Il dado è tratto. Dopo una lunghissima serie di indiscrezioni, rumors e retroscena, il programma della settantanovesima edizione del Festival del Cinema di Venezia (in scena dal 30 agosto al 10 settembre 2022) è stato finalmente svelato nella giornata di oggi martedì 26 luglio in occasione della classifica conferenza stampa di presentazione. Tantissima la carne sul fuoco, per un’annata che si preannuncia oltremodo significativa.

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Iñárritu in concorso presenta il film più importante della sua carriera

Sorprese e colpi di scena nel listone dei film in concorso sciorinati durante la presentazione dal Direttore Artistico della sezione Cinema della Biennale Alberto Barbera. Tra i registi più attesi figura chiaramente Alejandro González Iñárritu, diventato famosissimo grazie a “Birdman” e “Revenant”: il messicano, come svelato proprio da Barbera, si presenterà al lido con “Bardo, False chroncicle of a Handful of Truths”, una produzione estremamente personale la cui preparazione è durata oltre cinque anni. Presente anche Luca Guadagnino che, in “Bones and all”, farà emergere un lato poco conosciuto e battuto degli Stati Uniti, quello del Mid West, attraverso il cruento genere del cannibalismo horror. Attesa poi per “The Whale” di Darren Aronofsky, film girato ambiziosamente in una sola stanza, oltre che per “The Banshees of Vinisherin” di Martin Mc Donagh e per “The son” di Florian Zeller. Quattro invece i restanti film italiani in competizione che si aggiungo a Guadagnino: “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, “L’immensità” di Emaneuele Crialese (un grande ritorno dopo anni di silenzio, nel cast anche Penelope Cruz), “Chiara” di Susanna Nicchiarelli (terzo ritratto al femminile dopo “Nico” e “Miss Marx”, stavolta incentrato sulla storia di Santa Chiara) e “Monica” di Andrea Pallaoro.

Svelato poche ore fa il film d’apertura: “White noise” di Noah Baumbach

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Francesco Carrozzini e Paolo Virzì: gli italiani Fuori Concorso

Ricchissima come sempre la programmazione della sezione “Fuori concorso”, dove sono presenti alcune chicche non indifferenti, rappresentate in toto dalla partecipazione di due geni del cinema danese, Lars Von Trier e Nicolas Winding Refn, entrambi impegnati una serie TV. Il primo proietterà “Riget Exodus (The Kingdom Exodus)”, Capitolo finale della sua famosa miniserie andata in onda negli anni Novanta, il secondo invece proporrà ” Copenaghen Cowboy”, un prodotto targato Netflix. Passando ai lungometraggi proprio in questo segmento si potrà finalmente visionare “Don’t worry darling” di Olivia Wilde – un film che desta tantissima curiosità per il tema, per certi versi simile al cult “The Thruman show” – e “Master Gardner” di Paul Schrader, regista a cui verrà assegnato il Leone D’oro alla carriera. Hype alle stelle inoltre per “Pearls” di Ti West, cineasta maestro dell’horror al momento in sala con “X- A sexy horror story”. L’Italia in questa sezione sarà rappresentata poi da Paolo Virzì, intento a svelare la sua nuova opera “Siccità”, pellicola corale con (tra gli altri) Claudia Pandolfi, Silvio Orlando, Valerio Mastrandrea, Max Tortora, Monica Belucci ed Emanuela Fanelli. “The hanging sun” di Francesco Carrozzini – mega produzione firmata da Sky – avrà invece il compito di chiudere il Festival.

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“Orizzonti”: l’esordio di Elodie come attrice

Nella prestigiosa sezione “Orizzonti”, uno dei circuiti più importanti della Mostra del Cinema di Venezia, farà sicuramente discutere un esordio molto interessante, quello della cantante Elodie, presente nel cast di  “Ti mangio il cuore” Pippo Mezzapesa, un prodotto audiovisivo interamente in bianco e nero con Francesco Patanè e Michele Placido. Non si tratta dell’unica apparizione di un artista musicale a Venezia quest’anno. In “Extra orizzonti” infatti farà capolino anche Michele Bravi, coinvolto in “Amanda” di Carolina Cavalli insieme ad attrici di spicco come Benedetta Porcaroli e Giovanna Mezzogiorno. Tra le altre produzioni è importanti citare il ritorno della Diva Isabelle Huppert, umilmente di nuovo in forza in “Orizzonti” con “La Syndicaliste” di Jean-Paul Salomè, oltre che “A Noiva” di Sèrgio Trèfaut, uno dei primi film di finzione che affronta il delicato tema relativo alle mogli dei miliziani jihadisti. “Pour la France” di Rachid Hami racconterà invece una storia altrettanto delicata, quello della sua famiglia e di suo fratello.

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Julianne Moore: la Presidente di giuria; Rocío Muñoz Morales, la madrina

A ricoprire la carica di Presidente della giuria in laguna ci sarà l’attrice statunitense Julianne Moore, personalità con alle spalle un Premio Oscar (“Still Alice”, 2013), un BAFTA e un Emmy. La californiana vanta inoltre un primato personale molto particolare, essendo di fatto la prima americana ad aver ricevuto almeno un Premio per la miglior interpretazione nei principali Festival europei, da Berlino (“The hours”, 2002), a Cannes (“Maps to the stars”, 2014) passando ovviamente anche per Venezia (“Lontano dal paradiso”, 2002). Gli altri giurati saranno il regista, sceneggiatore e produttore Mariano Cohn, la regista Audrey Diwan, l’attrice Leila Hatami, lo scrittore e sceneggiatore Kazuo Isgiguro e il regista, sceneggiatore e produttore Rodrigo Sorogoyen. Il giudice italiano è invece Leonardo Di Costanzo, anche lui regista e sceneggiatore. A fare gli onori di casa ci penserà invece Rocío Muñoz Morales, attrice di grande esperienza che succederà a Serena Rossi nella conduzione della Cerimonia d’apertura e di chiusura.

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I film fuori concorso:

  • The Hanging Sun di Francesco Carrozzini (film di chiusura)
  • Living di Oliver Hermanus
  • Dead For a Dollar di Walter Hill
  • Kõne Taevast (Call of God) di Kim Ki-duk
  • Dreamin’ Wild di Bill Pohlad
  • Master Gardener di Paul Schrader
  • Siccità di Paolo Virzì
  • Pearl di Ti West
  • Don’t Worry Darling di Olivia Wilde

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I film in concorso:

  • White Noise di Noah Baumbach
  • Il signore delle formiche di Gianni Amelio
  • The Whale di Darren Aronofsky
  • L’immensità di Emanuele Crialese
  • Saint Omer di Alice Diop
  • Blonde di Andrew Dominik
  • Tár di Todd Field
  • Love Life di Kôji Fukada
  • Bardo di Alejandro G. Iñarritu
  • Athena di Romain Gavras
  • Bones and All di Luca Guadagnino
  • The Eternal Daughter di Joanna Hogg
  • Shab, Dakheli, Dival (Beyond the Wall) di Vahid Jalivand
  • The Banshees of Vinisherin di Martin McDonagh
  • Argentina, 1985 di Santiago Mitre
  • Chiara di Susanna Nicchiarelli
  • Monica di Andrea Pallaoro
  • Khers Nist (No Bears) di Jafar Panahi
  • All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras
  • Un Couple (A Couple) di Frederick Wiseman
  • The Son di Florian Zeller
  • Les Miens (Our Ties) di Roschdy Zem
  • Les Enfants des autres (Other People’s Children) di Rebecca Zlotowski

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