Una sua ‘impronta’ sul colletto bianco della camicia di un uomo è spesso prova inconfutabile di tradimento. E non ci sono scuse, poi, se il suo colore di cui si è lasciata traccia è rosso. Un colore, quest’ultimo, da cui l’incriminante arma di seduzione ha preso il suo nome: rossetto. Un prodotto make up semplice ma di straordinaria potenza che riassume tante cose, molte più di quanto si possa pensare. Il 29 luglio si celebra l’International Lipstick Day, il cosmetico utilizzato in ogni occasione e per ogni evenienza sopravvive nel corso del tempo anche ai conflitti bellici. Ma in che modo, nel corso della storia, il rossetto è diventato fondamentale per connotare i tratti distintivi delle donne?
Nasce in Mesopotamia
Per risalire alle origini del rossetto occorre tornare indietro nel tempo a circa 5.000 anni, spostandoci con l’immaginazione nell’attuale Iraq, un tempo un suolo occupato dal popolo sumero. Proprio in questo contesto, secondo gli studiosi, la Regina Puabi era solita applicare sulle labbra una miscela di polvere a base di rocce rosse e piombo bianco, conservata all’interno di gusci di piccoli animali, ritrovati poi all’interno della sua tomba. Dunque la prima donna ad indossare un rossetto è lei, la sovrana della Mesopotamia. L’abitudine di donare colore alla propria bocca viene adottata presto anche dalle civiltà vicine come quella dei Minoici che dipingono le labbra con un pigmento rosso violaceo ricavato dalla ghiandola di alcuni molluschi.
E quando si parla della storia di un cosmetico non si può far a meno di citare lei,
la regina più sensuale di tutti i tempi, Cleopatra. La sovrana d’Egitto, in tal senso, fu una delle prime a utilizzare il un prodotto per labbra con dei pigmenti ricavati dalla cera d’api e dalle squame di pesce. Residui di vino rosso e grasso di pecora sono invece gli ingredienti più utilizzati nell’antica Grecia per produrre una sostanza assimilabile ad un moderno lipstick. Tuttavia per i Greci il rossetto assume una connotazione negativa: una bocca rosso scarlatto è per questo popolo tratto distintivo di una prostituta. Convinzione che non viene ereditata, tuttavia, dai Romani per i quali la pratica di tingere le labbra con il purpurissum (rosso porpora) è diffusa soprattutto fra gli alti ranghi della società. Si narra, infatti, che l’eccentrica imperatrice Poppea, moglie di Nerone, avesse a sua disposizione un’apposita servitù che si prendesse cura delle sue labbra. A renderle colorate ed attraenti ci pensavano miscele di gelsi, limone, petali di rosa.
Gli anni tetri del Medioevo e la rollercoster del sedicesimo secolo
L’utilizzo del rossetto per tutto il periodo del Medioevo fu praticamente bandito, in quanto considerato un vero e proprio segno di diavoleria, tratto distintivo di una femminilità oltraggiosa e temibile che poteva portare anche all’accusa di stregoneria. Le labbra delle donne tornano a colorarsi nel Sedicesimo secolo grazie alla Regina Elisabetta I d’Inghilterra, personalità che rilancia la moda di una bocca tinta di rosso sfoggiandola con grazia e orgoglio.
A far da ‘guasta feste’ è, non molto tempo dopo, la Regina Vittoria, in un periodo particolarmente puritano. Sotto il suo regno, il rossetto viene nuovamente ritenuto un vezzo volgare e concepito come una mancanza di rispetto verso la stessa sovrana.
La nascita del primo lipstick
Dalla ‘demonizzazione’ delle labbra dipinte in epoca vittoriana all’invenzione del rossetto così come oggi lo conosciamo, in realtà, trascorrono pochi anni. E’ il 1870, infatti, quando Guerlain crea il primo lipstick. Se fino a quel momento le donne stendevano i prodotti per colorare le labbra con un pennellino prelevandoli da una scatola, la celebre azienda francese di profumi rivoluzione la tecnica di applicazione e stesura del prodotto. Ha origine così, a metà Ottocento la versione odierna del rossetto in crema, in forma di stick contenuto in un astuccio. Un’idea nata per caso in un negozio di candele. Qui, un impiegato di Guerlain, osservando la cera, ha pensato di aggiungere un pigmento colorato a una base densa per applicare il rossetto direttamente sulle labbra tramite stick. Dopo 150 anni, il primo esemplare del cosmetico più amato dalle donne, nella sua moderna versione, è attualmente conservato nell’archivio della maison, ancora intatto.
