Libertà di espressione: il comune denominatore dei nuovi look della New York Fashion Week autunno-inverno 2022/2023. Tra i grandi ed eccellenti assenti come Tom Ford, Marc Jacobs fino a Rodarte hanno spiccato con totale eccitazione espressiva tante nuove leve emergenti che alla fine, per volere o per necessità, sono stati il focus della settimana della moda targata USA. Un ampio mix di colori si è fatto espressione dell’esuberanza dettata dalla reazione alla chiusura forzata di un paese dove le serate mondane e le occasioni di sfarzo sono all’ordine del giorno. Ma allo stesso tempo si è consolidato anche lo stile di vita più calmo generato dal desiderio di comfort e di una vita più sostenibile. Dal minimalismo delineato da tonalità neutre e dalla sartorialità, anni 90; passando per lo scintillio glamour in stile Studio 54; fino alle vibrazioni anni 2000 elemento ormai imprescindibile per catturare la generazione Z. Una tricotomia che, pur palesemente in contrasto, mette in risalto i coesistenti desideri di uno stile di vita ibrido.

Quali sono stati quindi i look più rappresentativi di questa New York Fashion Week autunno inverno 2022-2023?

Il ritorno alla sartorialità e al glamour anni ’90.

Il rigore armonico degli anni 90 di cui allora Jil Sander fu autentica portavoce è stata l’ispirazione del minimalismo scultoreo e della sartoria fluida e rilassata di Proenza Schouler che festeggerà questo 2022 il suo 20°anniversario. Una ricorrenza che i suoi due fondatori Jack McCollough e Lazaro Hernandez sottolineano con la fedeltà ai principi estetici della loro etichetta. Toni ovattati e piatti risvegliati da pochi colori accesi, set in bianco e nero a contrasto, silhouette precise, minimaliste e tessuti morbidi che drappeggiano elegantemente il corpo. In questa stagione, però, il duo di stilisti ha cercato di esagerare le curve naturali con abiti e gonne voluminose. Il pezzo forte della sfilata? Lo ha indossato Bella Hadid, con un look dolcevita in velluto, passamontagna e pantalone sartoriale.

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Proenza Schouler – Helmut Lang – Michael Kors

Anche Helmut Lang ha fatto dei suoi codici storici il suo manifesto con una collezione tutt’altro che classica ma coordinata e polifunzionale. Abiti e completi che giocano con effetti velati e opachi e sottovesti di seta con inserti in pizzo. L’inserimento nei dettami più classici dell’uniforme militare è stata parte essenziale del repertorio di Helmut Lang. Il risultato? Un appeal contemporaneo, trasversale e genderless. Michael Kors, il preferito dalle celebrità, reinterpreta il tema della New York by night intrisa di lucentezza, colore e glamour. Una sferzata di energia post pandemica fatta di abiti più classici e di paillettes colorate dalla testa ai piedi.

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Jason Wu – Carolina Herrera

La versione notte stellata del trend Nineties, ce l’ha mostrata in tutto il suo splendore Jason Wu.

Una collezione che rende omaggio all’artigianato sartoriale americano, attraverso sagome eleganti e scultoree, enfatizzate da volumi esagerati. Appare anche un vago ricordo delle illustrazioni grafiche dei figurini disegnati a mano negli anni ’50 con fiocchi giganti e vitine da vespa. Un’eleganza retrò ma contemporanea. Romantica e bon ton Carolina Herrera, fa sfoggio dell’eleganza vecchia scuola e colori a contrasto. Wes Gordon ha portato audaci macchie di colore in una giornata grigia a New York con la sua collezione autunno/inverno: abiti eleganti in combinazioni di colori sorprendenti, spesso inaspettate e motivi floreali grafici, con un’enfasi sulle silhouette con il fattore “wow”. Un altro favorito della New York Fashion week è stato Brandon Maxwell, la cui sfilata piena di top model, ha sfoggiato look dal glamour indossabile. Una sfilata dal risvolto personale, dedicata alla nonna recentemente scomparsa, che però gli ha ispirato una sorta di delicatezza romantica. Abiti da ballo abbinati a maglieria oversize; denim, piume, plissé, pizzo e sottili nastri hanno enfatizzato un bon ton non scontato.

