L’Ikebana, il cui significato letterale è “fiori viventi”, è l’antica arte giapponese della disposizione dei fiori recisi; una disciplina decorativa strettamente legata alle festività. Denominata anche Kado, quest’arte celebra la vitalità dei fiori in tutti i suoi cicli e lo scopo simbolico è quello di far continuare a vivere i fiori recisi. Una composizione Ikebana si crea con fiori che insieme a rami, muschi, danno vita a composizioni floreali di forte impatto estetico e spirituale. Essendo legata alla stagionalità ha da sempre “celebrato” le festività, infatti alcuni tipi di piante fioriscono in una determinata stagione per cui è naturale ricorrere ad esse per valorizzare la festa.  Le composizioni floreali tipiche di questo periodo, servono quindi per portare lo spirito della natura e del Natale nelle case e si caratterizzano per alcuni colori e per alcune specie di fiori in armonia con il periodo invernale.

arte ikebana Life&People Magazine

Secondo la cultura giapponese ogni fiore veicola un particolare messaggio ed esprime i sentimenti più profondi dell’animo umano.

L’antico sistema giapponese della disposizione dei fiori può essere fatto risalire all’epoca in cui la Cina introdusse il buddismo. I seguaci religiosi lasciavano offerte floreali sugli altari dei templi e nei santuari ancestrali in segno di gratitudine e rispetto. La forma d’arte mantiene ancora un significato spirituale. Tradizionalmente eseguito in silenzio, l’atto di fare l’Ikebana è visto come un momento per apprezzare le qualità della natura che le persone spesso trascurano a causa della loro vita frenetica. Inoltre, lo stato meditativo in cui sono disposti questi fiori produce spesso esiti caratterizzati da sentimenti di minimalismo e moderazione.

L’intento artistico delle composizioni Ikebana è spesso espresso attraverso combinazioni di colori, forme organiche, linee aggraziate ed equilibrio strutturale ma la forma d’arte si basa anche sul linguaggio dei fiori. Ad esempio, i narcisi, le orchidee e le peonie augurano a due giovani sposi allegria, prosperità e longevità; per la festa delle bambine, celebrata all’inizio di Marzo, si utilizzano i boccioli di pesco; per la festa dei maschietti, all’inizio di Maggio, gli ireos.

La triade bambù, pino e susino, ma anche crisantemi, fiori di ciliegio e bacche rosse sono propiziatori a Natale e Capodanno.

In questa pratica, alle piante vengono dati codici e password, e disposti in modo tale da comunicare direttamente al destinatario o allo spettatore senza l’uso di parole. L’obiettivo è far emergere le qualità interiori dei fiori e di altri materiali vivi ed esprimere emozioni.  Gli insegnamenti dell’Ikebana indicano che non c’è occasione che non possa essere celebrata dal modo in cui sono disposti i fiori, e principalmente le festività.

L’enfasi è sull’equilibrio, lo squilibrio, la moderazione e la geometria.

Linee minimali e suggestive lo distinguono dalla pienezza effusiva delle composizioni occidentali. Alcune opere sono costituite solo da pochi fiori intercalati tra steli e foglie e il modo in cui sono posizionati rappresenta la forza, la delicatezza e l’effimero dei fiori viventi. Gli arrangiamenti Ikebana presentano spesso solo una tonalità dominante, facendo ampio uso delle parti non fiorite delle piante. Nell’ikebana, potrebbe non esserci nemmeno un fiore nella composizione, e se c’è, raramente ti guarda negli occhi: è più probabile che sia piegato o girato di lato. Steli, foglie o rami sono spesso enfatizzati sui fiori e questi potrebbero benissimo essere storti o ingialliti o ricoperti di muschio.

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Evidenziare forme di bellezza trascurate o rivelare qualcosa di ordinario in un modo nuovo è centrale nella visione di questa arte filosofica.

La struttura della maggior parte delle composizioni, ad esempio, si basa su un triangolo scaleno, che spesso utilizza ramoscelli per esprimere tre punti principali che simboleggiano il cielo, l’uomo e la terra, oppure il sole, la luna e la terra. Un numero dispari di fiori è considerato fortunato, mentre i numeri pari sono visti come sfortunati e quindi non vengono mai utilizzati.

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L’elemento finale nell’arte dell’Ikebana è il vaso in cui viene presentata la disposizione, elemento chiave della composizione complessiva di un’opera.

A differenza delle composizioni floreali occidentali, le composizioni Ikebana non dipendono dal vaso stesso per tenere i fiori in posizione; i recipienti vengono scelti in base a una forma e uno stile che prolungheranno al meglio la vita dei fiori. La maggior parte degli arrangiamenti ikebana rientra in tre categorie di design base. Moribana che utilizza un contenitore piatto e solitamente più fiori. Nageire che presenta tre gruppi di piante che formano liberamente un triangolo. Shoku che ha una disposizione verticale, spesso utilizzando un vaso alto. Le composizioni Ikebana – che non seguono alcuna regola esplicita – possono essere definite freestyle.

Regola base dell’arte Ikebana è che tutti gli elementi coinvolti nella composizione siano di origine naturale e in armonia con le stagioni e le festività.

Anche in inverno, stagione meno prorompente della primavera, ma dalla bellezza sussurrata, via libera quindi a rami, foglie, pietre, fiori, boccioli e naturalmente acqua. Ecco allora perfetti l’elleboro e le felci, ma anche il pino sempreverde con la sua eleganza. Il bambù  che è simbolo di tenacia e resilienza o il prunus mume che fiorisce proprio in questi mesi quando tutto dorme; cugino stretto del ciliegio e portatore di speranza. Tra i fiori, il narciso, la camelia, la rosa. La nebbiolina dona leggerezza e rimanda all’idea di piccoli bambini. Alla base, si può inserire il muschio licopodio, così simile al verde dei giardini giapponesi.

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