Ogni anno il 10 Dicembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, promossa dalle Nazioni Unite. Una preziosa, importantissima occasione per sensibilizzare la cultura dei diritti e delle responsabilità.
Questo appuntamento, sempre più importante, punta i riflettori sui temi che riguardano paesi e tematiche differenti. La data viene ricordata in ogni angolo del mondo e si celebra con eventi che mettono in luce l’uguaglianza dei diritti che appartengono ad ogni essere umano; a prescindere dall’appartenenza sociale, dalla provenienza, dalla religione, dal genere, dal credo politico e dalle idee.

“Non è la letteratura né il vasto sapere che fa l’uomo, ma la sua educazione alla vita reale. Che importanza avrebbe che noi fossimo arche di scienza, se poi non sapessimo vivere in fraternità con il nostro prossimo?” (Gandhi)

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Quando nasce la Giornata Mondiale dei Diritti Umani?

Il punto di partenza per comprendere la solennità e la centralità di questa celebrazione è la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: un documento dedicato agli human right , adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. A ridosso della Seconda Guerra Mondiale, una parentesi nera per i diritti dell’uomo, è stato approvato un documento che stabilisce i valori universali per aiutare i popoli e le nazioni a definire l’uguale dignità e valore di ogni persona. Per essere più precisi l’istituzione ufficiale della Giornata Internazionale dei Diritti Umani è legata alla data del 4 dicembre 1950, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, durante il 317º meeting globale, dichiara valida la data del 10 dicembre per ricordare l’importanza dei diritti umani, invitando tutte le nazioni a partecipare in modo attivo e fruttuoso.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è la base di molte delle conquiste civili del XX secolo,

ed ad oggi potrebbe sembrare assurdo che ancora non vengano rispettati i pilastri della persona giuridica, ma purtroppo è così. L’obiettivo di questa giornata è quello di ricordarci l’importanza di combattere insieme per avere un mondo più giusto nei confronti di tutti. Soprattutto delle minoranze, di chi non ha le risorse per far sentire la propria voce. Ogni annosi organizzano eventi culturali, conferenze politiche e manifestazioni di varia natura ma anche iniziative come quella dell’associazione D.i.Re. per diventare parte attiva del cambiamento sociale di cui l’umanità, specialmente in questo momento, ha bisogno.

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Il progetto Leaving violence. Living safe, realizzato da D.i.Re. Un sistema antiviolenza inclusivo, un passo avanti per i diritti umani.

In occasione della Giornata Internazionale sui Diritti Umani, il progetto Leaving violence. Living safe, realizzato da D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), in partnership con UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, presenta nuovo strumento per supportare le donne migranti richiedenti asilo e rifugiate che hanno subito violenza. Donne e spesso anche madri che ancora stentano a trovare un sostegno efficace per lasciarsi alle spalle le terribili esperienze vissute.

“La violenza subita da donne richiedenti asilo e rifugiate non è solo invisibile ma anche estremamente dilagante. La possibilità di contare su mediatrici culturali adeguatamente formate è fondamentale per avvicinarsi a loro; per sostenerle e individuare non solo l’assistenza di cui hanno bisogno ma anche aiutarle a costruirsi un nuovo progetto di vita”

dichiara Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia.

giornata internazionale diritti umani Life&People Magazine Lo strumento consiste in “mediatrici” che potranno essere contattate tramite i centri antiviolenza D.i.Re di riferimento, da enti e organizzazioni del territorio; per un supporto che sia anche occasione per l’emersione della violenza, ancora troppo spesso invisibile. Curdo, inglese pidgin, bangla, arabo, russo, spagnolo, francese: sono solo alcune delle lingue per le quali sono disponibili mediatrici culturali formate sulla violenza, per facilitare l’attivazione di percorsi di supporto.

“La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti.”

Nelson Mandela.

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