Per tutti è considerato il luogo musicale per eccellenza, complice il celeberrimo Festival della Canzone Italiana in scena ogni anno. Ma in realtà Sanremo è stata in passato anche la Capitale della moda uomo italiana. Non a caso il prossimo 2 settembre si svolgerà all’interno della sala dorata del Casinò un evento che ricorda i 70 anni del “Festival della moda maschile”, summa del binomio tra la sartoria uomo e la città dei fiori.
Tutto nasce nel 1952
La serata consentirà ai visitatori di spostarsi, con una macchina del tempo del passato, nel 1952, proprio alle radici del made in Italy. Proprio in quell’anno infatti il direttore della rivista “Arbiter”, Michelangelo Testa, pensò di organizzare un Festival esclusivamente dedicato agli abiti sartoriali dedicati alla moda maschile ottenendo un riscontro fulmineo, tanto da diventare un appuntamento fisso del calendario per oltre trent’anni. Si trattò di una prima volta storica che destò subito un fortissimo interesse mediatico. Nei primi anni infatti parte della rassegna veniva documentata dalle immagini dell’istituto Luce, occupando dunque paradossalmente più spazio del Festival della Canzone italiana che, ricordiamo, nei primi anni di vita (la prima edizione è datata 1951) non riceva una copertura televisiva bensì esclusivamente radiofonica.
Ma qual è il motivo di tale attenzione?
Semplice. Come ricordano gli studiosi, prima dell’intuizione di Testa ogni regione a livello sartoriale gravitava in confini molto ristretti e chiusi. L’iniziativa del Direttore fu allora proficua in quanto riuscì ad unire in un unico luogo circa settanta sarti provenienti da ogni parte dello stivale (e poi del vecchio continente), pronti a confrontarsi e a scambiarsi idee in ottica futura.
Sanremo sempre lungimirante
Come prevedibile, nei primi anni la kermesse fu accolta con una sana dose di scettiscismo, considerato chiaramente il tema, di solito attribuito alla sfera femminile. Non erano infatti poche le ironie o le prese in giro anche talvolta pesanti verso la figura degli indossatori, considerati degli alieni all’epoca. Il livello di astio si rivelò talmente elevato da portare alcuni comuni a rifiutare addirittura l’organizzazione dell’evento, fino ad approdare in riviera, dove fu fondamentale il parere favorevole dell’assessore Adriano Morosetti. Il Festival godette di un’ottima reputazione, come conferma in merito il Dizionario Della Moda che, nelle sue pagine, parla dell’evento etichettandolo come “spontaneo, umano e vero” e come una giusta occasione di ribalta per una scuola sartoriale le cui punte di diamante risiedevano a Roma, Milano e in generale in Abruzzo.
Una trovata commerciale senza precedenti
L’evento ideato da Michelangelo Testa, – di cui quest’anno si celebrano i settant’anni dalla prima edizione -, ebbe anche una grandissima presa sul profilo meramente commerciale: trattandosi fondamentalmente di una manifestazione unica nel suo genere la risonanza mediatica nel corso del tempo fu davvero notevole. Gli artigiani dunque, sempre spaventati dal voler svelare i propri trucchi e le proprie creazioni per timore di essere in qualche modo copiati, uscirono finalmente allo scoperto, presentando alla stampa con orgoglio e meticolosità i propri prodotti grazie a delle iniziative pensate ad hoc prima delle sfilate vere e proprie. Tra sfide tra diverse scuole sartoriali per la migliore cucitura del manico di giacca, altri divertenti concorsi e presentazioni di accessori, il Festival brillò di luce propria, diventando un appuntamento mondano irrinunciabile per tutti gli addetti ai lavori.
Negli anni Settanta per cavalcare l’onda mediatica si decise di accavallare la tradizionale “fashion week” di Arbiter con una seconda rassegna curata dall’Ente Italiano della Moda. Questo fattore creò inavvertitamente due fazioni: da una parte artigiani e sarti, dall’altra industriali drappieri, due mondi troppo lontani che portarono una grande rivalità, dunque al declino della geniale idea di Testa. Da quel momento Sanremo non fu più la Capitale della moda uomo, il cui centrò diventò poi Milano.
Un libro per raccontare il Festival
Proprio in occasione della serata-evento del 2 settembre il punto focale sarà la presentazione de “Casinò di Sanremo: Festival della Moda Maschile. Il Made in Italy veste il mondo“, libro di Marzia Taruffi con introduzione di Stefano Zecchi che racconta appunto proprio la storia delle kermesse e di tutti i suoi protagonisti. Prevista inoltre la mostra «Moda preziosa», curata dalla storica dell’arte Federica Flore, con protagonisti i cappelli storici Borsalino e quelli legati alle pellicole cinematografiche dell’epoca.
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