Marta Marzotto,
“contessa” della moda italiana per antonomasia, nasce il 24 febbraio 1931, vive un’esistenza romanzesca fino all’età di 85 anni. Esplosiva e inarrestabile sorgente di energia, di creatività e metamorfosi dipinge la vita a modo suo. La disegna secondo le sue passioni, rimanendo ostinatamente vera e fedele a se stessa. Una vita vissuta con intensità selvaggia e generosa, segnata dalle amicizie con artisti, intellettuali, uomini di cultura e politica: da Alberto Moravia e Sandro Penna a Quasimodo e Leonardo Sciascia; da amori incandescenti, tormentati e scandalosi come quello per Renato Guttuso; da eccessi, meraviglie e dolori. Come la scomparsa della figlia secondogenita, un dolore a cui non si rassegna mai e a cui risponde con una irrefrenabile voglia di vivere, un’ansia di donare e di rendere felici gli altri.
“Io alla vita ho sempre sorriso; lei a me, non sempre. Ho perduto una figlia: è stata la mia grande tragedia”.
Una personalità medianica, un universo peculiare con una incommensurabile ampiezza di orizzonti.
Nella sua autobiografia “Smeraldi a colazione” racconta di come con spirito indomabile e spiccato senso di libertà si emancipa da una vita di povertà fino a diventare modella, stilista, socialitè, scrittrice, attrice e punto di riferimento dei salotti degli anni’70. La storia di Marta Marzotto ha del favolistico, tra look diventati statement, passioni e personalità nazionali e internazionali: Picasso, Papa Roncalli, Robert Kennedy, il Presidente Pertini e Andy Warhol.
“Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci”
Una donna, una leggenda, la cui vita è la parabola di una Cenerentola che si trasforma in regina della mondanità, all’insegna dello Zeitgeist.
Di umilissime origini, che non ha mai nascosto, nasce Marta Vacondio a Reggio Emilia nel febbraio 1931. Il padre è casellante delle ferrovie e la madre mondina, data la povertà estrema, trascorre i primi anni della sua vita in un brefotrofio, affidata alle suore, per poi congiungersi ai genitori in Lomellina. E’ qui che, ancora in giovane età, Marta inizia a lavorare anche lei come mondina tra “enormi bisce nere che sentivo sgusciarmi attorno alle caviglie“; un breve lavoro come sarta apprendista e poi l’esperienza da modella per lo stilista Vincenzo Ferdinandi a Roma, per la sartoria delle sorelle Aguzzi e per Marie Claire a Milano. Marta ha da poco superato i 15 anni di età quando inizia la sua fulgida carriera come modella che le fa incontrare l’industriale laniero e tessile, il Conte Umberto Marzotto.
“Umberto arrivò come l’angelo salvatore: aveva tutto quello che una ragazza può sognare, biondo, occhi azzurri, intelligente, colto, sportivo. Un nobile. L’uomo dei sogni“.
Si sposano e hanno 5 figli: Paola, Annalisa, Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo Marzotto.
Una “Musa inquieta”
Marta ama profondamente il marito fino ad accettarne i tradimenti ma anche lei cerca altro e lo trova nel 1967, quando incontra Renato Guttuso. Una passione folle e incandescente che dura vent’anni, tra colpi di scena e tradimenti.
“Si può amare contemporaneamente, a patto di essere fedelissimi nei sentimenti”.
Il primo incontro avviene l’anno in cui nasce il figlio Vittorio Emanuele. Renato Guttuso, siciliano ombroso, la corteggia incessantemente, le scrive cinque lettere al giorno con frasi irresistibili, la ritrae ovunque e ne fa la sua musa ribattezzandola “la Nuvola Bionda”. Marta sboccia, rinasce; piena di energia ed entusiasmo frequenta l’élite romana e milanese. Intraprende la carriera nella moda lanciando le sue due linee di abbigliamento e in seguito creando gioielli. Vive tutti i colori della vita e se la vita non glieli offre li crea. E’ una donna fedele alla bellezza, allo spirito culturale e a se stessa. Creativa, intellettuale, intuitiva e preda di impulsi intermittenti del cuore, non ha rimpianti e inutili malinconie.
“Nessuno mi ha amata quanto Guttuso. Fu una relazione alla luce del sole. Tutti sapevano tutto. I miei figli. Il Pci. L’Italia intera. Il nostro patto fu: mai mettere in pericolo le famiglie.”
Sposata con il Conte Umberto Marzotto, amante di Guttuso, Marta, nel 1967, incontra l’intellettuale e fondatore de “Il Manifesto” Lucio Magri e se ne innamora.
All’età di 55 anni Marta Marzotto perde tutti i suoi amori
Divorzia dal marito, mantenendo il cognome e lascia definitivamente Renato Guttuso e Lucio Magri. Non immune agli scandali, riceve un colpo di coda dal suo passato: alla morte di Guttuso nel 1987, vengono rese pubbliche alcune sue lettere che fanno scoppiare un vero e proprio gossip gate. Più avanti, nel 2006 il figlio adottivo di Guttuso l’accusa di aver riprodotto, senza averne diritto, oltre 700 serigrafie dell’artista; accusa che però decade per non aver commesso il fatto.
La contessa si riprende, ritrova nuova linfa vitale, il suo spirito è ispirazione su come abbracciare la vita in ogni fase e si rimette in gioco.
Scrive due libri, si fa mecenate di artisti e patronne di restauri, generosa e sempre pronta a lottare per le cose in cui crede; si impegna in battaglie per le minoranze, si dedica alla beneficenza e alle cause umanitarie e prima di tutto finanzia la ricerca contro la fibrosi cistica, malattia che ha colpito la sua secondogenita.
“Ho sempre pensato a come farmi rimpiangere quando non ci sarò più. Perciò mi sono preparata da sola un regalo di immortalità… In un mondo in cui dopo cinque minuti tutto finisce, ho voluto qualcosa che rimanesse. L’ho fatto per ricordare Annalisa”
Madre di cinque figli, nonna amatissima, adorata da amici di ogni età, anfitriona impareggiabile, il 29 luglio 2016, dopo una breve malattia, all’età di 85 anni Marta Marzotto si spegne lasciando in eredità anche il suo stile inconfondibile fatto di colori e gioia di vivere.
Fashion icon per il suo stile unico e particolarissimo, definita più volte: “la prima influencer italiana”
Interpreta lo stile a modo suo, mixando in totale libertà abiti e sontuosi caftani, prima disegnati da lei, poi da Cavalli. Ma anche accessori opulenti, gioielli veri e monili abusivamente sontuosi; pezzi etnici degni di una maharani da notte araba. Attraverso sovrapposizioni inusitate, contrasti e follie interdette ai più, stupisce, colpisce e coinvolge. Sfarzosa, chic, originale, sublimemente zingara, regale e popolana, non annoia mai. Se l’accessorio imprescindibile in estate sono i ventagli, sempre abbinati ai caftani, in inverno il suo accessorio fetish sono i cappelli di pelliccia, che sfoggia in infiniti colori. Edonista fino all’eccesso, con la sua vivida immediatezza, il generoso sorriso, i capelli leonini, il senso audace dello stile e la sua sconcertante schiettezza, Marta Marzotto ha sempre posseduto un qualcosa di fiabesco, una vita a colori.
“Se quella che ho avuto io è la vita, mi va benissimo. Stupire se stessi e gli altri è una cosa difficile. Non credere che sia così facile”.
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