Il mondo del fashion visto dall’interno attraverso un occhio “esterno”; è questo il tema del documentario “Fashion Babylon”, pellicola dedicata al sistema moda diretta da Gianluca Matarrese e presentata per la prima volta al al CPH:DOX di Copenaghen e all’HotDocs di Toronto, per poi essere proiettata recentemente alla trentasettesima edizione del Lovers Film Festival di Torino.
Il tema del documentario
Non siamo davanti al “solito” prodotto audiovisivo che mostra ciò che succede nel backstage o durante i preparativi di una collezione. Il regista italiano, ormai trapiantato da anni in Francia, decide infatti di spostare l’attenzione sui quei personaggi apparentemente secondari, quelli che vediamo impeccabili ed eccentrici alle sfilate e che invadono i tanti party durante le fashion week: tutte personalità “ibride” (a metà tra promoter e influencer) che a scanso delle apparenze annaspano all’interno di un mondo rigido, chiuso e fortemente contraddittorio.
Tre personaggi nella babilonia della moda
Lo spettatore dunque è immerso all’interno del fashion system attraverso il filtro di tre personaggi diversi, ripresi dal regista durante i loro impegni mondani, utili per tessere una trama di relazioni per chiudere accordi lavorativi. Casey Spooner, eccentrico musicista statunitense celebre per aver immortalato in alcune fotografie Chloë Sevigny e per aver co-diretto un film indipendente, “Dust”. Presente poi Jason Dardo, conosciuta come Violet, celeberrima Drag Queen emersa nella settima stagione di “RuPaul Drag Race” che ha sfilato e collaborato in passato per Moschino e Prada. L’ultima invece è Michelle Elie, haitiana cresciuta nell’east coast, designer conosciuta e iper fotografata durante le varie settimane della moda. I tre personaggi citati sono racchiusi in tre capitoli: grandeur, splendour, decadence.
La fine di un’era?
Il documentario “Fashion Babylon” ha avuto una gestazione particolarmente lunga e chiaramente inaspettata. Le riprese sono iniziate nel 2019 in epoca pre-covid. La visione di Matarrese si è quindi evoluta con l’avvento della pandemia, la quale ha imposto ai brand di cambiare le proprie strategie, allestendo show e passerelle con pochi intimi in presenza. Un fatto che ha costretto dunque la moda a reinventarsi completamente, chiudendo secondo il regista un’era, scandita anche da Jean-Paul Gaultier, stilista che ha deciso di lasciare ufficialmente il mondo della passerella a gennaio 2020. Quanto appena detto è uno dei punti focali del docu-film, la cui apertura è affidata alla lettera aperta di Giorgio Armani (di cui si è molto parlato all’epoca) scritta al Women’s Wear Daily, dove, Re Giorgio chiede a tutta l’industria di ripianificare ritmi diventati ingestibili.
Il racconto dei tre protagonisti
All’interno della pellicola si avvicendano momenti divertenti, tipici dei passaggi più concitati e glamour, con importanti spunti di riflessione, come quello offerto da Michelle Elie che, ad un certo punto, racconta il motivo che l’ha spinta a collezionare le creazioni di Comme des Garçons.
«Ho sempre avuto problemi ai fianchi come modella – ha detto Elie nelle parole raccolte da WWD – Ero una ragazza di colore che faceva la modella, e ogni ragazza era sempre magra e piatta, senza barboni di sorta. Ogni volta avevo sempre paura di essere cancellato a causa della mia altezza e della mia taglia».
Interessante anche quanto succede a Spooner, il quale nel documentario racconta in modo esemplificativo un aneddoto riguardante una collaborazione (non andata a buon fine) con una importante maison durante la settimana della moda. Significativo inoltre tutto ciò che ruota intorno a Violet (personaggio amatissimo da Matarrese), alla quale malgrado l’indiscussa fama verrà negato l’accesso all’ultima sfilata di Jean-Paul Gaultier.
Quando uscirà Fashion Babylon?
Il documentario, dalla durata di 87 minuti e prodotto da Bellota Films e Limonero Films in collaborazione con France Television, non ha ancora una data di uscita certa. Ulteriori informazioni circa la release saranno forniti nelle prossime settimane.
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