Il 5 agosto 1962 veniva a mancare improvvisamente e misteriosamente Marilyn Monroe, diva per eccellenza e punto di riferimento femminista per milioni di donne fra gli anni ’50 e ’60. Il nostro ricordo di Marilyn Monroe a 60 anni dalla morte passa dunque necessariamente sia per la sua carriera costellata di successi, sia per il racconto del personaggio che ha rappresentato per l’immaginario pop collettivo.
L’infanzia travagliata di Marylin
I primi anni di vita di Norma Jeane, che nacque il 1° del 1926 a Los Angeles, non furono semplici. La madre Gladys Pearl Monroe, che aveva problemi economici e soffriva di disturbi psichici, decise di affidare la figlia a Wayne e Ida Bolender, una coppia molto religiosa di Hawthorne. Norma tornò presto a casa dalla madre naturale, ma la situazione precipitò nel giro di qualche anno: Gladys dichiarata incapace di intendere e di volere è affidata alle autorità statali. Si dice che in questo periodo, molto difficile, fu persino vittima di molestie da parte di uno dei suoi tutori, un certo signor Kirmel. Fortunatamente, ben presto Norma si sarebbe presa la sua rivincita su un mondo che fino a quel momento le aveva regalato solo sofferenze.
I primi passi nel mondo dello spettacolo
La carriera della donna più iconica nella storia del cinema prese il via nel 1945, quando un fotografo le propose di posare come modella per un servizio fotografico che avrebbe rallegrato il morale delle truppe statunitensi impegnate nella Seconda Guerra Mondiale. A soli 19 anni, Norma Jeane finì così sulla rivista Family Circle, dove apparve un suo scatto che fece il giro del mondo. Iniziò così la sua scalata al successo: a Norma Jeane vennero schiariti i capelli, le venne insegnato a sorridere e a rendere più aggraziato il tono della voce. La trasformazione in Marilyn Monroe era dunque appena cominciata.
La nascita della diva
Dopo un paio d’anni vissuti in sordina, lavorando in piccole produzioni, l’attrice ottenne il suo primo ruolo importante nel film “Giungla d’asfalto”. Nonostante non avesse interpretato un personaggio di primo piano, la pellicola venne acclamata dalla critica anche alla luce dell’interpretazione dell’attrice. Si trattò di un momento di svolta per la sua carriera, seppure la sua consacrazione arriverà solo intorno al 1952.
Una nuova stella nel firmamento di Hollywood
In breve tempo, il nome di Marilyn Monroe finì sulla bocca di tutti. Complici furono film come “Matrimoni a sorpresa”, “Il magnifico scherzo” o ancora “La tua bocca brucia”. La pellicola che consacrò definitivamente Marilyn nell’Olimpo delle dive del cinema americano fu “Niagara”, film dove interpretò il ruolo di una femme fatale impegnata in un piano diabolico per uccidere il marito.
Il sogno di ogni uomo americano
Fu però con i film “Gli uomini preferiscono le bionde” o “Quando la moglie è in vacanza” che l’attrice si trasformò da semplice interprete di commedie a vero e proprio oggetto del desiderio. L’immagine della bionda tutta curve che Marylin ha incarnato per anni ha stuzzicato a lungo le fantasie erotiche del pubblico maschile che vedeva nella diva l’ideale di una donna irraggiungibile per la quale chiunque sarebbe stato disposto a fare follie.
Un’immagine svampita che nascondeva un enorme dolore
Dietro le foto patinate, le copertine, i sorrisi, i flash dei paparazzi che la seguivano ovunque, nascondeva però una forte sofferenza. La diva soffriva di solitudine e viveva un forte senso di insicurezza, forse legata proprio a quell’esposizione mediatica continua che da un lato la metteva al centro del mondo ma dall’altro la circondava di un vuoto devastante. Condizione, questa, che l’avrebbe purtroppo condotta sull’orlo dell’abisso.
Il mistero della morte
La storia della diva non avrebbe potuto concludersi in modo più tragico; il suo corpo trovato senza vita nella sua lussuosa abitazione al 12305 di Fifth Helena Drive, da parte della sua governante. La versione ufficiale, nonché la più accreditata, è quella secondo cui l’attrice si suicidò ingerendo un’impressionante quantitativo di barbiturici. Eppure, nonostante la scoperta dei farmaci che la diva aveva utilizzato per togliersi la diva, a 60 anni dalla morte di Marilyn alcuni parlano ancora di un complotto per sbarazzarsi di lei. La scomparsa dell’attrice sarebbe in qualche modo legata alla relazione clandestina con Bob Kennedy.
L’eredità di Marilyn
Ancora oggi, a sei decadi dalla morte, l’attrice rappresenta un modello di femminilità per le donne di tutto il mondo e un simbolo di empowerment forte come pochi altri nel panorama internazionale.
Il ricordo di Marilyn resterà intatto anche grazie ad un nuovo film biografico, Blonde, in arrivo su Netflix a settembre. A interpretare il personaggio protagonista sarà l’eccezionale Ana de Armas (identica all’attrice) che sullo schermo è riuscita a ricreare alla perfezione espressioni, atteggiamenti, luci ed ombre di uno dei personaggi più grandi della storia del cinema internazionale. Siamo certi che Norma Jeane avrebbe apprezzato moltissimo.
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