L’Italia è universalmente considerata la patria della moda
e sono molte le stiliste italiane famose in tutto il mondo, divenute col tempo intramontabili icone di stile. Si tratta di donne che hanno rivoluzionato il concetto stesso di moda, cambiando sensibilmente la nostra stessa percezione dell’abbigliamento. Forti e grintose hanno scandagliato i pregiudizi dell’epoca, diffondendo il marchio “made in Italy” nel mondo.
Elsa Schiaparelli
Impossibile non iniziare da una grande stilista italiana, nata a Roma alla fine dell’Ottocento. Poetessa e scrittrice, ha sin da giovane mostrato una grande predilezione per l’arte e per la letteratura, scrivendo una sua autobiografia dal titolo di “Shocking Life” e un libro di poesie erotiche, supervisionato da Salvador Dalì. Solo dopo questa giovinezza all’insegna della scrittura, si è interessata al mondo della moda, trasferendosi in America e iniziando la sua collaborazione con Gabi Picabia, la proprietaria di una boutique frequentata dai più grandi artisti dell’epoca, come Man Ray e Marchel Duchamp.
Anarchica e coraggiosa, Elsa Schiaparelli disegna le prime gonne pantalone, che ricordano molto delle moderne culottes, provocando lo sconcerto e il disprezzo dei membri più autorevoli della società. Il suo desiderio di sconvolgere la spinge a collaborare con Dalì e a creare collezioni indimenticabili, come il cappello a forma di scarpa rovesciata, una gonna con un’aragosta stampata e anche un abito che dava l’impressione di essere strappato e lacero. Tutti tentativi di stravolgere i dettami della moda del tempo e i rigidi dettagli costrutti sociali.
Da Prada a Versace: le stiliste italiane più influenti all’estero
Miuccia Prada
e Donatella Versace si sono ritrovate entrambe con un impero sulle spalle e con la necessità di rinnovare un importante brand. La Maison Prada è stata fondata durante gli anni ’70 da Mario Prada, ma se questo rinomato marchio italiano oggi è sinonimo di stile ed eleganza è merito di Maria Bianchi, straordinaria stilista che ha successivamente cambiato il suo nome in Miuccia Prada. Nasce a Milano nel ’48: il suo sogno, poter creare abiti rivoluzionari per l’epoca. Grazie al marito Patrizio Bertelli, che si occuperà sempre dell’aspetto finanziario, potrà realizzare il suo grande proposito.
Brevetta il nylon effetto seta per le sue borse e la chiusura a triangolo rovesciato, ispirata a quella dei bauli. Apre a Milano nel 1993 la Fondazione Prada, perché fosse contenitore di grandissime opere d’arte e perché spronasse gli artisti ad essere più coraggiosi ed intraprendenti, a non temere le opinioni altrui, ma a seguire l’istinto. Parole che non possono non ricondurci a Donatella Versace, che da musa ispiratrice del fratello Gianni divenne direttore creativo della sua straordinaria maison, dopo il suo terribile assassinio nella villa a Miami. Una stilista con l’occhio per gli affari e gli investimenti, una creativa irrefrenabile che ha saputo aprire ottanta boutique firmate “Versace” in tutto il mondo.
Donatella Versace ha anche ideato il celebre abito che indossò Jennifer Lopez ai Grammy Awards 2000: il Jungle dress, vestito che ha segnato la sua fama imperitura.
Icone di ricercatezza e stile
Alberta Ferretti
va necessariamente annoverata tra le migliori stiliste italiane più famose di sempre. Nasce a Cattolica (RN) negli anni 50 e matura un’incredibile sensibilità estetica, perché cresce tra le stoffe della madre, che all’epoca era una sarta molto conosciuta. Lancia la sua prima collezione nel ’74, ma è costretta a fermarsi per qualche anno a causa della chiusura della boutique di famiglia. Apre un atelier a Milano nel 1981 e ha un sorprendente successo, che le permette di andare in America. Nel 2017 ha ridisegnato le uniformi dell’Alitalia, senza rinunciare a quella ricercatezza ed eleganza che ha sempre contraddistinto le sue collezioni. Caratteristiche, non possono che ricondurre a Laura Biagiotti, considerata l’ambasciatrice della moda italiana nel mondo.
Nata a Roma nel ’43, è universalmente riconosciuta come la “regina del Cashmere”, perché sin dalla sua prima collezione ha sempre inserito questo tessuto prezioso, finendo con l’essere associata ad esso. Sin dagli anni ’60, ha reso internazionale il marchio di famiglia e quell’atelier aperto da sua madre. Le sue collezioni sono giunte perfino a Pechino, quando il 25 aprile del ’98, trenta modelle cinesi hanno sfilato con i suoi straordinari abiti. Nel 2017, la nota stilista è morta, ma il grande impatto che ha avuto nel mondo moda non sarà mai dimenticato. Altro brand internazionale è quello di Fernanda Gattinoni, nata nel 103 a Milano e trasferitasi da giovanissima a Londra, per apprendere le tecniche di cucito dell’epoca.
Non appena migliora le sue abilità di stilista, torna in Italia e apre il suo atelier accanto all’ambasciata americana, facendo scoprire i suoi straordinari abiti anche negli Stati Uniti. Oggi il marchio Gattinoni è tra i più venduti e amati.
Tre stiliste, tre storie diverse, tre brand unici nel loro genere
Anna Fendi
non ha bisogno di presentazioni, così come il suo marchio internazionale. Ha reso la boutique di famiglia, -un negozietto specializzato in pellicce-, un brand internazionale, aiutata dalle sorelle Maria Silvia e Italia. Dopo la prima sfilata ufficiale durante gli anni ’70, l’azienda firmata Fendi ha rivoluzionato la moda del tempo. Diverso è il percorso di Marta Marzotto che nasce nel ’31 senza alcun atelier di famiglia. Lavora dapprima come sarta in una boutique di Milano e mostra alle clienti le sue nuove creazioni, sfilando per loro, ed è proprio la sua bravura come modella che attira il conte Umberto Marzotto, che in seguito la sposerà. All’interno dei salotti culturali e durante le iniziative benefiche, propone le sue collezioni, ottenendo la tanto agognata fama.
Infine, non si può non annoverare tra le stiliste italiane più influenti al mondo Maria Mandelli, conosciuta con lo pseudonimo di matrice platonica “Krizia”. La celebre designer ha perfino ispirato il personaggio di Edna Mode del film d’animazione, firmato Pixar, “Gli Incredibili”. Il suo prestigioso marchio nasce nel 1964, dopo un lungo periodo trascorso in Svizzera durante il quale la stilista ha appreso l’arte del cucito. Ha aperto un atelier a Milano e vinse di lì a poco il premio Critica della Moda, un riconoscimento prestigioso per il suo grande contributo. Maria Mandelli ha, inoltre, permesso a moltissimi giovani di lavorare all’interno della sua azienda, riscoprendo moltissimi talenti. Tutte queste stiliste hanno profondamente rinnovato i costumi della loro epoca e continuano ad insegnare agli stilisti di oggi ad essere coraggiosi e intraprendenti.
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