Perché le migliori storie iniziano sempre durante l’ora dell’aperitivo se non per l’allegria e la spensieratezza che questa occasione porta con sé?! Aspettiamo tutti il momento clou della settimana dove possiamo finalmente staccare con la vita frenetica lavorativa e gustarci il nostro spritz ghiacciato. Ormai è diventata consuetudine del venerdì o del weekend in generale che dalle 18 alle 22 i bar e i locali si riempiono di amici, che si fanno compagnia, colleghi che si concedono la meritata pausa relax. Che sia inverno o estate poco importa, l’inebriante atmosfera che accompagna l’aperitivo ha un’attrazione senza eguali; è una vera e propria esperienza sensoriale che nasce in un modo del tutto diverso da come oggi è concepito.
L’aperitivo nasce come medicina degli antichi
Conoscendo l’origine della parola latina aperitivus è facile comprendere come questa risalga a tempi molto lontani e precisamente stiamo parlando del IV-V secolo a.C. Il suo significato è aprire lo stomaco, nel senso di invogliare a mangiare. Infatti, i medici di quel tempo, in particolare il famoso Ippocrate, utilizzavano una miscela per curare disturbi alimentari quali l’inappetenza. Questa prendeva il nome di Vinum Hippocratum, appunto dal nome del suo inventore.
Era un mix di erbe, fiori di dittamo, ruta, assenzio e vino bianco, che grazie al suo sapore amarognolo aveva proprietà stimolanti l’appetito. Così, gli antichi iniziarono ad adoperare queste speciali bevande non solo “dietro prescrizione medica” ma introducendole nella vita quotidiana, accompagnandole a buffet e cibi vari. Il miscuglio di erbe, importate dai paesi orientali, è ciò che da il suo particolare sapore amaro, e per questo l’aperitivo viene spesso associato alla traduzione tedesca bitter, utile anche come digestivo. In sintesi, l’aperitivo nasce come valido aiuto medico sebbene oggi ha acquisito un significato del tutto diverso.
L’aperitivo come lo conosciamo oggi
L’Italia è un Paese che riserva sempre infinite sorprese ed è proprio in una delle città più importanti che la storia dell’aperitivo si è modificata. Capitale italiana del tempo, Torino era anche la casa del Re Vittorio Emanuele II, il quale ricevette come omaggio da Antonio Benedetto Carpano una bevanda del tutto nuova. Stiamo parlano del vermouth, una bevanda a base di vino moscato, erbe e spezie. Fu così tanto amata da diventare l’Aperitivo Ufficiale di Corte, onnipresente ai banchetti reali e ancora oggi in commercio come China Carpano, servito con la celebre bagna cauda piemontese. Sulla scia di Carpano, anche altri imprenditori decisero di dare il loro contributo alla storia dell’aperitivo.
Tra questi:
- Alessandro Martini e Luigi Rossi, unirono una selezione di erbe aromatiche al vino creando il rinomato Martini Rosso (e la seguente variante Bianco) oggi tanto amato
- Ausano Ramazzotti, miscelò spezie ed erbe proveniente da ogni parte del mondo, come le bucce d’arancia dolci italiane, la genziana, il rabarbaro, la curcuma ed il rosmarino.
- Gaspari Campari, dal cui genio nasce il celebre bitter, la cui ricetta oggi è ancora segreta, consigliato espressamente prima dei pasti
Fu proprio grazie a Campari che, aprendo il primo locale in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, la storia si evolve ulteriormente e nasce l’aperitivo come è ai giorni nostri.
Uno spritz al giorno, toglie il medico di torno
Menzionando la storia di Gaspari Campari, non possiamo che accennare a come nasce lo spritz tipico dell’aperitivo. Un long drink di origine austro ungarica, ideato dalle truppe per diluire i vini locali troppo alcolici. Il termine viene dall’austriaco spritzen, che significa infatti “spruzzare, allungare”. Oggi, sebbene siano molteplici le variazioni nella ricetta, l’originale resta quella che comprende il vino, il bitter (Aperol o Campari) ed infine l’acqua o il seltz, guarnita, poi, con una fetta d’arancia.
Apericena is the new happy hour
Tutti iniziarono a viversi quel momento di svago e relax dopo la settimana di lavoro. Ma, come detto, l’aperitivo apre lo stomaco. Così, Vinicio Valdo, imprenditore milanese si rese conto della necessita di mettere a disposizione dei clienti del locale un ben fornito rinfresco. Inventò l’happy hour dando una significativa svolta alla storia dell’aperitivo. Nella fascia oraria 18-20, ordinando uno spritz o un cocktail, una lunga fila di stuzzichini, pizzette e finger food vari erano serviti in forma gratuita. L’enorme fermento che accompagna l’happy hour ha fatto si che nasca una nuova forma di passatempo post-lavoro: l’apericena.
Entrata a pieno titolo tra i momenti preferiti di tutti noi, l’apericena è un aperitivo che non vuol terminare alle 20 ma si protrae per qualche ora. Generalmente a base di assaggi vari, spesso servite direttamente al tavolo, negli ultimi anni h visto un forte incremento anche di crudités e piatti completi, da dividere con i commensali.
In conclusione, l’aperitivo è un evento che segna la storia e nasce come momento di aggregazione
È un momento di scambio di informazioni. É un valido pretesto per invitare la vostra donna, o il vostro uomo ad uscire. Può esse utile anche per intrattenersi con i colleghi per scambi di idee e considerazioni sulla giornata di lavoro.
O, ancora, ci si può intrattenere nell’aperitivo durante il pre-serata, così da rendere piacevole anche l’attesa. Qualunque sia l’uso che ne vogliate fare, l’importante è bere responsabilmente ma soprattutto divertirsi e concedersi questi momenti di svago, i quali rendono la settimana lavorativa più leggera.
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