Dior ha fatto del cappello un riferimento essenziale del suo stile. Nel corso della sua carriera, il couturier lo ha elevato a espressione artistica considerandolo un must della toilette femminile. Seguendo questo filone, è visitabile fino al 30 ottobre presso il Museo Christian Dior di Granville proprio una mostra sul cappello, intitolata «Chapeaux Dior, l’art du chapeau de Christian Dior à Stephen Jones», un percorso mai visto prima che ripercorre – dal 1947 al 2020 – e include i pezzi che Stephen Jones ha creato per il marchio.
Prima mostra mondiale al Museo di Granville
All’interno dell’allestimento saranno esposti oltre 200 modelli: abiti haute couture, fotografie e bozzetti racconteranno la storia e la potenza artistica del couturier francese. Saranno esposti i cappelli più iconici confezionati dalla maison nel corso degli anni: dalle maschere veneziane di Yves Saint Laurent, ai toques di Marc Bohan, passando per le velette di Gianfranco Ferré e le stravaganti confezioni di John Galliano, arrivando alla celebrazione del grafismo di Raf Simons e il romanticismo di Maria Grazia Chiuri. La mostra arriva cronologicamente dopo un altro allestimento di straordinario successo, ovvero “Dior en Roses” (5 giugno-31 ottobre 2021), un omaggio al fiore prediletto dallo stilista che ha ispirato l’iconica silhouette floreale femminile, idea partorita proprio nel bellissimo giardino di Granville prima di “prendere vita” nella storica prima sfilata della maison nel 1947.
“Il cappello, il modo migliore per esprimere la propria personalità”
Il cappello lascia una nuova impronta nello stile e nella storia della Maison Dior grazie anche all’arrivo del modista inglese Stephen Jones, dal 1996 al fianco di John Galliano, all’epoca neo direttore creativo della griffe. Da allora, la fama di Jones si è diffusa in tutto il mondo con cappelli unici, molti dei quali disegnati appositamente per Lady Diana, Mick Jagger, Meghan, Rihanna, Celine Dion. E proprio a Stephen Jones – curatore della mostra insieme a Florence Muller – è dedicata l’ultima parte dell’esposizione. Il creativo per l’occasione ha fornito ha prelevato esemplari direttamente dai suoi archivi personali. D’altronde stiamo parlando di una personalità che ha sempre trattato il cappello come una scultura portatile e, per citare le sue stesse parole “espressione stessa dell’ottimismo”.
Ma cosa avrà il piacere di osservare il visitatore?
La collezione è ampia e interessante: saranno visionabili infatti circa sessanta schizzi di cappelli e documenti di ricerca originali, cinquanta ritagli di riviste di moda, oltre trenta strumenti originali del Dior Haute Mode workshop di Stephen Jones, oltre ad un documento che mostra proprio Jones al lavoro; tutte testimonianze utili per comprendere l’importanza dell’artisticità Dior.
Pezzi unici in esposizione
Nell’esposizione sarà presente anche una selezione di ritratti di donne con cappello, di proprietà di alcuni musei della Normandia che, nella fattispecie, serviranno per dimostrare l’affinità tra la storia dell’arte con le creazioni firmate Dior, elemento visibile davvero in ogni singolo accessorio e in ogni singolo abito della maison.
Sarà inoltre possibile osservare da vicino alcuni pezzi unici, come il cappello indossato nel 2008 da Carla Bruni Sarkozy abbinato all’abito di lana grigia in occasione dell’incontro con la Regina Elisabetta a Londra (gli scatti di quell’incontro passarono non a caso nella storia), oltre i capi di Hamish Bowles, una delle penne più importanti di quei tempi. Un’occasione dunque unica per approfondire e scoprire un lato della maison mai ricordato abbastanza, e per sottolineare per l’ennesima volta l’eccezionale visione a trecentosessanta gradi di un brand che, oramai da più di settant’anni, regala emozioni ogni singolo giorno con le sue creazioni.
Leggi anche – Dior Cruise 2023: in passerella sfila l’estetica andalusa