Poche arti sono impattanti come la moda. Indossare un abito, con coscienza, in un determinato contesto può infatti significare molteplici cose: può essere un segnale di libertà, un tronfio manifesto di ribellione, un modo per attestare la propria personalità del mondo. Oppure può significare tutti questi elementi insieme, come accaduto con uno dei capi più controversi della storia del fashion, il Naked Dress, ovvero il cosiddetto “vestito nudo”, diventato popolare con Marilyn Monroe e sfoggiato nel corso del tempo da altre icone dell’intrattenimento mondiale. Ma quando è nato l’abito?
In principio fu la Venere di Milo, l’inizio della storia del Naked Dress
Gli studiosi sono tutti concordi nell’attribuire le origini del naked dress alla celeberrima Venere di Milo, ovvero una delle statue, se non la statua, più famosa di tutta l’antichità, datata 130 A.C raffigurante una figura femminile altissima (più di due metri) e fieramente seminuda che guarda l’osservatore dall’alto in segno di fierezza. Eccolo il punto principale: la fierezza, sfoggiata appunto dalla meravigliosa Marylin Monroe in occasione del compleanno del Presidente John F. Kennedy celebrato al Madison Square Garden. Per lei lo stilista francese Jean Louis creò non a caso il cosiddetto “abito illusione”, costituito da un tessuto nude ricoperto dalla bellezza di 2500 cristalli. Un pezzo di storia della moda sì ma anche summa totale di un’audacia e di un attestato di sensualità fuori dal comune.
L’inno all’audacia
Se la prima componente essenziale nel descrivere il naked dress è la fierezza, la seconda non può che essere l’audacia, poi sciorinata da tantissime altre dive che hanno seguito l’esempio di Marilyn. Pensiamo per esempio a Cher al Met Gala del 1974, a Rihanna ai CFDA Awards 2014 (definito dalla regina della moda Anna Wintour audace e sconvolgente, ma identificativo della persona che lo indossa) senza dimenticare quanto fatto da Kim Kardashian che, proprio nell’ultima edizione, ha deciso di indossare l’abito originale di Marilyn creando però in quel caso più danni che altro.
La storia del naked dress di Cher al Met Gala del 1974
L’abito rappresentativo del Met Gala, iconico e senza tempo, realizzato da Bob Mackie, stilista e costumista statunitense. Creato su misura per la cantautrice, attrice, produttrice discografica e conduttrice televisiva, la poliedrica Cher. Pseudonimo di Cherilyn Sarkisian LaPierre, vanta oltre cinquant’anni di carriera, stella della cultura pop contemporanea; con il suo timbro di voce particolare, ha venduto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo. La veste in nude ha cambiato forma nel tempo senza perdere la sua sensualità; il primo modello famoso è quello indossato da Marilyn Monroe nel 1959 per la celebre interpretazione di “I wanna be loved by you” in “A qualcuno piace caldo”.
Cher stravolge l’idea dell’abito nudo, le trasparenze e i tessuti leggeri scivolano sulla pelle;
spacchi e scollature audaci per un look seducente da vedo non vedo. L’abito di Bob Mackie per Cher è realizzato con una base trasparente ricoperta interamente da cristalli, paillettes e micro perle. Le piume sono la parte coprente e opaca del look, danno volume e leggerezza all’abito; le maniche lunghissime dall’orlo imponente danno carattere all’intero outfit. Cantante e stilista sfilano insieme sul red carpet del Met Gala. Quarantuno anni dopo, al Met Gala 2015, sarà la già citata Kim Kardashian a rendere omaggio alla mitica Cher con un naked dress di Roberto Cavalli. Un tributo gradito dalla cantante diviene fonte di grande ispirazione per le generazioni future, non solo per lo stile, ma anche e soprattutto per le battaglie da lei sostenute a favore dei diritti delle donne, l’emancipazione e l’abolizione del patriarcato. Famosa la sua citazione: “Mom, I am a rich man”.
Il Met Gala: l’evento glamour dell’anno
Il Met Gala è un evento di beneficenza che si svolge ogni primo maggio; solo l’edizione 2021 è stata spostata a Settembre causa Covid. Già reso noto il dress code di quest’anno, l’orario, gli ospiti presenti e dove poter vedere la diretta streaming. Il tema 2022 è stato Gilded Glamour e ha fatto riferimento al periodo storico compreso tra il 1870 e il 1890 celebrando la cosiddetta Gilded Age, un periodo florido di crescita e prosperità. Un’epoca in cui le classi nobiliari vantavano il loro status sociale anche attraverso l’abbigliamento, composto da fiocchi, piume, abiti sontuosi e gioielli esagerati; la serie tv the Gilded Age semplifica alla perfezione il mood del periodo. Il Met Gala quest’anno celebra la moda statunitense e sul red carpet non sono mancati corsetti, guanti e abiti ottocenteschi.
Una serata dedicata alla moda, al costume e alla beneficenza
Sul red carpet del Met Gala hanno sfilato celebrità, modelle, attrici e musicisti che hanno scritto la storia della moda e della musica americana. I ricavati della serata saranno devoluti a favore del Costume Institute, una parte del Metropolitan Museum of Art di New York dedicata alla storia del costume. Il tema cambia ogni anno in base alla mostra che il museo ospita e gli invitati sfoggiano creazioni di alta sartoria inerenti al dress code indicato. Un po’ come i grandi eventi, una volta che termina, si pensa già al successivo: l’attesa infatti per quello del 2023 è già trepidante.
“Lei non farà sesso; sarà solamente l’incarnazione del sesso.”
Potrebbe interessarti anche – I migliori beauty look di sempre al Met Gala