Brillantemente bohémien e straordinariamente glamour, Taller Marmo è il concept Made in Italy che unisce lo stile del jet set anni 70 e il fascino mediorientale. Abiti nostalgici e caftani color gioiello che potrebbero essere usciti da un illustrazione di Antonio Lopez.
Un brand che respira un forte vento orientale permeato in un lusso sospeso nelle forme.
Un momento di grazia proveniente dal deserto che canalizza il glamour delle donne rivoluzionarie degli anni ’70, disinvoltamente favolose come Marella Agnelli, Peggy Guggenheim, Diana Ross, Sophia Loren e l’indomita Diana Vreeland. Donne moderne che hanno superato i confini degli abiti sartoriali e hanno scoperto che caftani lussureggianti consentono loro di muoversi liberamente e sentirsi rilassate con un’aria di nonchalance e spirito di eccentricità intellettuale. Se l’immagine di una donna splendente in un caftano evoca immediatamente la Vreeland, sdraiata nel suo salotto rosso, anche Elizabeth Taylor si è addobbata nelle sue versioni in broccato complete di gioielli; Kate Moss è salita sulla passerella per il Club 55 a Saint Tropez con una versione corta e l’immagine di Talitha Getty, su un tetto a Marrakech con caftano hippie chic, piena di gioielli, è entrata nell’immaginario collettivo.
C’è qualcosa in un caftano con la sua decadenza, il romanticismo e lo stile di vita evocativo che riflette un modo di vestire sempre amato. Sinonimo di uno stile ricercato e per nulla scontato è tornato ad essere tra i cult irrinunciabili, per inebrianti serate marittime piuttosto che per appuntamenti glamour a base di bien vivre.
Semplicità e atemporalità in equilibrio con eccesso e lusso sono gli elementi che contraddistinguono lo stile di Taller Marmo.
Tutti i capi esaltano una vestibilità ampia e fluida che richiama il caftano e che drappeggia magnificamente il corpo. Ogni abito dai tessuti pregiati ha la sua estetica unica, dai toni gioiello e neutri monocromatici, alle finiture con frange e piume. I tagli puliti e rilassati sono un tratto distintivo del brand, che utilizza tessuti e materiali audaci; il risultato sono capi d’abbigliamento dove la qualità e l’artigianalità si percepiscono e si sperimentano indossandoli. Definite da connotazioni nostalgiche con un’interpretazione moderna della femminilità, le collezioni Taller Marmo rispondono al desiderio della donna che vuole apparire chic ed iconica.
Scoperto da artisti del calibro di Kylie Minogue, Pixie Lott e Lily Allen insieme a molti influencer e fashion editor, Taller Marmo è rapidamente diventato il marchio di lusso di riferimento per i look stile anni ’70 del jet set. Famoso per i suoi caftani di raso leggero e gli abiti asimmetrici, che si increspano di frange e piume di struzzo; attraendo in ugual misura l’estetica minimale e massimalista, l’evoluzione del brand italiano è avvenuta al contrario.
Come è nato il brand?
Nel 2012, i due fondatori del marchio, l’argentino Yago Goicoechea e l’italiano Riccardo Audisio, terminati gli studi all’Istituto Marangoni di Milano, disillusi dai loro studi accademici e dal ciclo frenetico del sistema moda, si trasferiscono a Dubai. Senza alcuna esperienza professionale di design ma con una visione estetica precisa in mente e un nome che include i loro rispettivi mondi, si autofinanziano. La filosofia progettuale del marchio è racchiusa nel suo nome: Taller, la parola spagnola per il lavoro manuale, il laboratorio, l’artigiano, l’autenticità; Marmo, che rappresenta il materiale pregiato ed eccellenza italiana che metaforicamente si riferisce al lusso, all’esotismo, alla decadenza e alla tradizione.
Iniziano a creare caftani fluidi, ispirati allo stile del jet set degli anni ’70 e all’edonismo della Old Hollywood.
Con i capi realizzati in valigia e una grande dose di intraprendenza, vanno dal miglior rivenditore di caftani per gli Emirati e gli sottopongono la loro mini collezione. Non è un immediato successo, ma è un buon inizio; dopo quei primi pochi capi venduti, crescono lentamente; nel 2015, rappresentando Dubai, vincono il Woolmark Prize India, Pakistan e la finale regionale del Medio Oriente. Grazie a loro, per la prima volta un marchio di abbigliamento femminile di Dubai vince il prestigioso riconoscimento. Nel 2016 tornano in Italia per essere più vicini ai loro produttori di tessuti e ai loro laboratori di fiducia. Il brand ora opera con un piccolo team e rifornisce rivenditori di lusso tra cui Harrods, Matchesfashion e Browns.
Per qualche motivo, in questo mondo moderno altamente tecnologico, due ragazzi intraprendenti guardano al passato per imparare e costruire il futuro. Si pongono come ponte di congiunzione temporale, geografico e culturale; puntano alla semplicità, alla qualità e alla tradizione del Made in Italy evocando le vibrazioni dello stile jet set anni 70, emblema di un’attitudine etnico-snob che non hanno vissuto. Con modernità e lungimiranza entrano appieno nella classifica dei talenti più interessanti del panorama internazionale.
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