La mossa storica di Elizabeth Arden e il contributo del cinema
Un’altra data da ricordare è il 1912, anno in cui Elizabeth Arden, fondatrice dell’importantissima azienda omonima di cosmetici, decide di attribuire al rossetto un valore storico e politico, trasformandolo nel prodotto per eccellenza per accompagnare la lotta del movimento femminista contro le ingiustizie sociali. Per farlo, Arden sfruttò due volti noti del movimento, Charlotte Perkins e Elizabeth Cady Stanton, lungimiranti nell’accogliere la proposta dell’imprenditrice trasformando il lipstick da mero abbellimento a simbolo di emancipazione.
Come accadde anche per gli occhiali o banalmente per il bikini, anche il rossetto entra a tutti gli effetti nell’uso popolare grazie al magico contributo proveniente dal mondo del Cinema, a partire dall’attrice Sarah Bernhardt. Quando nel 1880 ‘osa’ sfoggiarlo nuovamente in pubblico si rende protagonista di un vero scandalo. Sarà poi soprattutto prima e dopo la seconda guerra Mondiale che le labbra rosse tornano in voga grazie a dive come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Betty Page, Audrey Hepburn. Per rendersi conto dello straordinario impatto del cosmetico nel mercato basta guardare quanto fatto da Churchill: il primo ministro inglese proprio durante il secondo conflitto bellico razionò tutti i prodotti cosmetici, tranne proprio l’ormai iconico lipstick.
Simbolo di ribellione contro la distinzione di genere: gli anni ’70
Oltre alla Settima Arte, anche il mondo della Musica offre un importante contributo nella storia del rossetto proponendolo ancora una volta quale strumento di ribellione sociale. Sono icone del punk-rock negli anni ’70 a tingersi le labbra, questa volta di viola e nero, per esprimere anticonformismo e fluidità di genere. David Bowie e Lou Reed, Gary Glitter, Kiss, Alice Cooper e Mick Jagger sono alcuni degli artisti che hanno aperto la strada all’uso del rossetto da parte dell’uomo in vista di una lotta contro le distinzioni di genere.
Come abbinare il rossetto
Il rossetto non ci abbandona mai, neanche nella stagione più calda. Ma quale tonalità di colore scegliere? Come far calzare perfettamente il colore dell’incarnato valorizzando le labbra? Secondo gli esperti è importante analizzare il sottotono dell’abbronzatura e il relativo livello di scurezza: in sintesi, se il sottotono è dorato sarà meglio utilizzare dei lipstick nude tendenti all’aranciato, come il color pesca. Una pelle mediamente abbronzata, secondo i beauty expert, sarà impreziosita da una base sì aranciata, ma con una tonalità più tendente al rosa corallo. Il rosso terracotta-bordeaux è invece consigliato per gli incarnati più scuri. Un tipo di carnagione olivastra infine, se arricchita con dei colori più accesi, garantirà maggiore luminosità.
Ribellione e fluidità
Ancora oggi, grazie all’apporto di diversi artisti amatissimi dai giovani labbra colorate trasmettono messaggi ben precisi. Determinate il ruolo, ad esempio, di Harry Styles, personalità che già in diverse occasioni ha sfoggiato il rossetto per rimarcare l’importanza della libertà d’espressione e individuale, concetto abbracciato da anni anche in Italia grazie al lavoro de La Rappresentante Di Lista o di Achille Lauro. Dunque prosegue fino ai nostri giorni, scrivendo il suo futuro, il viaggio nella storia dell’accessorio più venduto del make up. Quel tocco di colore che da secoli affascina, ammalia, seduce, a volte spaventa, ma che in ogni caso lascerà sempre il suo inequivocabile segno.
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