Oggi, 1 Maggio è la festa dei lavoratori. Una ricorrenza fondamentale nel nostro calendario dedicata a tutte le lotte svolte in passato per acquisire i diritti con movimenti di protesta, manifestazioni e repressione. La storia del Primo maggio infatti ha origini molto remote: la prima testimonianza risale addirittura al lontano 1855.
Le origini
La prima ricorrenza ufficiale dedicata alla festa dei lavoratori risale alle alla fine del XIX Secolo. Siamo a Parigi, in Francia, nel 1889. Durante il congresso della Seconda Internazionale, si decide di dare il via libera a una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche la riduzione della giornata lavorativa a otto ore. In tal senso un grande slogan proveniente dall’Australia, datato addirittura 1855, prende presto piede in tanti movimenti sindacali del vecchio continente: «8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire».
La storia: perché proprio il Primo maggio?
La decisione di far ricadere la manifestazione proprio il primo maggio è un fatto chiaramente non casuale. Nei primi giorni di questo mese del 1886 infatti a Chicago successero fatti molto gravi. I lavoratori dell’epoca vessavano in condizioni invivibili, con oltre sedici ore di lavoro al giorno, sottopagati in condizioni pessime e pericolose. Proprio il Primo maggio dunque fu indetto uno sciopero in Piazza Haymarket, supportato anche da un raduno di attivisti anarchici. La protesta, dopo tre giorni, sfociò in una vera e propria repressione di sangue dove persero la vita ben undici persone.
La strage di Portella della Ginestra
In Italia la storia del Primo maggio è profondamente legata alla strage di Portella della Ginestra (Palermo), eccidio commesso nel 1947 in Sicilia nel territorio di Piana Degli Albanesi dalla banda del celeberrimo criminale Salvatore Giuliano. I fatti. Nel dopoguerra si torna a festeggiare la festa il primo giorno di maggio dopo che il regime fascista l’aveva spostata al 21 aprile, quindi al Natale di Roma. A Portella si riuniscono oltre 2000 lavoratori provenienti dalle zone limitrofe – dunque oltre che da Piana, anche da San Giuseppe Jato e San Cipirello – per protestare contro il latifondismo a favore delle terre incolte e celebrare contemporaneamente il successo dell’alleanza (denominata “Blocco del popolo”) tra i socialisti di Pietro Nenni e i comunisti di Palmiro Togliatti alle elezioni dell’Assemblea Regionale Siciliana. Proprio dopo pochi minuti dall’inizio del comizio, piombano nella vallata i criminali capitani da Giuliano, i quali lanciano raffiche di mitra sulla folla.
Ma quale fu il motivo di questo attentato?
Certamente non soltanto la dichiarata avversione del bandito nei confronti dei comunisti. Dietro la strage c’era infatti l’ombra della mafia e dell’autonomismo siciliano, preoccupato dai possibili nuovi equilibri scaturiti dal nuovo asset politico e istituzionale. Da non sottovalutare inoltre l’ambiente politico siciliano, interessato a mandare un grande messaggio d’intimidazione alle masse contadine. Malgrado tutto, anche a distanza di tempo, i veri mandanti non si sono mai individuati.
Il Primo maggio nel mondo
Come viene celebrata, oggi, la festa dei lavoratori in giro per il mondo? Modalità e tradizioni sono decisamente svariate: in Inghilterra per esempio il “May day” è festeggiato il primo lunedì del mese, quindi la data esatta cambia di anno in anno. In Francia invece è nota la cosiddetta “Festa del mughetto”, dove si è soliti donare appunto un mazzolino di fiori in segno di portafortuna. Oltreoceano (Stati Uniti, Canada) invece le celebrazioni vengono svolte il 1 settembre, in ricordo delle rivendicazioni del Nine hour movement (movimento delle nove ore) svolte ad Hamilton e Toronto nel XIX Secolo che portarono alla stipula del cosiddetto “Trade Union Act”, documento che finalmente riconobbe l’attività sindacale in Canada.
In Italia: il concertone di Piazza San Giovanni a Roma
L’evento per eccellenza italiano nella festa dei lavoratori, entrato di diritto nella storia, è certamente il Concertone del Primo maggio, allestito dal 1990 annualmente a Roma, in Piazza San Giovanni in Laterano, dai tre principali sindacati italiani CGIL, CISL, e UIL. Un’occasione di festa, musica e talvolta politica. Tanti sono stati infatti in passato gli artisti che, oltre ai soliti appelli riguardanti il mondo del lavoro in generale, si sono lanciati in invettive contro la classe politica di turno, da Elio e Le Storie Tese (i primi a denunciare lo scandalo di Tangentopoli nel 1991), a Piero Pelù (il quale criticò aspramente il Premier di allora Matteo Renzi nel 2014), passando per Fedez che, proprio lo scorso anno, passò alla storia con il monologo incentrato sul DDL Zan e sulle dichiarazioni oltremodo controverse verso alcuni esponenti della Lega.
Tre frasi celebri dedicate al mondo del lavoro
In occasione del Primo Maggio vengono sempre rispolverate alcune frasi celebri, pronunciate nel corso dei secoli dalle più svariate personalità storiche, artistiche, culturali e sciorinate nei tanti messaggi di auguri sia sui social che in privato. Tra le tante ne spicca una attribuita, senza fondamento certo, a Francesco D’Assisi, incentrata proprio sul mondo dell’arte:
“Chi lavora con mani e testa è un artigiano. Chi lavora mani testa e cuore è un artista”.
John Lennon invece tanti anni fa pronunciò un’aforisma rimasto impresso nella memoria collettiva, decisamente attuale ancora oggi:
“Lavoro è vita, e senza quello esistono solo paura e insicurezza“.
Storica e di grande insegnamento infine la lezione di Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la medicina nel 1986:
“Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare -“usque ad finem”-, fino alla fine“.
Guarda anche – La televisione si sposta in crociera: i programmi scelgono le navi come nuovi jet set