Designer of dreams
è il titolo della mostra firmata Dior che racconta un viaggio nella storia della Maison, dagli albori sino ad oggi. Dal rivoluzionario New Look lanciato nel 1947 da Monsieur Dior al primo viaggio del celebre couturier negli Stati Uniti D’America. Proprio qui, presso il Brookly Museum di New Yor, dopo Parigi e Londra, approda la retrospettiva dedicata al celebre fondatore del marchio Christian Dior, pensata in occasione del 70° compleanno della casa di moda.
La mostra vuole celebrare il forte legame che unisce la tradizione sartoriale parigina del couturier alla cultura oltreoceano degli Stati Uniti d’America.
L’esposizione, inaugurata lo scorso 10 settembre e in scena fino al 20 febbraio 2022, ripercorre la storia leggendaria della Maison. Dallo spirito pioneristico del suo fondatore fino al successo internazionale della griffe, guidato, negli anni, dal talento dei direttori artistici che si sono succeduti: Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, Jhon Galliano, Raf Simons e l’attuale Maria Grazia Chiuri.
La cura della mostra accosta la moda parigina e gli elementi della collezione del museo newyorkese. Il risultato scenografico è dato dall’incontro di due distinte visioni creative, differenti ma congruenti: quelle di Florence Muller e di Matthew Yokobosky. Una simbiosi stilistica in memoria del 1947, anno in cui Monsieur Dior si reca per la prima volta in America per aprire il suo acclamato atelier a New York. Qui, è richiesto a gran voce dalle donne americane, alle quali restituisce quella femminilità e quella raffinatezza di cui la guerra le ha private.
Una narrativa continuità scenografica tra l’eredità della maestria artigianale Dior e la collezione museale newyorkese.
L’esposizione esperenziale si configura come un’immersione dei sensi in lontane dimensioni spazio-temporali. I visitatori possono osservare i primi modelli e schizzi di haute couture con cui Christian Dior dà vita alle mitiche silhouette che rivoluzionano la moda dell’epoca: la bar jacket, la gonna a corolla, il rilancio della guêpière. Il pubblico è guidato anche alla scoperta di quelle che sono le fonti di ispirazione del couturier: l’arte e l’architettura classica, la natura e il mondo dei fiori. La ricca offerta del museo americano compare affianco alle creazioni dello stilista, e fa loro da cornice pittorica. Dipinti di varie epoche sono appesi proprio vicino ai modelli della collezione Corolle ed En Huit, secondo una suggestione complementare tra immagini evocative e creazioni tridimensionali.
Il nodo centrale della mostra è costituito da uno spazio commemorativo dei maestri americani della fotografia di moda.
Una parata di opere fotografiche di artisti del calibro di Richat Avedon, Irving Penn, Lillian Bassman, Henry Clarke, Herb Ritts e William Klein. Un fil rouge tematico che lega gli scatti alle tele nello stesso spazio. Attraverso la propria lente personale, i fotografi in questione catturano le creazioni del fondatore della Maison e dei suoi successori, le quali meglio incarnano i valori-codice emblema del dna Dior. Una collezione fotografica che passa in rassegna le differenti rappresentazioni artistiche e stilistiche del marchio, nelle sue varie epoche storiche.
L’ispirazione per il lavoro di Christian Dior, a New York, proviene proprio dalla voce delle donne americane, adattandosi al loro stile e alle loro esigenze.
Lo stilista dichiara di sentirsi, negli Stati Uniti, un vero couturier americano allo stesso modo in cui si sente un couturier francese a Parigi. Probabilmente anche questa sua spiccata sensibilità nel percepire e nell’adattarsi perfettamente al gusto e alle esigenze di ogni singola cliente, fa dell’illustre fama di Monsieur Dior un pezzo di storia.
L’esposizione prosegue con la rappresentazione di quelle che sono le principali ispirazioni artistiche degli eredi del fondatore, che lo hanno succeduto sul trono creativo Dior.
Fonti ispiratrici che Yves Saint Laurent trova nel movimento beatnik e in Marlon Brando e che Marc Bohan capta nelle tele di Jason Pollock. Raf Simons si appassiona, poi, all’arte contemporanea di Sterling Ruby. L’attuale Maria Grazie Chiuri approfondisce il legame culturale che la Maison coltiva con gli Stati Uniti. Sceglie di collaborare con diverse artiste statunitensi che aiutano la stilista a portare sulla passerella importanti tematiche di matrice femminista.
Colorama è il nome della variopinta galleria che esibisce il mondo degli accessori Dior.
Dai trucchi e i profumi ai cappelli, una ricchezza di oggetti di ogni tipo esposti per gradazione cromatica. Segue una sala dedicata all’esposizione dei prototipi in tela dei modelli dei capi, che si configura come un riflettore puntato sull’eccellenza artigianale della Maison. Le creazioni Dior sono, infine, rappresentate indosso a celebrità del calibro di Jennifer Lopez e Grace Kelly. Una scelta simbolica a coronamento delle nozze tra il sogno parigino e quello americano. La mostra Dior “Designer of dreams”, si conclude con una volta centrale adibita a giardino; trasformata in una natura incantata sotto ad un cielo tempestato di stelle, in memoria dei preziosi portafortuna astrali che il fondatore dell’haute couture portava sempre con sé.
Potrebbe interessarti anche – La sfilata Dior a Parigi: un grande gioco “omaggio” agli anni 60