Stratford-Upon-Avon, 23 aprile 1564. Una data e un luogo fondamentali per la storia della letteratura inglese: in questo piccolo villaggio nel cuore delle Midlands Occidentali nacque William Shakespeare. Grande scrittore e poeta di allora, nonché massimo rappresentante dell’arte drammaturgica occidentale o perlomeno questo è quello che a scuola si insegna.
La sterminata produzione letteraria di William Shakespeare
ci racconta chi era, quali erano i suoi valori e la sua visione del mondo. L’autore britannico fu, a modo suo, il rappresentante di un importante passaggio storico. Vissuto a cavallo fra l’XVI e il XVII secolo, Shakespeare fu il cantore dell’evoluzione della società del tempo, dal Medioevo all’Età Moderna. Un momento complesso, carico di contraddizioni e cambiamenti repentini, che l’autore descrisse con attenzione e arguzia in una serie di opere considerate dagli esperti come dei veri capolavori. I primi anni di vita del poeta già sono ammantati di mistero. Gli esperti sono piuttosto incerti riguardo i primi passi che l’autore mosse nel mondo letterario. Alcuni sono convinti che William Shakespeare avesse passato un po’ di tempo a Londra, in esilio, per sfuggire alle accuse di un signorotto locale che l’aveva accusato di cacciare di frodo. Secondo altri invece, in questi “Lost Years” (“gli anni persi”. tradotto letteralmente) lo scrittore iniziò ad avvicinarsi ai teatri curando i cavalli dei clienti dei teatri londinesi.
Quel che è certo è che la sua produzione nacque proprio in ambito teatrale
In breve tempo, grazie alla sua penna eccelsa, William Shakespeare si fece conoscere e apprezzare da parte dell’alta borghesia e la nobiltà locale, per la quale partecipare a teatro costituiva uno status symbol. I primi successi risalgono al 1592 (questo è quello che riportano gli storici) quando iniziò a girare la voce che in circolazione ci fosse un nuovo, grande talento della drammaturgia. Il 3 marzo 1592 è la data in cui avvenne la messa in scena di una delle sue opere più celebri, l’Enrico VI.
Lo spettacolo, un dramma storico fra i più intensi della sua produzione, era basato sulla vita del re Enrico VI d’Inghilterra e si sarebbe poi sviluppato in altre due parti. La tragedia rappresenta inoltre il primo capitolo della teatralogia minore del Bardo insieme a Riccardo III. Ad affascinare tremendamente l’autore (una passione che approfondì fino alla morte) erano le dinamiche di potere, spesso torbide, inquietanti, e persino mistiche per certi versi (nel senso più cupo del termine).
L’avvento della peste fu l’occasione per dare il via alla produzione di poemetti,
quando la terribile epidemia raggiunse la Capitale britannica, William Shakespeare fu costretto a interrompere la sua produzione drammaturgica. I teatri erano chiusi, di conseguenza la sua fu una scelta praticamente obbligata. In questi anni così difficili l’autore compose due poemetti, Venere e Adone e Il Ratto di Lucrezia. Al primo è legata una vicenda che ha incuriosito molti. Pare infatti che l’opera fosse dedicata ad un uomo, Henry Wriothesley, III conte di Southampton. Si dice che fosse proprio lui il destinatario dei Sonetti di Shakespeare, dedicati tutti ad un misterioso Mr W.H. del quale pareva essere totalmente innamorato. Un sentimento puro, totalizzante, un amore tenero che solo in giovane talentuoso adolescente con una spiccata sensibilità avrebbe potuto vivere.
La relazione omosessuale di William Shakespeare non è l’unico mistero che ha storicamente circondato la sua figura.
Non è scontato il fatto che fosse stato proprio Shakespeare ad aver scritto le sue opere. In base a quello che ci dicono gli studiosi l’autore delle opere potrebbe essere effettivamente stato un mercante di Stratford upon Avon, figlio di un mastro guantaio, oppure avrebbe potuto essere un semplice prestanome. I dubbi nascono, per esempio, con la mancata firma sulle sue prime commedie teatrali. Inoltre, mancano riferimenti al nome di William Shakespeare persino nelle note scritte dagli impresari teatrali del tempo, che avevano deciso di assoldarlo.
Quel che è certo è che nel corso della sua storia letteraria, l’Inghilterra ha potuto vantare un vero genio.
Allo stesso scrittore vengono attribuiti, tutt’oggi, capolavori immortali che sono sopravvissuti ai secoli grazie a infinite rappresentazioni teatrali e al lavoro instancabile dei traduttori. Una produzione preziosissima, che spazia dalle tragedie romantiche come Romeo e Giulietta alle commedie frizzanti come “molto rumore per nulla”, “Pene d’amor perdute” o “Sogno di una notte di mezza estate”. Non soltanto di intrighi a palazzo visse Shakespeare, dunque, ma anche di opere profondamente intrise di amore e sentimenti, spesso ambientate in epoche lontane, con una particolare fascinazione per il mondo classico greco e romano.
Shakespeare era innamorato del nostro paese
L’opera ispirata alle vicende dei Montecchi e Capuleti è solamente una delle numerose pièces ambientate nelle vie dei borghi italiani. L’autore scelse in particolare la Sicilia, ma anche Venezia come luoghi dove si sviluppavano le vicende dei personaggi protagonisti delle sue opere. Al di là della bellezza del nostro Paese e della sua storia millenaria, secondo alcuni, Shakespeare potrebbe persino essere stato di origini italiane. La teoria di uno Shakespeare italiano esiste da ormai diverso tempo, nonostante sia controversa.
Pare che dietro l’identità dello scrittore si nascondesse in realtà il messinese Michelangelo Florio,
uomo costretto a fuggire a Treviso dopo essere stato accusato dalla Santa Inquisizione. Messina e la Repubblica Marinara di Venezia si incrociano dunque, nuovamente, nel destino dello scrittore. Pare inoltre che Florio si innamorò di una ragazza di nome Giulietta, la stessa che potrebbe avere ispirato proprio una delle vicende più romantiche e celebri di tutti i tempi. Il mito di William Shakespeare, insomma, è basato su dubbi, teorie, ma anche su studi e approfondimenti letterari che vanno avanti da oltre quattro secoli. Quattrocento anni nel corso dei quali la fascinazione verso Shakespeare è rimasta immutata, come accade soltanto ai più grandi talenti della letteratura internazionale.
Leggi anche: Lucrezia Borgia: una storia d’amore e misoginia