Pyer Moss, il brand di moda creato da Kerby Jean-Raymon, realizza una sfilata all’insegna dell’antirazzismo e sull’uguaglianza sociale; una battaglia sociale sostenuta dalla moda. La moda non è altro che un altro mezzo di comunicazione che la nostra società ci offre; come tale, è importante scegliere i messaggi da veicolare, soprattutto in un settore riconosciuto tra i più influenti e seguito dalle masse. Negli ultimi anni l’industria del fashion si è impegnata nello sviluppo di campagne pubblicitarie, collezioni e fashion show basati sull’inclusività, una missione pratica e non solo ideologica. Tematiche spesso considerate scomode dall’opinione pubblica.
L’obiettivo di Pyer Moss è la sensibilizzazione verso problematiche sociali: un concetto trasmesso nella sua collezione P/E 2019
Kerby Jean-Raymon, stilista americano e fondatore del marchio Pyer Moss, si concentra sull’argomento razzismo, ancora troppo evidente e radicato nella cultura statunitense. Il fashion show è andato in scena in un quartiere di New York, Weeksville, luogo simbolo della comunità afroamericana. Un luogo storico fondato da James Weeks nel 1838, dieci anni dopo l’abolizione della schiavitù nella Grande Mela. La collezione nasce da una riflessione profonda del designer legata a tematiche ancora oggi attuali; la vita degli afroamericani costantemente minacciata dalla nube del razzismo. Durante le sue ricerche, lo stilista si imbatte in una guida turistica pubblicata negli anni ’30, il Negro Motorist Green Book; uno strumento utilizzato e realizzato per i viaggiatori neri in cui erano indicati posti sicuri in cui alloggiare, delle aree sicure relativamente lontane dalla discriminazione americana.
Dalle passerelle della New York Fashion Week a quelle allestite da Kerby Jean-Raymon a Brooklyn, al Weeksville Heritage Center
Tra gli storici edifici si esibisce un coro gospel che fa da colonna sonora allo show; quaranta persone vestite candidamente che sfruttano la loro voce per denunciare il razzismo, tanto presente nella società quanto nell’industria della moda. La sfilata, ovviamente, è comunque un momento gioioso; infatti gli slogan contenenti il messaggio base sono stati inseriti all’interno di alcuni look in cui solo le parole facevano da protagoniste. Frasi come: «Ora ci vedete?» «Smettila di chiamare il 911 per questioni di cultura», outfit total white alternati da stampe colorate, toni accesi e volumi fluidi e morbidi. Alla realizzazione della collezione ha collaborato l’artista nero Derrick Adams; dieci opere con stampe su abiti e tessuti raffiguranti illustrazioni di afroamericani che compiono gesti normali di vita quotidiana e nonostante questo vengono minacciati.
Kerby Jean-Raymond fonda Pyer Moss nel 2013 e descrive il brand come un vero e proprio progetto artistico
Infatti, già nel 2016, durante la settimana della moda di New York, il designer sfrutta la popolarità del marchio per denunciare la brutalità della polizia contro la comunità afroamericana, facendo riferimento al movimento Black Lives Matter, mostrando video e opere d’arte di strada. Rattrista pensare come dei cittadini dignitosi erano costretti a seguire delle mappe per sfuggire all’odio della società; eppure il razzismo è una piaga che la nostra società ancora non riesce a sanare. Oggi moltissima gente dice di essere intimorita dal colore diverso della pelle; abbiamo ancora tanto lavoro da fare soprattutto per quanto riguarda l’educazione infantile, una fase in cui è facile influenzare ed insegnare ai più piccoli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
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