento in cui c’è la necessità di ritrovarsi, di riscoprirsi senza filtri, nonostante la società e i suoi stereotipi, ma solo per il piacere di vedersi per come davvero si è, ossia degli esseri luminosi che emanano bellezza e saggezza.”