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Brandon Maxwell

Fattore studio 54, galassia anni 70 e Old Hollywood il tutto condito con un po’ di lattice.

Matrix, lattice e tanto, tantissimo blu brillante, è la ricetta del designer Christian Siriano pensata per rispecchiare le tensioni del momento in cui viviamo. La collezione chiamata ”Victorian Matrix” veste look aerodinamici in lattice con forme e contrasti interessanti. La sfarzosa collezione di piume e paillettes dello stilista britannico Christian Cowan, ispirata alla vecchia Hollywood è un mix tra Liza Minnelli e Grace Jones. Un glamour hollywoodiano che reinterpreta i capi fondamentali dell’abbigliamento festaiolo con un’interpretazione moderna, misurata sulla generazione Z, almeno questo era l’obiettivo.

Christian Siriano – Christian Cowan

Look impavidi, con ritagli strategici sono i codici della collezione di LaQuan Smith che ha aperto la sfilata con Julia Fox in versione sexy e aggressiva. Un abito nero da vampiro a collo alto con audaci tagli in punti strategici per mettere subito in chiaro il ritorno prepotente al glamour sensuale. Poi paillettes e micro-minigonne, tute aderenti e pant a vita bassa con il “fattore studio 54”. Il tutto con grande sorpresa abbinato a cappotti e capispalla in shearling oversize. Fuori fa freddo, ma se vuoi andare ad un party…

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LaQuan Smith

Richiamo Chanel anni ’90.

A quanto pare, i riferimenti della collezione di Kim Shui sembrerebbero essere Chanel e Clueless degli anni ’90; una collezione fatta di trame ruvide con orli non rifiniti e cuciture a vista. Gli sbarazzini completi in tweed e i mini-abiti in tricot di Frederick Anderson hanno il richiamo preciso del tocco Chanel ma più brioso. I veterani della moda Jan-Hendrik Schlottmann e Marco Panzeri per Câllas Milano hanno iniziato a sviluppare una linea ispirata allo stile delle donne europee la cui regola cardinale era quella di comprare con parsimonia, ma di comprare bene. Silhouette semplici e trench classici d’ispirazione parigina.

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Frederick Anderson – Câllas Milano – Kim Shui

Talenti…vecchi e nuovi.

Ashlyn Park, la modellista formata da Yohji Yamamoto ha realizzato da sola la sua ultima collezione interamente a mano, soprannominata “Identità” ed ispirata al suo vissuto degli anni ’90. Con riferimenti alla moda giapponese, nel senso della costruzione, ha sviluppato look con minigonne, completi eleganti, capispalla con cuciture a contrasto.

Ashlyn Park,

Uno dei nuovi talenti più eccitanti della New York Fashion Week è Elena Velez che ha costruito dei look funzionali ed estetici con un tocco di rinascimentale e gotico proiettato nel futuro. Una celebrazione del corpo e della forma per Victor Glemaud, ma soprattutto una celebrazione delle donne nere. Con un groove minimalista lo stilista ha intensificato lo stato d’animo contemporaneo attraverso capi vibranti, quasi emotivi.

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Victor Glemaud – Elena Velez

Non potevo non citare Saint Sintra la cui collezione è stata ispirata da un viaggio a Firenze. Tutte le linee per camiceria di questa collezione, allacciate in fiocchi su bottoni, sono state realizzate su misura da un produttore italiano.  Sebbene la collezione sia genderless, Connor McKnight eccelle in particolare nel reinventare i codici classici dell’abbigliamento maschile. I suoi abiti sembrano estremamente attuali, ma senza tempo.

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Saint Sintra – Connor McKnight

Con Tory Burch la stratificazione è lussureggiante, per tutti quei giorni in cui si è indecisi su cosa indossare, l’unica soluzione è incanalare l’atmosfera dei look stratificati di Tory, in vero stile newyorchese.

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